CAPITOLO XXI

17 2 0
                                    

Si svegliò a causa di un raggio di sole che filtrò attraverso le tende. Certo, si era scordato di chiudere i balconi. Tipico.

Brontolò qualcosa e infilò la testa sotto le coperte, esausto. Era riuscito a dormire al massimo un paio d'ore, troppo poche, ovviamente, perché si sentisse riposato. Tutta la notte a rotolarsi nel letto, tentando invano di addormentarsi. Il fatto è che la sensazione di umiliazione che aveva sentito la sera precedente non si era affatto attenuata, anzi; durante le ore notturne era diventata più soffocante e oppressiva.

Ron non aveva nessunissima voglia di alzarsi, anche perché era presto. Che ore erano? Le sei, o giù di lì. Era estate ormai e il sole sorgeva presto, anche perché non c'erano montagne che impedivano che si allungasse indisturbato.

Dopo circa mezz'ora si alzò barcollando e si avvicinò alla finestra. Il sole si era alzato ulteriormente e adesso investiva tutta la stanza. Era bella la camera rivolta verso il mare ma il problema era che c'era il sole tutto il giorno.

Stava per battere una mano sul vetro con gesto di stizza quando il suo sguardo fu attratto da una figura che stava percorrendo la strada sotto l'albergo.

Si fermò e guardò con più attenzione.

No, non era possibile. Ancora lei.

Margaret si era alzata presto, perfettamente in forma. Il signor Clark, la sera prima, le aveva proposto una scappatella al mare e lei, che non aveva mai provato un'esperienza simile, aveva detto di sì immediatamente.

Il costume? Nessun problema, ne vendevano a pochi soldi lì vicino e lei, verso le sei e mezza, era uscita esattamente con quelle intenzioni.

Avevano allestito una piccola bancarella alla fine della discesa che portava al suo albergo che vendeva qualsiasi cosa: c'erano souvenirs di Santa Caterina, palloni, racchette e, perlappunto, costumi per il mare. Consistevano in una sorta di vestito lungo fino a metà coscia, senza maniche e un po' aderente. Ce n'erano di molte varietà, i motivi stampati erano tantissimi e molti attiravano la sua attenzione.

Notò uno color turchese acceso con dei soli grandi sul giallo. Lo osservò, ammirata. Era bellissimo.

-Signorina, quello vi starebbe proprio bene!- Margaret alzò gli occhi e si vide la venditrice dietro la bancarella che le stava sorridendo. Le prese il costume e glielo mostrò tutto. -Fareste un figurone, ve lo dico io, anche perché, detto fra noi, l'azzurro dona alle more.-

Bastò quello. La ragazza lo comprò, anche se con qualche esitazione perché costava un po'. Ma voleva fare qualcosa per sé, in fondo la paga la aveva presa, anche se la maggior parte la aveva messa da parte per Jim e Lukas, e allora decise che quel capo era l'unica cosa che in quel momento davvero desiderava. Probabilmente non lo avrebbe più indossato, chi sarebbe andata al mare più?, ma non ci badò. E lo acquistò.

Tornò verso l'albergo senza riuscire a togliersi il sorriso dalle labbra; pensò che doveva sembrare una scema, che ride senza motivo, ma davvero non era in grado di non sorridere. Si sentiva felice come mai prima di allora.

E il risultato davanti allo specchio era ancora più sorprendente! Per la prima volta apprezzò il suo corpo, il suo viso, le sue forme, e ammise di essere, in fondo, una bella ragazza. Ora era il momento di andare al mare!

Il signor Clark la stava aspettando giù di sotto e, vedendolo solo quando di solito era accompagnato, fece sorgere in lei la domanda più ovvia: e il signor Friedrich?

In realtà, rifletté, non le pareva un tipo da mare, lui, ma sorprendentemente riusciva benissimo a immaginarselo sulla spiaggia con solo il costume addosso...

Ci sono sempre stataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora