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Mai avrei immaginato che il viaggio più lungo della mia vita sarebbe stato quello per scappare dal mio stesso matrimonio; eppure eccomi qua, scappata di casa con solo una borsa di vestiti, in macchina ormai da ore con la musica accesa sintonizzata in una stazione radio che avevo cominciato ad odiare e con una metà non del tutto certa: Dallas, una cittadina dell'Oregon.
I motivi che mi portarono a scegliere quella città erano svariati: era lontana da casa, era la città dove mia nonna era nata e che dopo la sua morte aveva lasciato a me, e cosa fondamentale era sicura e mio padre non sapeva dell'esistenza di quel posto; quindi non mi lasciavo prendere dal panico per ora.

Ero giunta finalmente a Dallas.
Parcheggiai la mia macchina, un suv nero comprato subito dopo aver venduto la mia vera macchina per paura che mio padre mi trovasse, davanti la casa e un sorriso spontaneo si creò sul mio viso: tutto era coperto da uno strato di neve bianca e candida, gli alberi del bosco che circondava gran parte di Dallas avevano i rami piegati per il peso della neve ed infine la casa, piccola e in legno scuro, era identica a quando ero piccola solo con l'eccezione che ora era disabitata.
Entrai e venni subito accolta dal tipico odore da chiuso e di vissuto; appoggiai la borsa,con dentro qualche vestito, sul divano blu al centro del salotto e aprii la finestra per far passare un po d'aria e di luce. Comminciai a sistemare le mie cose, anche se erano davvero poche, pulii la casa rimuovendo la polvere che si era accumulata col tempo ed infine feci la lista delle cose che mancavano in casa e che sarei andata a compare il giorno seguente.

Era passata solo una notte da quando ero arrivata eppure mi sentivo già più a mio agio, come se i pezzi distrutti della mia vita avessero cominciato a ricomporsi. Il pensiero molto spesso andava a mia madre e al branco " Chi sa cosa stanno facendo? Mi staranno cercando? " erano le domande più frequenti e che ogni volta dovevo impormi di non farmi.
Uscii di casa e respirai a pieno, la neve ricopriva ancora tutto e il mio lupo voleva correre sopra quella distesa soffice e candida, senza esitare mi inoltrati nel bosco e quando ero sicura di essere sola mi trasformai; la schiena si incurvo, il muso si allungo, le unghie diventarono artigli e le mani zampe, tutto il mio corpo fu scosso da scariche e la mia pelle si ricoprì da un folto pelo bianco come la neve che era intorno a me. Ero diventata un lupo ed era una sensazione bellissima. Comminciai a correre spinta da una voglia irrefrenabile di libertà,l'aria mi accarezzava la pelliccia e tutto intorno a me aveva una prospettiva diversa, migliore: vedevo molto più lontano, sentivo i rumori e i suoni della natura e l'olfatto, che per gli umani non aveva molto importanza ora era diventato un nuovo senso.
"Chi sei?" Mi fermai di colpo facendo un solco sulla neve sentendo una voce nella mia testa. "Cosa fai nel nostro territorio?" Il panico prese il sopravvento quando sentii un rumore, come un esercito che marciava , provenire dietro mi me, era un branco. "Scappa" Il mio istinto mi mise in allerta; Feci un balzo e comminciai a correre più veloce che potevo schivando alberi e tronchi caduti; erano dietro di me, sentivo i loro passi, il loro odore, mi girai sperando di non vederli. "Attenta!" Urlò la mio lupo interiore. Guardai avanti e non riuscendo a fermarmi, mi ritrovai sommersa dell'acqua di un lago.
Uscii dall'acqua ghiacciata tossendo e ragomitolandomi sulla terra, ero tornata umana ed avevo i vestiti bagnati e appiccicati; mi guardai intorno ma non c'era nessuno, mi alzai, corsi verso casa senza mai fermarmi e sperando di non incontrare quel branco.
Quando avevo quindicianni un lupo solitario era entrato nel nostro territorio e subito si scatenò un pandemonio, molti credevano che fosse un lupo che voleva conquistare il territorio altri che volesse prendere il posto del nostro alpha, tutti però erano d'accordo su una cosa, il lupo solitario era una minaccia ed era da uccidere.
Senza rendermene conto ero diventata come quel lupo solitario e stavo minacciando il territorio del branco presente a dallas, al contrario suo però non mi sarei fatta prendere e riconoscere.

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