Si appoggiò sul muro della cucina, trafelata, e si passò una mano tra i capelli.
Dove aveva trovato quel coraggio? Ok una volta, facendo la finta donna delle pulizie nella camera del signor Friedrich; ok una seconda volta, con quella risposta, inaspettata più a se stessa che all'amico del forestiero; ma non una terza!
Cosa le stava capitando? Era sempre stata pacata e educata, per niente polemica...
Improvvisamente ricordò un particolare. Due sere prima aveva involontariamente origliato una piccola parte di una conversazione tra la madre e il padre in cucina. Era scesa per prendersi un bicchiere d'acqua, ma poi si era trovata ad ascoltare, nascosta dietro la porta.
-Ti rendi conto, Antony?- aveva esclamato Agnes. Margaret non li vedeva, ma aveva intuito che la donna aveva sbattuto le braccia sul tavolo, turbata.
-Sei tu che non ti rendi conto!- aveva risposto lui. -Ci stanno soffocando, Agnes, ci stanno ammazzando di lavoro. Più ore, sempre più ore di lavoro, e salario sempre più basso. Cosa siamo, macchine? È tempo di reagire! Basta stare in silenzio, basta abbassare la testa di fronte alle loro ingiustizie! Noi gli serviamo, e se tutti insieme, insieme, dico, reagiamo, allora quei maledetti non potranno fare altro che ascoltarci e accontentarci, se non vogliono, all'improvviso, trovarsi senza ciò che gli assicura il benessere.-
Quelle parole avevano colpito Margaret profondamente; sebbene in una dimensione più ridotta, quelle ingiustizie le subiva anche lei, ogni giorno.
Si chiese se era stato proprio quell'episodio a spronarla; concluse che probabilmente era così, e questo la preoccupava parecchio.
Si guardò i piedi, sconfortata, poi osservò la divisa tra le mani.
Cameriera. Ora era, a tutti gli effetti, una cameriera. Tutti i giorni là fuori, tutti i giorni a gironzolare tra i tavoli con le mani occupate e i piatti in bilico sui vassoi. Era sconfortata, profondamente triste. Tutto stava andando per il verso sbagliato...non c'era gratitudine in quello che faceva, quel lavoro era terribilmente alienante. Tuttavia, rifletté, doveva andare avanti, e se per lei non vedeva speranze, le vedeva per i suoi fratellini, ancora piccoli e sognatori. Lei aveva smesso di sognare tanto tempo prima, ed era stato dolorosamente improvviso; non voleva, in nessun modo, che ciò accadesse anche a Jim e Lukas. Per loro si era messa a lavorare con tanta frequenza, infatti poteva anche solo coprire il turno un giorno sì e uno no, non tutti i giorni come invece faceva ora. Per loro, e soltanto per loro. Se il suo futuro era segnato, quello dei suoi due fratellini non lo era affatto. O almeno, avrebbe tentato in tutti i modi che non lo fosse.
Tutto a un tratto sentì una specie di formicolio alla nuca, come se qualcuno la stesse osservando.
Alzò lo sguardo e sobbalzò: c'era un'alta figura a pochi passi da lei. Spalancò gli occhi nel constatare che era lui: il signor Friedrich!
-Oh...- mormorò, e si raddrizzò, sistemandosi velocemente i capelli. Erano spettinati?
Lui aveva addosso solo una camicia bianca, senza giacca, ma con la cravatta nera, abbinata ai pantaloni grigi. Stava decisamente bene. Margaret indugiò un istante sulle sue spalle, ma poi abbassò immediatamente gli occhi, sentendosi una stupida.
-Salve- mormorò.
-Dov'è la mia camicia?- chiese per tutta risposta lui. Si infilò le mani in tasca e si guardò intorno. Per il momento non c'erano persone nel corridoio tra la cucina e il bar, per fortuna. Non voleva farsi vedere in compagnia di quella mocciosetta da quattro soldi, che, tra l'altro, era pure leggermente arrossita quando lo aveva visto. Lui si accorgeva di questi dettagli, in fondo, faceva parte del suo lavoro; coglieva particolari che la maggior parte delle persone non notava, ed era orgoglioso di questo. Una qualità innata, andata sviluppandosi con gli studi in economia, che aveva agevolato la sua carriera, facendola ben presto decollare. Durante gli anni aveva mandato in galera parecchi furboni che credevano di poter guadagnare rosicchiando ogni volta qualche centesimo dai ricavi dell'azienda in cui lavoravano. Peccato però che Ron Friedrich si accorgeva anche del piccolissimo dettaglio fuori posto, ed era pronto a indagare, fino a stanare i colpevoli. Ricordò che una volta era riuscito a trovare le prove per arrestare nientemeno che il socio del padrone della fabbrica su cui stava lavorando. Quello fu il biglietto da visita per le offerte di lavoro seguenti, ben più importanti, che gli avevano assicurato sempre più notorietà.
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Ci sono sempre stata
RomansaLui è un uomo colto, astuto e ironico, capace di tenere sotto controllo qualsiasi situazione. Gli è stata affidata un'importante missione, che non può e non deve fallire. Ma le cose iniziano drasticamente a cambiare quando il suo compito viene a sco...