"A che ora tornerai?" Gli domando,una volta arrivati in camera.Non voglio che se ne vada,avrei preferito trascorrere la giornata con lui,adesso che le cose tra noi sembravano andare meglio.
"Non starò via molto.L'allenamento finisce alle cinque oggi pomeriggio."
Dice,mettendo i guantoni dentro al grande borsone nero.
"E poi?"
"E poi che?" Si avvicina un po',e io mi sforzo di non fissarlo in quegli occhi color mare in tempesta.
"Poi..che facciamo?" Abbasso lo sguardo,poi lo rialzo per un attimo e mi mordo il labbro.
Forse lui non ha intenzione di passare del tempo con me.
Ho paura della sua risposta,che scema sono a pensare che voglia trascorrere le sue giornate in mia compagnia."Quello che vuoi,Bell"
Ah.
Mi guarda in modo alquanto sconcio,e io gli do una pacca sulla spalla.
Non mi aspettavo proprio una risposta del genere,pensavo mi ridesse in faccia per l'assurdità che ho pensato.
Ci sorridiamo,poi si avvicina e mi dà un bacio sulla fronte,delicato.
Questo gesto di dolcezza mi fa sentire piccola,indifesa.
Mio padre prima di andare a dormire,mi baciava sempre sulla fronte dicendo:
"Fai sogni d'oro,principessa."
Mi manca tanto,darei qualsiasi cosa per rivederlo.Non si è più fatto sentire,nemmeno una cartolina per il mio compleanno.
La mamma mi ha detto che all'inizio poi,nonostante si siano separati,ci avrebbe mandato una somma di denaro sufficiente,ma con il passare degli anni il lavoro di mia madre non riusciva più a mantenerci e lui è sparito improvvisamente dal globo terrestre..."A cosa pensi?"
La voce di Jack mi riscuote da ogni pensiero,riportandomi alla realtà.Sta prendendo dei vestiti dal cassetto.
"A mio padre.Mi manca molto." Ammetto,non voglio mostrargli ogni mia debolezza,ma su questo argomento preferisco parlare,e non tenere tutto dentro come faccio sempre.
"Anche a me mancano i miei genitori." Si scompiglia un po' i capelli e poi prende il telefono dal comodino,mettendoselo nella tasca posteriore della tuta."I tuoi genitori? Domando confusa.
Ma come?
Ha un padre,perché parla al plurale,allora?
"Si,no,lascia perdere."
"Jack"
"Cosa c'è?" Si sta irritando,lo capisco.
"Niente,non fa niente.."
"Ascolta Isabella,non parlo volentieri,nè facilmente di questa situazione del cazzo che mi ritrovo ad affrontare tutti i giorni.Ho parecchie cose per la testa,e tu non mi conosci."
Lo guardo spiazzata,non so che dire,pensavo andasse tutto bene tra noi adesso,perché si comporta così ora?
"Io..non.." mi faccio piccola in un angolo della stanza,vicino alla scrivania.
"Nemmeno tu mi conosci,Jack."
"Lo so,lo so.
Non ho voglia di litigare,dai.
Stavamo andando d'accordo,perché rovinare tutto?" Il suo tono di voce è dolce,confortevole,diverso da prima.
Si avvicina a me e mi accarezza la guancia.
Vengo percossa da un brivido quando la sua mano mi tocca.
Sussulto,lui se ne accorge ma sembra non dare molto peso a ciò.
"Scusa" dico infine.
"Vado,a dopo,Bell."
Esce dalla stanza e io mi sento sollevata da una parte,frustrata dall'altra.
Questo ragazzo mi da sensazioni strane,non riesco a spiegarle nemmeno a me stessa.
La cosa più strana,è che non ho mai provato certe cose.Oddio,per lui non provo niente,ma questo via vai di emozioni,suscita in me parti di sensibilità che nemmeno pensavo di possedere.Evito di pensare a lui per un po',e decido di mettermi a scrivere almeno un paio d'ore.
La storia tra Andrew e Zoe sta andando a gonfie vele.Sono arrivata al punto in cui lui è chiuso in una cabina telefonica,quando ad un certo punto entra Zoe per proteggersi dalla pioggia.Scrivo per il resto della giornata,facendo qualche pausa tra un'ora e l'altra.
Incredibile,sono già a metà e ho fatto tutto in un giorno!
Wow,devo essere proprio fiera di me.
Balzo giù dalla sedia e batto le mani contenta,poi scendo
di sotto e decido di mangiare qualcosa,per riempirmi lo stomaco.
Sulla porta ci sono mia madre e
Brendon.
"Dove andate?" Chiedo ad entrambi.Possibile che debbano uscire ogni giorno?
"Dal medico,sta sera si scoprirà se sarà un maschietto o una femminuccia." Mia madre mi mostra sorriso calorosissimo accarezzandosi il pancione e Brendon le da un bacio sulla guancia.
Sorrido anche io,avvicinandomi a loro e mettendo una mano sulla grande pancia di mia madre.
"Sarai per me un fratellino o una sorellina?" Mi ritengo un po' infantile,ma non importa.
Sono contenta che avrò un bimbo a cui badare,solo in parte però.
La parte egoista di me vorrebbe tornare a New York e fare in modo che mia madre e Brendon non si siano mai conosciuti.
Sono così cattiva?
Si.Mi risponde la vocina dentro alla mia testa.
Li saluto,e loro escono dalla porta.
Vado in cucina,e trovo la ricetta di una torta sul bancone.
Beh,potrei prepararla in onore della scoperta,se avrò una sorellina o un fratellino.
Allora:
200 grammi di farina;
3 uova;
Una dose di panna da montare;
Mascarpone;
Cioccolato al latte.
Tanto amore.
Oh,che tenera mia mamma.
Se mi esce,verrà anche buona.
Prendo tutto l'occorrente e lo ripongo sul tavolo,leggendo ogni procedimento.
"Non sapevo fossi anche una pasticciera."
Jack arriva dietro di me,mettendomi le mani sui fianchi.
"Mi hai spaventata!"
Dico sussultando.
Ridiamo insieme e in questo momento sono proprio contenta che sia arrivato.
"Sono già le cinque?" Gli domando,guardando il piccolo orologio attaccato alla parete.
"In realtà sono le 6,mi sono fermato un'ora in più per sistemare alcune cose." Appoggia il borsone sullo sgabello e si sciacqua le mani al lavandino.
"Vuoi aiutarmi?"
"Ho paura di non essere al tuo livello,in cucina" mi istiga ironicamente,poi mi fa l'occhiolino e la fossetta che ha sulla guancia gli spunta.
"Infatti non puoi competere!"
Gli strofino le mie mani sporche di farina su tutta la faccia e lui mi guarda malissimo all'inizio,ma poi si rilassa.
"Ah,vuoi la guerra Bell?
Che guerra sia allora!"
Prende una manciata di farina e me la spiaccica su tutto il viso.
Le nostre risate si mischiano,provocando un suono meraviglioso,a parer mio.
"Quanto sei scemo!"
Dico a voce alta,sporcandolo ancora con la polvere bianca.
"Devo esserlo per farti ridere."
Ha ragione.
Dopo un attimo di silenzio
sorriso,e poi guardo il grande tavolo.
È tutto sporco,che caos!
"Si,si,dopo puliamo" mi legge nel pensiero e io scoppio in una risata.Mi accarezza la guancia e io ho ancora quella sensazione di brivido.
"Dov'è Brendon?" Mi chiede poi.
Mi stacco un po' da lui e lo guardo storto,con uno sguardo confuso.
Perché non lo chiama papà?
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Dal niente al tutto.
ChickLitIl racconto inizia su @Auroraaw Isabella Lewis,una semplice ragazza di liceo spronata a seguire il suo sogno da scrittrice.Vive sola con la madre da quando il padre le abbandonò all'età di otto anni. Dopo un po' di tempo,si ritrova costretta a cambi...