CAPITOLO 30

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Scortai Jack fino a casa mia ed iniziamo subito a studiare. Intorno alle 4:00 mi stufai ed andai a prendere qualcosa da mangiare dal frigo. Chiesi al mio "insegnante" se volesse qualcosa ma lui fece un no con la testa e mi ringraziò. Tornai al tavolo e mi sedetti. << perché mi hai voluto aiutare? come mi conosci?>>, gli domandai. Jack mi guardò seriamente. << scusa, non è che sono qui per usarti o cosa, ma sono il cugino di Angel. Con lei andava tutto bene, era la stessa che conoscevi tu. Da quando sei tornata, però,  lei è scomparsa senza dire il motivo. Tu sapresti il perché? È come una sorella,io le voglio un bene dell'anima.  Da quando i miei sono morti in un incidente, sua madre mi ha cresciuta con lei, ma questo lo sai già, vero? >>.Restai allibita. Lei non me ne aveva mai parlato. Jack era sempre a casa loro ma lei mi diceva che era lì solo per far visita ai suoi zii ed alla sua cuginetta preferita. << non me l'ha detto . Sai, l'unica cosa che mi ha detto di vero,è stato che mi ha usata tutto il tempo per arrivare ai miei contatti più alti>>. Decisi di non dirgli qualcosa sul rapimento. Punto numero uno, non sapevo se fidarmi. Due, potrei fargli male. Tutta questa storia non aveva senso. Perché tutta la scuola lo sapeva tranne lui? << e così stai con Cameron. Com'è? Sembra simpatico>>, azzardò.<< si, molto. Dovrei presentartelo uno di questi giorni>>. Lui rise ed accettò.
Si fece sera. La compagnia di questo ragazzo era molto piacevole. Era dolce, simpatico ed anche intelligente. Lo accompagnai alla porta e lo guardai entrare nella macchina di suo padre, poi tornai in casa. << Jade, vado a farmi una doccia! >>, disse mio padre. << va bene!>>, risposi. Sentii l'acqua aprirsi e subito dopo dei fischiettii. Mentre stavo ritirando le mie cose di scuola, strappai un foglio accidentalmente. Andai in camera per cercare dello scotch ma non lo trovai, perciò tentai nella stanza di mio padre. Controllai tra i cassetti ma nulla. Sotto un' agenda, trovai una lettera con sopra scritto : per David. Ovviamente, era per lui. La aprii.
"Al mio caro David.
Il tempo ormai è agli sgoccioli e stanno per scoprire tutto. Per quanto potrà essere ancora il nostro segreto?
È una cosa così grande che è impossibile da tenere nascosto, solo che so che ciò potrebbe turbare sia la tua piccola, sia la persona che ho portato in grembo per nove mesi e che ora è una persona apparentemente forte ma in realtà può essere fragile come un vaso di porcellana.
La verità sulla tua vita mi ha fatto male nonostante non l'avessi vissuta ,lo ammetto, ma cercherò lo stesso di starti vicina il più possibile. So che è una situazione difficile ma so che ne usciremo più uniti e vittoriosi di prima.
Sempre tua.
La signora in bianco. "
<<Ma da dov'è uscita sta persona? Chi è? >>, sussurrai a me stessa. Sentii l'acqua spegnersi, perciò chiusi la busta e mi precipitai in camera mia. Accesi il computer e mi misi a guardare una delle mie serie tv preferite. Intorno alle otto, mio padre bussò alla porta per andare a cenare con lui. Durante il pasto, mio padre prese la posta, rovistò tra le bustine e me ne porse una : era della polizia. 
"Gentilissima signorina Olivera,
la avvisiamo che da domani dalle ore 8:00 sarà supervisionata da una guardia del corpo a noi fedele e cara. Con lui si sentirà al sicuro.
Buon proseguimento della giornata."
Sospirai di sollievo e mio padre mi sorrise posando una mano sulla mia.<< finalmente>>, disse. Finii di mangiare ed andai a coricarmi. Continuai a vedere video fino a quando non mi addormentai esausta. Il giorno seguente mi svegliai abbastanza presto. Feci una doccia veloce, mi asciugai capelli ed indossai una felpa nera enorme con dei jeans leggermente strappati. Feci colazione con un toast ed infine mi lavai i denti. <<Chissà come sarà il mio bodyguard, spero sia gentile.>>, pensai.  Aspettai una decina di minuti seduta sul divano e dopodiché sentii il campanello suonare. Era lui. << venga pure! Piacere, io sono David Olivera , il padre di Jade>>. Papà gli porse la mano ed il signore gliela strinse. << buongiorno! Io sono Matt >>. Era un uomo alto ed abbastanza muscoloso. Doveva avere una trentina d'anni, occhi azzurri e capelli castani. Era vestito molto elegante e teneva tra le mani un paio di occhiali da sole neri. << dai, andiamo che se no arrivi tardi a scuola>>, mi disse sorridendo. Mi avvicinai a lui ed andammo all'istituto. Durante il tragitto, parlammo un po' per conoscerci meglio. Gli spiegai del rapimento  ( evitando di parlare del vero motivo), gli dissi di chi poteva fidarsi tra i miei amici eccetera. La prima cosa che feci una volta arrivata a scuola fu andare in presidenza per esporre la situazione. I professori diedero il benvenuto a Matt ma quello di inglese gli diede un saluto fin troppo caloroso. Sorrisi dentro di me e poi andammo in classe. Lui, ovviamente, se ne stava al fondo della classe a guardare i miei movimenti. Più che altro, controllò Cameron. Durante l'intervallo andammo a prendere qualcosa nel bar della scuola. Ogni volta che il mio ragazzo si avvicinava a me e mi toccava a lungo, Matt tossiva per lanciargli dei segnali ben chiari. Esasperata, lo presi per un braccio e lo trascinai in un angolo.<< mi spieghi che stai facendo?>>, gli chiesi.<< il mio lavoro>>,disse tranquillo ed alzò le spalle.<< lasciami stare con Cameron, è il mio ragazzo>> , spiegai. << tuo padre lo sa?>>, domandò ed io annuii.<< bene, vi lascerò più spazio ma ad una condizione>>, sorrise con chissà quale pensiero in mente.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora