Jack
"Capisci?È questo il motivo per cui dobbiamo stare insieme.
Sei così teso.."
Sono nella mia camera,seduto su una sedia insieme a Jessica,che è a gambe incrociate sul mio letto.
Quando ha saputo del mio ritorno è piombata in casa mia dimenticandosi del fatto che l'ho piantata in asso.
"No,cazzo.
Te l'ho detto già un centinaio di volte.Non puoi ronzarmi intorno ventiquattro ore su ventiquattro pretendendo che io torni con te.
È già tanto che tu sia in casa mia.
Adesso dimmi quello che voglio sapere."
Sbotto,guardandomi intorno.
Mi manca davvero poco a sfollarle contro.
È insopportabile,porca puttana.
Ha detto di dovermi parlare di Isabella,perciò le ho detto di venire qua.
Pensavo le fosse successo qualcosa di grave..insomma.
Ho chiamato Bell,prima.
Sperando che mi rispondesse,ma che potevo aspettarmi?Mi odia.
Me ne sono andato senza dirle niente,l'ho piantata in asso fottendomene altamente delle conseguenze,a dire il vero ho proprio una famiglia del cazzo,-se con famiglia intendo i 3 idioti che vivono con me,o forse solo 2-mio padre evidentemente se ne è sbattuto i coglioni,come al solito.
Quella odiosa sgualdrina con le tette enormi anche,e sua figlia non è da meno.
Mi avrebbe richiamato,no?
Che ne se vada un po' a fanculo.
Caratterialmente sono proprio uguali,mentre fisicamente..appena le ho viste entrambe non avrei mai immaginato che Isabella fosse sua figlia.
Hanno entrambe gli occhi verdi,e le tette grandi,a dir la verità,ma oltre questo proprio un cazzo.
Brooke ha i capelli rossi naturali,Bell è scura come la pece.
Ha una spruzzata di lentiggini sul naso quasi invisibile e un sorriso da favola.
Brooke è brutta e vecchia,mi chiedo che cosa ci abbia trovato mio padre in lei.
Per un attimo mi chiedo chi io sia a pensare tutte quelle smancerie su Isabella,ma non ci penso e passo oltre."Oh eddai,concedimi di calmarti.."
Jessica si alza dal letto venendo verso di me,una volta arrivata davanti alla mia sedia si mette in ginocchio.
"No,Jess."
"Dai,non ci vediamo da così tanto.."
Dice,mentre mi slaccia la cintura.
Sobbalzo appena le sue unghie lunghe mi sfiorano il rigonfiamento dei boxer.
"Ho detto di no,cazzo!"
Le do una spinta indietro facendola cadere,si trova proprio davanti a me,con i capelli spettinati e il rossetto sbavato.
Mi guarda fisso,con le labbra schiuse e gli occhi stretti in cagnesco.
Passano un paio di minuti,dopodiché si alza in piedi.
"Sei una testa di cazzo!"
"Si si,ciao"
Cristo,era ora che capisse.
Ha sbattuto la porta facendo cadere il vaso che avevo sulla scrivania ma non me ne frega proprio un cazzo,ad essere sincero.
Vorrei sapere dov'è Isabella adesso,sono sicuro che sarebbe l'unica in grado di calmarmi.
Lei non vorrebbe farlo,peró.
Certo,come pretendi di poter avere il controllo su di lei,se un giorno la baci e l'altro la lasci sola per una settimana?
Sono partito,ho preso il primo volo per l'America cercando di trovarla,ho chiesto a chiunque,ma sono tutti convinti della morte di mia madre.
A quello stronzo di mio padre non frega proprio niente di lei,cazzo!
Anche io ero convinto che lei non ci fosse stata più,fino a qualche settimana fa.
Poi qualcosa dentro di me è scattato.
L'hanno data morta ormai,ma io so che non è così.
"Quei figli di puttana dei medici avrebbero potuto salvarla!"
Urlo,consapevole del fatto che sono solo in casa.
Non parlo spesso di questo argomento con la gente che mi conosce.
Beh,con gli estranei proprio zero in realtà.
Tiro un pugno al muro,ammaccando il cartongesso e sporcandolo un po' di sangue.
Giusto un minimo,appena sono partito ho tolto tutte le garze che mi aveva messo Bell,tutte quante.
Quella ragazza mi ha scombussolato come non mi era mai successo,è arrivata a casa mia,ha dormito con me un paio di notti facendomi credere di essere un ragazzo del quale ci si può fidare,ma come al solito è una fottuta stronza.
Mi ero messo in guardia,non avrei dovuto perderci la testa,eppure,per quel poco che l'ho conosciuta,ha fatto fare un boom alla mia vita.
Arrivato in America ho prenotato una stanza d'hotel,il giorno stesso,in un cesso pubblico ho conosciuta una ragazza.
Era carina,con i capelli ricci castani e gli occhi scuri,ovviamente mi ha subito riportato a lei.
Si è presentata,ma non ricordo bene il nome,forse Maria,o forse Rosalba,non lo so.
Quella sera è venuta a casa mia,sapevo che era una puttana,si vedeva lontano un miglio.
Tacchi alti,fisico top e scollature altrettanto.
Una sveltina non potevo non farcela.
Sono rimasto sconvolto da una cosa:mentre me la facevo pensavo a lei,a nessun'altra se non a Bell.
****
Vado in bagno e decido di fare una doccia,togliermi tutti questi pensieri orribili e frastornanti.
Appena entro in bagno ricordo immediatamente la scena di me seduto su WC e Isabella in ginocchio,con le intenzioni più tenere che una ragazza potrebbe avere in quella posizione.
L'acqua mi scorre sui tatuaggi,me ne sono fatto un altro arrivato alla mia città d'origine.
Un paio di ali sul petto,mi serviranno,in caso volessi scappare di nuovo.
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Dal niente al tutto.
ChickLitIl racconto inizia su @Auroraaw Isabella Lewis,una semplice ragazza di liceo spronata a seguire il suo sogno da scrittrice.Vive sola con la madre da quando il padre le abbandonò all'età di otto anni. Dopo un po' di tempo,si ritrova costretta a cambi...