CAPITOLO XXVIII

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Passarono alcuni giorni, durante i quali il distacco tra Ron e Margaret si acuì. Dall'ultima volta in cui si scambiarono la parola, ovvero quando lei lo aveva sorpreso nella sua stanza in compagnia della bella donna Eloisa, si erano visti poco. Nessuno dei due ci teneva a mostrare interesse nei confronti dell'altro; Margaret lo ignorava; Ron la ignorava.

O almeno, tentavano entrambi di farlo.

Mentre serviva, la ragazza gettava di tanto in tanto l'occhio nella direzione di lui, che il più delle volte era preso nella conversazione con i suoi due amici. Si accorse che aveva ripreso a fumare con vigore e si chiese se fossero stati gli ultimi avvenimenti a indirizzarlo verso il fumo. Concluse di no. O forse sì?

Dall'altra parte, Ron sentiva la presenza della ragazza ogni volta che si trovava alla locanda. Per qualche ragione le risultava opprimente e sentiva che avrebbe voluto che lei non ci fosse per comportarsi più liberamente, come aveva sempre fatto. Anche se, in realtà, non era assolutamente quella cameriera a distrarlo. O forse sì? Così si prendeva una sigaretta e la faccenda si chiudeva.

Era il picco dell'estate. Ormai giugno aveva lasciato il posto al mese di luglio, afoso in certi tratti ma che, alle volte, faceva esplodere dei temporali terribili, con fulmini e tuoni che facevano tremare la terra. Quel giorno era un po' nuvoloso, nonostante le temperature piuttosto alte, e Margaret stava percorrendo il suo viale tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Ormai aveva fatto l'abitudine e le spalle le dolevano meno rispetto ai primi giorni, anche se si sentiva comunque sfinita. L'unica cosa a cui anelava era di sdraiarsi sul suo letto e aspettare la cena. Alcune volte lo faceva, altre Agnes chiedeva una mano in cucina o in qualche altra occupazione casalinga e Margaret non rifiutava mai, sapendo anche come era difficile, per un'unica donna, occuparsi di tutte quelle cose. Comunque non si spingeva troppo, la madre le lasciava libertà e bloccava la figlia quando si accorgeva che stava iniziando a stancarsi troppo.

Margaret giunse a casa ma trovò la madre sola. Ah, giusto. Quel giorno Antony aveva tenuto il suo discorso nella piazza di un paese a qualche chilometro da Capo Laguna. Si era alzato più presto del solito per poterlo raggiungere intorno a mezzogiorno e sarebbe dovuto tornare di lì a poco.

-Buonasera, madre- salutò Margaret appena fu in casa. Agnes si voltò e la ragazza notò subito la sua faccia stanca.

-Ciao, tesoro.-

Appoggiò la sua borsa sopra il mobile accanto alla porta. -Tutto bene?-

-Certo.- La donna si voltò e riprese a tagliare le zucchine. -'Stasera zucchine e patate, d'accordo?-

-Sì.-

Agnes tentò di concentrarsi su quello che stava facendo, anche se era difficile.

Di nuovo. Era accaduto di nuovo.

Quella mattina, per la seconda volta, aveva trovato un messaggio intimidatorio sulla staccionata. Stessa posizione, stesso inchiostro nero, ma la calligrafia le era sembrata diversa.

Diceva: ultimo avvertimento.

Due sole parole che le fecero accapponare la pelle. Aveva gettato immediatamente il foglio nel fuoco, che accendeva per cucinare, come aveva fatto con l'altro foglio. I messaggi erano diventati cenere, ma erano rimasti vivi dentro di lei.

Aveva evitato di parlare con la famiglia del primo, magari qualcuno aveva sbagliato, oppure volevano fare uno scherzo di cattivo gusto. Ma trovarselo per la seconda volta era terribile, e la avevano spinta a riflettere. Doveva dirlo ad Antony? E a Margaret? Ai piccoli sicuramente no, non voleva dar loro l'impressione di non trovarsi in un posto sicuro a casa propria, ma agli altri due?

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