CAPITOLO 26

816 49 8
                                    

<<Sicuramente saprai del motivo per il quale Dallas ed i suoi amici si sono trasferiti qua. La cosa che non sai, è che io li ho seguiti. Si dà il caso che mio fratello sia l'ex di Sierra... ma se fosse venuto lui qui, lo avrebbero subito riconosciuto. Perciò mandò me. Hai attirato la mia attenzione fin da subito, ma quando ho capito che anche Cameron ti ha notata, ho avuto una splendida idea: " e se lo facessi fuori utilizzando la povera piccola e ingenua Jade? Due piccioni con una fava". Mi fidanzai con te così potevo solo divertirmi e le cose si fecero più semplici del previsto. Con l'aiuto di Angel, ti spinsi tra le braccia amichevoli di Cameron. Ma dov'era il divertimento? Perciò ebbi un'altra idea ancor più geniale: che sarebbe successo se ci fosse qualcuno che ti spiasse di nascosto e che ti facesse fare cose belle? Comprai un altro telefono ed anche una sim. Incaricai uno sfigatello di prima superiore di controllarti ovunque tu andassi e di avvisarmi sempre ogni tuo minimo movimento. Ahi ahi ahi, povero Cameron, incolparlo ingiustamente per le mie azioni. A proposito, ti era poi piaciuto il completino intimo? Quando ti sei messa con lui, ho terminato di progettare il mio piano in ogni minimo dettaglio per poi fargliela pagare. Tu, invece, dovresti essere contenta. D'ora in poi vivrai con me, Angel e il nostro clan e noi ti faremo tutto ciò che vorremo. Te lo dicevo, piccola Jade: prima o poi saresti stata mia per sempre.>>.
Dopo quel discorso, Dylan mi diede un bacio a stampo sulle labbra senza il mio permesso ed uscì dalla stanza.
Le sere passavano ed ogni due notti succedeva sempre lo stesso " sacrificio".
Con il tempo mi ero costruita un mondo tutto mio per combattere la solitudine: un posto in cui c'eravamo io e Cameron, felici come il giorno prima del mio rapimento.
Toby ogni tanto cercava di farmi visita, ma io lo respingevo. Lui non era ammesso nella mia mente.
Mentre stavo dormendo, sentii degli spari e dei rumori provenire dall'esterno dell'edificio in cui mi trovavo.
Cercai di spostare il letto con le gambe e mi ci nascosi sotto. Poco dopo qualcuno cercò di sfondare la porta della mia stanza. Dei poliziotti entrarono, ruppero le manette con una tenaglia, mi misero una coperta intorno alle spalle e mi accompagnarono fino all'ambulanza che mi stava attendendo nel giardino.
Lì dentro trovai Nash, che mi stette vicino durante il tragitto per andare all'ospedale. Una volta arrivati, dei medici mi visitarono immediatamente.
Dopo una mezz'ora, mi lasciarono riposare su un lettino e mi spostarono in un altro edificio.
Mi svegliò la voce di mio padre, che era tornato in città da molto tempo. Mi abbracciò.
<< mi sei mancata così tanto...non puoi capire quanto sono stato preoccupato per la tua scomparsa>>, le lacrime scivolarono lentamente sul suo viso.
<< per l'esattezza, quanto sono stata via?>>, chiesi confusa.
<< un mese e mezzo. Piccola mia, ti devo parlare>>, disse.
<< la polizia ha arrestato quasi tutto il gruppo che ti ha fatto del male. Mancano solo due persone. Alcune fonti dicono che si tratti di Angel e di Dylan>>, continuò.
<< dove mi trovo?>> chiesi.
<<non è facile da dire, ma sei in un ospedale psichiatrico e devi starci per un periodo. Non si sa se guarirai in molto o poco tempo. I danni psicologici che hai ricevuto durante quest'arco di tempo sono belli forti. Però se andrà tutto bene, tra due settimane. Ti verrò a trovare ogni giorno. Mi dispiace di essere stato assente e di non averti protetta>>, si sfregò il viso con le mani. << ora vado, a domani. Riposa bene>>, mi salutò ed uscì dalla stanza.

Mi svegliò un medico per darmi le medicine e mi avvisò che c'era una visita per me. Lele e Nash erano venuti a vedere come stavo. Mi spiegarono che erano riusciti ad ottenere un contatto con Toby e che lui gli aveva mandato dei messaggi in codice per capire la via di dove si trovava l'edificio ed altre informazioni.
<< Jade, dobbiamo parlarti. La polizia ha detto che tu hai subito dei danni psicologici. Noi all'incirca sappiamo cosa ti hanno fatto e...>>, parlò il ragazzo dagli occhi azzurri ed in quel momento non capii più nulla perché la porta si aprì senza far rumore ed entrò Cameron.
Nate e gli altri avevano detto che era morto, persino Toby. Mi avevano anche mostrato delle foto per torturarmi.
Cominciai a realizzare che stavo davvero male, che avevo delle visioni causati dallo stress. Cominciai a vedere nero e la testa mi girò forte. Svenni.

Mi svegliarono delle voci. Aprii gli occhi e mi resi conto che erano sempre Lele e Nash. Mi tirai su dalla posizione coricata e mi sedetti sul letto.
<<tesoro, stai bene?>>, chiese Lele. <<cos'hai? >>, domandò Nash. L'immagine di Cameron era ancora nella camera, sulla sedia vicino alla finestra che mi guardava in modo serio. Gli urlai contro.
<< vai via, so che sei morto! Via da qua, via dalla mia testa!>>.
Presi un vaso nel quale c'erano dei fiori portati da mio padre e lo lanciai, cercando di mirare quel fantasma. Lui, però, con una mossa veloce si abbassò, schivandolo, e fece per venire verso di me.
Sentendo il rumore, i medici entrarono nella stanza e portarono via Lele e Nash, che erano scioccati. La figura di Dallas mi guardò con un'espressione seria sul volto ed uscì dalla stanza.
Scoppiai in un pianto disperato. Cameron mi mancava così tanto che lo vedevo dappertutto. Per tranquillizzarmi, i dottori mi sedarono e caddi in un sonno profondo. Ero troppo isterica.
Mi ripresi intorno alle otto di sera. Un volontario mi portò la cena. Aveva un cappellino nero in testa e camminava con il viso abbassato. Posato il vassoio vicino al mio letto, mi guardò. Era Cameron.
Mi nascosi sotto le coperte fino a quando egli non me le tolse di dosso poco dopo. Ora aveva un altro viso, sconosciuto. Mi resi conto che stavo impazzendo. Mi guardò in modo strano e mi chiese se fosse tutto ok. Annuii e mi dosò le medicine, poi uscì dalla stanza passando dalla porta che era già spalancata.
Mangiai in silenzio e poi andai nella sala comune, dove tutti i malati di mente potevano ricevere visite o giocare con altre persone. Feci amicizia con una ragazza, Hanna, ed un ragazzo, Luke.
Giocammo a Monopoli e ad una specie di gioco dell'oca.
Intorno alle 10:30 ci mandarono nelle camere per andare a dormire.

Il giorno seguente mi svegliai presto e chiesi della carta e delle matite per disegnare. Mentre mi stavo divertendo nel creare un cane, bussarono alla porta. Entrò un volontario seguito da Nash. Appena l'uomo ci lasciò soli, il ragazzo dagli occhi azzurri parlò.
<<dobbiamo finire il discorso di ieri >>, disse.

Downfall || Cameron Dallas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora