Capitolo 18

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Percorro una piccola via,buia e senza alcun lampione ad illuminarla.
In torno a me il nulla,il mio cellulare è scarico,perciò non so nè che ore sono,e non posso nemmeno chiamare qualcuno per chiedere di farmi venire a prendere.
Sto iniziando a spaventarmi,il vento tira forte,provocando dei fischi davvero inquietanti.
Dovrei smetterla di guardare così tanti film horror.
Mi impianto per un secondo in mezzo alla strada,quando vedo un paio di persone,camminare verso di me.
Magari potrei chiedergli informazioni.
Cammino fino a loro,ma non sembrano soggetti a posto.
Sono due uomini,uno sembra avere circa una quarantina d'anni,con una barba folta e una maglietta strappata.
L'altro invece gli cammina dietro,con un bicchiere di qualcosa in mano,suppongo sia alcool.
Merda.
Cerco una via d'uscita,ma qua le strade sono tutte uguali e non so dove andare,non vorrei mai trovarmi in una via di tossico dipendenti e ubriachi,soprattutto la sera.
Non so che fare,mi viene da piangere,ma so che con le lacrime non risolverò un bel niente.
Alzo il cappuccio e cammino a testa bassa,sperando che non facciano caso a me.

"Ehy,tu!" Dice,l'uomo che incute più timore,quello con la maglietta strappata.
È molto grosso,ho paura che mi faccia qualcosa.
Si avvicina sempre di più,mettendomi con le spalle al muro,il cappuccio mi cade,scoprendomi il viso.
"Che ci fa una bella ragazza sola,a quest'ora?" Non ho più nulla da fare,se non dargli un calcio nel punto più doloroso e scappare.
Lo farei,se il mio corpo non fosse paralizzato.
Ho la bocca secca e,anche volendo,le parole non mi uscirebbero di bocca.
Mi guarda,squadrandomi da testa a piedi.
Si avvicina sempre di più,sapevo che questa città non mi avrebbe portato niente se non che guai.
Maledetta mia madre e Brendon,ma soprattutto Jack,mi ha offerto un passaggio,ma ho preferito litigarci,piuttosto che salire in macchina con lui.

Quest'uomo puzza di birra e di fumo,mi respira addosso,e il suo alito non è dei migliori.
Ho gli occhi sbarrati,le mani stese lungo i fianchi.
Stringo a me la borsa,sperando che non me la prenda.
"Oh,tranquilla..non mi interessa quella." Dice,vedendo il mio gesto.
Le sue parole sono sussurrate.
Comincia a mettermi le mani sulle spalle,per poi farle scendere lungo le braccia.
Osserva ogni centimetro del mio corpo.
Qua intorno non c'è nessuno,l'unica cosa che mi rimane da fare è aspettare che quest'uomo finisca di fare ciò che vuole.
Ma che cosa?
Devo scappare,adesso.
Non permetterò che mi succeda qualcosa.
Abbasso la testa,in modo da far si che non mi veda in volto,poi decido di assecondarlo.

Mi avvicino un po' più a lui,ipnotizzandolo e facendogli di credere di stare al suo gioco.
Sono più furba di quanto la gente immagina.
Lo guardo,con aria seducente,gli occhi fissi nei suoi.
Con la coda dell'occhio guardo le vie che mi circondano,c'è un lungo passaggio alla mia destra.
Devo andare da quella parte.
Lo guardo ancora,e il suo respiro inizia ad affannarsi di più.


Jack
Quella ragazzina è proprio insopportabile.Spero si sia pentita di non avermi dato retta e di non essere salita in macchina con me.
La sera Denver è piena di malintenzionati.
Penso,entrando in casa.
Beh,fatti suoi,la prossima volta ci penserà due volte prima di mettersi contro di me.
Mio padre non poteva proprio evitare di conoscere quella donna?
Avrebbe potuto scegliersene un'altra,senza figlie rompiscatole,magari.
Lancio le scarpe per aria e affondo sul divano ,accendendo la tv,con un pacco di patatine in mano.
Guardo il telefono,sono le otto emmezza.Sul display ci sono cinque messaggi da parte di Jessica.
Quella ragazza è proprio uno stress.
La lascerò il prima possibile.
Non fa altro che starmi addosso.Ricordo quando a inizio anno,mi pregó di stare con lei.Accettai solo per sfizio.
Non la amo,e lei non ama me.Mi sta dietro solo per ciò che ho,non per ciò che sono.
D'altronde mio padre è l'avvocato più famoso della città.Ha uno stipendio parecchio alto da poter permettermi qualsiasi cosa.

"Jack,Isabella era con te?" Mio padre e Brooke si avvicinano a me,con aria preoccupata.Sua madre sta per piangere.
"Ehm no,cioè,l'ho vista poco fa in pizzeria,perché?" spero che non iniziano a farmi la solita predica del "dovete passare del tempo insieme e andare d'accordo",non succederà mai.

"Non risponde al telefono e sta
iniziando a farsi tardi,non conosce nessuna strada.Abbiamo paura le sia successo qualcosa." Mio padre sembra volermi dire di andarla a cercare.
Perché tanti giri di parole?
Li guardo fissi entrambi,cosa vogliono da me?Non è compito mio occuparmi di lei.Non so quanti anni abbia,ma può cavarsela da sola.
"Jack,alzati da quel divano e valla a cercare." Mio padre ha un tono severo e serio,rispetto alle altre volte.
"Se la caverà,è una ragazza sveglia."
Continuo a guardare la televisione,sperando che vadano loro a cercarla.Non so che tipa sia,ma non sembra una scema.
Non ho proprio voglia di alzarmi da questo divano.
"Per favore,Jack.La mia bambina si è persa per Denver,le sará successo qualcosa,qualche brutto soggetto le si sarà avvicinato e.."
Non finisce la frase che sta già piangendo sul petto di mio padre.
Dio mio,quanto è melodrammatica.
Sbuffo e mi alzo dal divano.
"Non sarebbe compito mio badare a lei,non ho intenzione di farle da babysitter.Che sia chiaro."
Metto le scarpe e prendo le chiavi della macchina,imprecando contro mio padre.

Jack riuscirà a trovare a Isabella?
E a lei,sarà successo qualcosa?
Scopritelo nel prossimo capitolo. ;)

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