Il fieno pungeva un po' ma era stata abituata fin da piccola a quella sensazione quando le estati la sua famiglia si riuniva con i vicini a raccontarsi storielle antiche della tradizione. Erano ricordi sfumati e frammentati ma lasciavano una piacevole sensazione dietro di sé ed era quella che importava.
Mentre si strofinava gli occhi, Margaret guardò verso la piccola finestrella vicino all'entrata della stalla. Un timido raggio di sole filtrava dentro e illuminava un piccolo ritaglio di legno sulla parete adiacente all'ingresso. Era quasi orizzontale, segno che era mattina presto.
Si decise ad alzarsi e si sgranchì per bene, poi si avvicinò alle galline che erano ancora placidamente accoccolate una all'altra nell'ombra. Erano cinque e Jim e Lukas avevano dato loro nomi strani che lei non ricordava mai, ma non importava.
-Buongiorno- sussurrò inginocchiandosi di fronte alle bestiole. Erano ancora un po' assonnate e non si muovevano.
-Allora, le avete fatte le uova?- Allungò una mano verso quella più giovane, un esemplare piccolo dalle penne vivaci, e la accarezzò. Poi prese la valigia e uscì silenziosa. Accanto alla stalla, che sorgeva dietro casa sua, c'era una piccola fontana intagliata in un tronco di legno che suo padre aveva costruito qualche anno prima. Al suo avvicinarsi dei fringuelli che si stavano abbeverando volarono via fulminei in un cinguettio acuto. Margaret si sciacquò il viso con l'acqua fresca poi lasciò che si asciugasse. Ma quando accidentalmente si specchiò nell'acqua vide delle macchie nere al livello degli occhi.-Oddio!- esclamò guardando meglio.
Ah sì! Il mascara!
Non lo aveva tolto dalla notte prima e lavandosi si era sciolto. Provò a cancellarlo finché non ritenne accettabile il risultato, anche se aveva ancora qualche dubbio sul fatto se se ne fosse andato via del tutto o no.
La ragazza si sistemò i capelli e si lisciò la gonna. Non doveva sembrare una che aveva dormito tutta la notte nella stalla.
I problemi in cui era incorsa la notte prima erano stati molteplici. Beh, innanzitutto i suoi genitori non erano a conoscenza del fatto che lei sarebbe tornata a quell'ora tarda, per cui avrebbero benissimo potuto prenderla per ladra qualora lei avesse fatto sentire la sua presenza. Inoltre, le porte e le finestre erano sicuramente tutte chiuse e tutti stavano già dormendo da un pezzo. Infine era un'idea azzardata presentarsi a quell'ora a casa; conoscendo la madre, sicuramente lei si sarebbe altresì arrabbiata con il signor Clark o il signor Friedrich (o anche il signor Maxwell) di aver lasciato sola una donna giovane e indifesa. Avrebbe creato un finimondo ed era l'ultima cosa che Margaret sperava.
Perciò aveva deciso di rifugiarsi nella stalla e dormire con le galline, anche se loro si erano addormentate ben prima.
La stalla di famiglia in realtà non accoglieva nessun animale a parte le galline appunto, ma era il deposito del fieno. Suo padre lo vendeva ogni anno dopo aver falciato l'erba attorno a casa (ce n'era in abbondanza) e averlo fatto essiccare al sole, e rappresentava un buon guadagno.
Sapeva che era un po' presto e la madre le avrebbe fatto molte domande, ma non aveva più voglia di aspettare e decise di andare a bussare. Qualcuno sveglio ci sarà, pensò.
La sua ipotesi fu confermata da dei passi che si sentirono da dentro.
La porta si aprì.
Antony.
-Buongiorno padre.-
-Ooh la mia bambina!- Si abbracciarono ed entrarono. La casa era ancora buia a causa dei balconi chiusi e l'aria era pesante. Margaret vide la tazza di caffè vuota sopra il tavolo e i piatti ancora da lavare nel lavandino.
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Ci sono sempre stata
RomanceLui è un uomo colto, astuto e ironico, capace di tenere sotto controllo qualsiasi situazione. Gli è stata affidata un'importante missione, che non può e non deve fallire. Ma le cose iniziano drasticamente a cambiare quando il suo compito viene a sco...