CAPITOLO XXVII

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Com'è che andava avanti?

Agnes si fermò un attimo con la scopa davanti alla porta ancora chiusa, cercando di ricordare. Com'è che andava avanti la canzone?

Ah sì!

Dolce capire, che non son più solo, ma che son parte, di un'immensa vita

Riprese a canticchiare e aprì la porta per spazzare lo sporco fuori, ma appena lo fece si immobilizzò.

Cos'era quello?

Appoggiò la scopa sul muro e uscì. Raggiunse a grandi passi la staccionata fuori casa e strappò il foglio che c'era appeso.

Sappiamo tutti cosa vuoi fare! Smettila di ingannarci altrimenti finirai male

Pietrificò con quel foglio tra le mani. Che cosa che cosa voleva dire?

Si guardò intorno, agitata; solo il vento che smuoveva la gonna si aggirava silenzioso tra gli alberi e i sassi. Nessuna anima viva attorno. Di lì a poco sarebbero arrivati i vicini di casa per l'estate, ma al momento sembrava esserci solo lei nei paraggi.

Erano minacce?

Osservò atterrita la scritta; era stata fatta con inchiostro nero, e presentava pure un paio di errori ortografici; di quelli di cui si accorse lei, in realtà. Era sicura che Margaret ne avrebbe trovato qualcuno in più. Rabbrividì. Cosa significavano quelle parole?

Guardò verso il viale, dove un'oretta prima aveva visto passare Margaret che andava al lavoro. Sperò solo che lei non fosse in pericolo.

Margaret, ignara di ciò che stava accadendo alla madre, continuava a pulire i tavoli e a servire i clienti. Dopo già un'oretta e mezza le dolevano le spalle e sentiva il bisogno di sedersi da qualche parte. Anche per terra, a essere sincera. Almeno erano finite le occhiate curiose e anche, alle volte, invadenti di tutte le altre colleghe. Appena si era presentata, quella mattina, tutte, a partire da Fè, la avevano trafitta con gli occhi. Forse, ipotizzò, perché era abbronzata e si vedeva abbastanza, dato che aveva le braccia scoperte. O forse perché l'aria di mare le aveva fatto un bell'effetto. Anche la madre aveva detto che pareva rinata, giusto?

Si guardò intorno, spinta da un impulso sconosciuto, e cercò quasi involontariamente il signor Friedrich con gli occhi. Non c'era. Dato che parlavano molto di lui (l'entusiasmo del suo arrivo, col passare dei giorni e delle settimane, non si era affatto affievolito) aveva sentito che due giorni prima se n'era andato da solo da qualche parte, verso il tardo pomeriggio. Fatto sta che erano passati giusto due giorni dal loro ritorno a Capo Laguna e di lui, nessuna traccia. Era sparito di nuovo? Come l'ultima volta? E che cosa aveva da fare di tanto urgente da muoversi subito, lo stesso giorno del loro arrivo in paese?

Aveva immaginato mille volte a come sarebbe stato il loro incontro dopo l'episodio tornando da Santa Caterina; una volta se lo era immaginato imbarazzato, un'altra, che riteneva di gran lunga più probabile, si mostrava indifferente. Magari anche distaccato. Perché no? Il signor Friedrich era un tipo di quel genere.

Però non vederlo era davvero triste; si rese conto che per quanto potesse essere assurdo le mancava un po', e le sembrava che senza di lui tutto quello che faceva avesse perso un po' di senso.

Si appoggiò al tavolo che stava riordinando, persa in quei pensieri. Dov'era il signor Friedrich? Dov'era?

Colse con la coda dell'occhio Fè che sfrecciava di fronte a lei con in mano il taccuino per prendere le ordinazioni. Alzò gli occhi e, ironia della sorte, chi vide, poco più in là, all'entrata della locanda? Nientemeno che lui. Il signor Friedrich.

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