CAPITOLO 12

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Durante pranzo non toccai cibo. L'unica cosa che feci fu controllare la gente che era in mensa per vedere se qualcuno ci stesse guardando.

<<Piccola>>, borbottò il mio ragazzo.

<<Dimmi>>, risposi.

<<Tutto ok? Non vuoi mangiare e continui a guardarti intorno>>.

<<Sì, va tutto bene>>, lo rassicurai.

Dylan fece un' espressione poco convinta e mi diede un bacio sulla fronte.

Mi ricordai che lui non sapeva nulla del fatto che sarei stata un po'di tempo da Cameron perché mio padre doveva assentarsi per motivi di lavoro, perciò glielo dissi. Lui non la prese molto bene ed aveva ragione.

<<Non potresti stare da me?>>, mi guardò serio negli occhi.

<<Sarebbe stupendo. Ho provato a fargli cambiare idea ma ormai si era già organizzato>>.

<<Giuro che se Cameron ti sta troppo vicino o ti fa qualcosa, ci penso io a ricambiare l'ospitalità che ti ha dato con un bel pugno sui denti>>, ringhiò.

Finito l'orario di lezione andai a casa per prendere le mie cose.

Mentre stavo camminando con le cuffiette alle orecchie, mi sentii afferrare da dietro e sollevarmi. Cacciai un urlo e mi voltai appena i miei piedi toccarono il suolo. Era Cam.

<<Non ti spaventare principessa. Sono solo io>>, mi sorrise.

<<Ti ho detto di non chiamarmi principessa. Cosa vuoi?>>, dissi infastidita.

<<Stai calma. Volevo solo aiutarti a prendere le tue cose per portarle da me>>, mi scrutò con aria innocente.

Arrivammo a casa mia e trovai un biglietto sul tavolo nel salone:

"Sono partito prima del tuo ritorno. Volevo aspettarti ma avrei perso l'aereo. Ti chiamo stasera. Ti voglio bene,baci. Papà "

Sospirai e raggiunsi Cameron nella mia stanza. Era girato di spalle davanti all'armadio.

<<Cosa stai facendo?>>, domandai.

<<Sono una mosca!>>,iniziò a correre per casa urlando.

Aveva frugato nel mio armadio e si era messo un mio reggiseno nero sugli occhi.

<<Dammelo subito!>>, cercai di raggiungerlo. Sapendo che mi faceva male la caviglia, corse piano apposta.

L'avevo quasi preso quando, improvvisamente, inciampai nel tappeto e finii sopra di lui, buttandolo per terra.

Rimanemmo così per qualche istante, guardandoci negli occhi ma poco dopo cercai di alzarmi perché la situazione si stava facendo troppo imbarazzante.

Ne approfittai per prendere il mio reggiseno dalla sua mano.

<<Non frugare più nel mio armadio>>, ringhiai infastidita.

<<Perché principessa? Lì dentro ci sono cose belle che mi interessano>>, fece un sorriso malizioso. <<Ah già, devo starti lontano. La scimmietta isterica si è messa con il bellimbusto>>, si finse entusiasta.

<<Sì, problemi?>>.

Cameron alzò le mani e scosse la testa come per dire "no, affatto".

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora