Capitolo 30

29 4 2
                                    

"Grazie del passaggio,Drake" lo ringrazio una volta arrivati davanti alla porta di casa.Per tutto il tragitto siamo stati in silenzio,e mi sono sentita parecchio in imbarazzo.È stato gentile ad accompagnarmi.

Sono le due di notte e le luci in casa sono spente,o mia madre e Brendon stanno dormendo,oppure,più probabilmente,non sono ancora tornati.Da quando siamo arrivati non fanno altro che uscire,mi manca la mamma,ormai è come se non vivesse qui.

"Di niente,Bella.
Ti lascio il mio numero di telefono,nel caso tu abbia bisogno di me." Mi dà un biglietto con scritto il suo numero di telefono,e io lo guardo per un attimo.È così preparato?Scommetto che se ne tiene una decina in tasca pronti per l'evenienza.
Non vorrei prenderlo,ma la mia mano sta già infilando nella borsa quel pezzo di carta.
"Va bene,ehm,grazie" rimango sulla soglia aspettando che se ne vada,ma inizia ad avvicinarsi.
La sua mano fredda tocca la mia guancia,dandomi un brivido,abbasso subito la testa,non ho intenzione di fargli credere qualcosa che non sia vero.
"Devo..devo entrare" faccio un passo di lato,poi mi volto e apro la porta con le chiavi che tenevo in mano.
"Si,Bella.Buonanotte." La sua voce è tenera e bassa.
Gli sorrido,e lui si volta camminando verso la macchina.
Lo guardo ancora una volta,poi mi costringo a dover entrare in questa casa.

Tolgo subito le scarpe con i tacchi,diventano davvero fastidiose dopo un po' che le indossi.Dopodiché appendo la borsa all'appendi  abiti proprio vicino all'entrata.
Sono davvero stanca,e ho il cuore un po' crepato.Insomma,non mi sarei mai aspettata che Jack potesse puntare su una cosa tanto difficile e triste per me.
Mi chiedo dove sia mio papà,e per quale motivo non ha mai voluto incontrarmi.Magari non mi considerava una bambina sulla quale poter aspettarsi grandi cose,ma io penso che nonostante abbia litigato con la mamma,un minimo contatto con me avrebbe potuto almeno cercare di averlo.
Sospiro e trattengo nuovamente le lacrime,in questo momento potrei piangere come un fiume essendo sola in casa,ma non mi va.

Vado in cucina e apro la credenza,facendo attenzione a non far cadere nessun bicchiere per terra,come l'ultima volta.
Ho la bocca asciutta e il rossetto che avevo si è ormai tolto completamente.Non immagino in che condizioni sia il mio viso.
Corro in camera,e decido di chiamare mia madre.Sto iniziando a preoccuparmi,sono le due di notte e non è ancora tornata,non ho la più pallida idea di dove lei è Brendon possano andare ad una certa ora.Lei è giovane,e anche lui non lascia a desiderare,però..
Il telefono squilla,ma non risponde.Non ho il numero di Brendon,così provo ad aprire alcuni cassetti sperando di trovare qualche foglio con su scritto il suo numero in caso di emergenza.
Niente da fare.
Mi rassegno al fatto di non poter sapere dove si siano cacciati quei due e vado in bagno.
Come immaginavo.
Il mascara mi ha rigato le guance di nero e i miei occhi sono rossi.
Sono contenta di non aver messo anche l'eye-liner,a quest'ora sarei un panda in versione umana.
Mi lavo la faccia e lego i capelli,poi prendo il mio computer,e scendo in soggiorno.
"Lo metterò dopo il pigiama" penso,obbligandomi a restare al computer massimo mezz'ora.

Pensare al fatto che domani dovrò anche andare a scuola mi mette un'angoscia assurda.Scommetto che metà istituto non ci andrà,la maggior parte delle persone a quella festa era ubriaca e rincoglionita avendo fumato qualcosa..essendo nuova però non posso mancare,almeno non i primi giorni.
Apro il computer e vengo pervasa da mille pensieri riguardanti l'inizio del mio racconto.
Da domani inizieró a scrivere,ho già perso abbastanza tempo.
Ho già  in mente il titolo:
"Due mondi in parallelo".

Spengo la luce grande,lasciando acceso solo un piccolo lumino,crollando così addormentata con il pc sulle gambe.

Apro gli occhi a stento,accorgendomi di essermi addormentata.
"Oh maddai,di nuovo!" Sbuffo,poggiando il computer sul tavolino e alzandomi.Mi addormento sempre,ogni volta.
Mi stropiccio gli occhi e salgo le scale,inciampando e ritrovandomi sul pavimento freddo già al quarto gradino.
Ho decisamente bisogno di dormire.

Sento qualcuno sbattere contro alla vetrina contente tutti i bicchieri di vetro,sentivo Brendon parlarne,diceva che glieli aveva regalati sua madre,e sono l'unico ricordo che ha di lei.
Di solito questi tipo di oggetti hanno un valore inestimabile per una donna..ma lo lascio alle sue convinzioni.
Sento dei rumori provenienti anche dalla cucina,alcuni piatti e bicchieri cadono per terra,e i miei occhi gonfi si aprono di scatto.
Ho paura,e se fosse un ladro?
Magari è armato,o semplicemente può prendere un coltello dalla cucina e tagliarmi la gola e..
Basta,devo smetterla di guardare certi film.
Mi alzo dal letto,e sento pronunciare il mio nome.

Dal niente al tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora