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Hanna continuava a tenere i suoi occhi azzurri puntati come riflettori su di me, mentre osservava la mia reazione. Feci un sorriso nervoso pensando alla frase che aveva appena detto. Sicuramente si stava sbagliando.
-Sono solo stanca. - Ribadii per poi alzarmi e uscire dalla stanza. Le mani mi tremavano al pensiero mentre tornavo da mia cugina e gli altri.
- Perchè sei qua? cosa vuoi da Alex?- Continuava a chiedere Aiden a mia  cugina, ma lei non rispondeva, teneva semplicemente gli occhi fissi su di lui.
- Alice andiamo.- Dissi appena Aiden si accorse della mia presenza.
- Cosa?- Chiese Aiden avvicinandosi a me. Lo guardai meglio, aveva un'espressione preoccupata e quasi di paura dipinta in volto.
Mia cugina senza dire nulla uscì dalla casa.
- Non la vedo da molto tempo e poi non parlerà mai con voi nei paraggi.- Dissi spostando lo sguardo su Lia e Mark, per poi dirigermi verso la porta
- Dovevamo parlare. - Sussurrò Aiden prendendomi la mano e cercando di tenermi. Sospirai per poi girarmi. "Non stai male perchè sei stanca . E' colpa d'altro. " La voce di Hanna si ripeteva nella mia testa. Sorrisi cercando di nascondere la paura,  il dubbio che sentivo dentro di me stava diventando sempre più pesante.
- Non scappo mica.- Risposi avvicinandomi e dandogli un bacio sulla guancia. Lui mi guardò sorpreso e confuso. - Ti chiamo io.- Senza aspettare oltre mi fiondai fuori dalla casa, per poi salire nella mia macchina e tornare a casa.

- Quindi è qui che vivevano i nonni.- Alice continuava a guardarsi intorno, toccando di tanto in tanto qualche foto e soprammobile. - Sai è la prima volta che entro in questa casa, mia madre non mi ha mai portato qua.- 
- Perchè sei qui Alice?- Lei riportò la sua attenzione su di me.
- Devi tornare a casa. - Scossi la testa.
- Tu non capisci.- 
- Si che capisco.- Rispose interrompendomi. - L'Alpha mi ha detto tutto.- La guardai non capendo, lei sapeva ed era d'accordo con lui? - Alexandra, non sei più una bambina. -
- Esatto, per questo me no sono andata; lui non può scegliere per me. - Lei scosse la testa con un sorriso ironico.
- Non si parla solo di te, diavolo. Questo matrimonio potrà impedire una guerra, lo capisci questo? Centinaia di persone potrebbero salvarsi da una morte certa.- 
- La guerra l'ha voluta lui- Urlai. - Soltanto lui, con la sua smania di potere. Io non sono un cerotto che può usare come rimedio per i suoi casini.- Lei continuava a guardarmi senza emozioni.
- La tua vita vale così tanto?- Chiese sedendosi sul divano. - Centinai di persone, tra le quali anche bambini.- Un nodo mi si creò in gola. - Lo sai che non ci sono alternative.- Sussurrò. Il silenzio si espanse per tutta la casa. 
- Come sapevi che ero qua?- Chiesi sedendomi di fianco a lei.
- Tuo padre me l'ha detto.- Il sangue mi si gelò nelle vene, al pensiero che lui sapesse dov'ero.  - Ha detto che dovevo portarti a casa entro una settimana, oppure sarebbe venuto lui a prenderti.-  Un brivido mi percosse tutta, il ricordo di quell'incubo era ancora vivo nella mia memoria.
- Se rimani lui ucciderà tutto il branco che ti ha aiutato, mentre se scappi ancora la guerra si prenderà centinaia di persone. Non capisco perchè continui a pensare quando sai benissimo quello che devi fare. - 
 Scossi la testa portandomi le mano tra i capelli.  C'era in gioco la mia libertà, la mia vita.
- Vado a farmi una doccia.- Dissi alzandomi dal divano, nascondendo le lacrime che stavano per rigarmi le guance. Alice non disse nulla. 
Salii le scale sentendo un peso dentro di me, per poi  chiudere la porta della camera a chiave.
"Fai un respiro profondo." Pensai appoggiandomi sulla porta e regolando il respiro. "Andrà tutto bene."
Con le mani che tremavano mi avvicinai al calendario e contai i giorni. 
- Non è possibile.- Sussurrai per poi lasciarmi scivolare  a terra e chiudere gli occhi pieni di lacrime.
Tutto stava per cambiare, mentre io non potevo fare ed impedire nulla.

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Grazie mille per aver letto.
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A presto. 🍭🌻

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