CAPITOLO 18

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"Mi spieghi che ti ho fatto?", digitai velocemente.
<< Jade, ci sei? >> chiesero all’unisono.
<< mi dici che succede?>>,domandò insistente Dylan.
"Parlagli di me ed io distruggo loro e la tua relazione. Ripensandoci posso ottenerti anche senza spifferare la storia del bacio. Mettiti contro di me e te ne pentirai.", rispose.
<<niente, è tutto ok>> mi limitai a dire.
<< va bene>>, disse il ragazzo dagli occhi verdi.
<< e non insisti? Lei ha paura per chissà quale motivo e tu ti arrendi al primo " niente"? Che razza di fidanzato sei?>>, sbottò Cameron dando inizio ad un altro litigio.
<< o la smettete o me ne vado. Non vi sopporto più >>, dissi massaggiandomi le tempie.
Smisero di discutere e bofonchiarono uno "scusa" dopo essersi scambiati uno sguardo di fuoco.
Dopo aver mangiato un hamburger, io e Cam andammo a casa. La madre del moro doveva essere in aeroporto per le sedici e un'ora dopo doveva venire da noi il gruppo con tutte le loro cose.
<< comportatevi bene e non create problemi, eh!>>, scherzò Gina.
Ci stringemmo tutti e tre in un abbraccio e la signora Dallas si allontanò.
<< beh, andiamo?>>, chiese il moro ed io annuii.
<< Jade, ho notato che sei strana ultimamente è non mi stancherò di chiedertelo. Te la senti di parlarne?>>, insistette.
<< no, scusa>>, abbassai lo sguardo. << sai che se hai bisogno sono qui, vero?>>, mi accarezzò la guancia.
<< si. Cam?>>, sorrisi dolcemente.
<< ti voglio bene>>, continuai. Lo abbracciai e lui mi strinse forte.
<< Anch'io piccola >>, disse ed io mi staccai di colpo.
<< Come mi hai chiamata?>>, sentii le guance arrossire.
<< piccola. Problemi? Sei una nanerottola >>, mi scompigliò i capelli.
<< scherzi, vero? Abbiamo cinque centimetri di differenza, sono alta 1,70! >>. Una volta arrivati, mettemmo a posto la casa e mi feci una doccia.
Dopo essermi asciugata i capelli, suonò il campanello. Erano i ragazzi. Abbracciai ognuno di loro e li accompagnai in salotto.

Passò il tempo. Dopo aver mangiato una pizza per cena, ci mettemmo a guardare un film.
Giunta la mezzanotte, andai a lavarmi i denti mentre gli altri stavano sistemando i sacchi a pelo. Tornata in sala, chiesi dove fosse il mio posto
<< È là >>, disse Lele.
<< grazie>>, risposi. La bionda mi indicò un sacco a pelo rosso situato tra due blu. Mi coricai lì sopra e mi raggiunsero Cameron e Nash, i miei vicini di letto.
Parlammo e scherzammo fino a quando non cademmo tra le braccia di Morfeo.

Aprii gli occhi ed ancora assonnata presi il telefono. Erano le sette.
Sentii un peso intorno al fianco e mi voltai. Nash mi si era appiccicato come una cozza e stava russando. Cercai di toglierlo di dosso senza fare rumore ma non ci riuscii. Cameron si mosse e si girò verso di me sussurrando un "buongiorno bambolina". Appena notò Nash, spalancò gli occhi e si sedette di scatto.
<< avete dormito insieme?>> chiese infastidito.
<< ma ti pare? Mi si è attaccato mentre stavo dormendo! >>
Mettendosi sulle ginocchia, Dallas mi fece segno di non muovermi e mi sollevò il braccio per prendere quello di Nash. Non appena lo afferrò, il ragazzo dagli occhi azzurri lo tirò indietro di scatto per girarsi dall'altra parte per cambiare posizione per dormire meglio, spingendo Cameron verso di me, che mi cadde addosso. Imbarazzata, mi alzai ed uscii in giardino. Sbloccai il telefono e vidi alcuni messaggi di Dylan, che era arrabbiato perché avevo dormito con il gruppo:
"So che stai dormendo con Dallas. Ti piace come cosa, eh?"
"Poi dimmi come dorme. Russa? Parla nel sonno? "
"Tu non puoi stare con quel gruppo. Ora svegliali e digli che non li vuoi vedere mai più. Tu devi avere solo me"
"Devo chiedere al tuo amico se sai aprire bene le gambe?"
Stanca delle sue scenate, decisi di rispondergli. "Come osi dirmi queste cose? Mi hai stancata. È finita", digitai velocemente. Accesi una sigaretta e mi misi a pensare.
Mentre stavo fumando, sentii una voce chiamarmi. Era Cam.
<< hey, tutto ok?>>, chiese preoccupato.
<< si si, va tutto bene. Perché sei sveglio? >>, feci fuoriuscire una nuvoletta dalle labbra.
<< mi sono svegliato per vedere come stavi >>, si passò una mano tra i capelli.
<< grazie, sei molto gentile>>, parlai finendo la sigaretta. Mi abbracciò e rimanemmo così per qualche minuto. Ebbi un brivido di freddo, perciò gli proposi di tornare dagli altri. Accettò e tornammo a riposarci nei nostri sacchi a pelo.
Il resto della giornata la passammo al parco, dove i ragazzi fecero gli esibizionisti esperti di skateboard. In realtà qualcuno di loro era ridicolo ed io e le ragazze ci lasciavamo sfuggire qualche risata per le loro figuracce. Era tutto stupendo. Finalmente avevo trovato delle persone divertenti e sincere con cui stare.
In fondo, non sapevo ancora cosa sarebbe successo il giorno dopo.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora