~Capitolo primo~

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Trailer:

Il fiume Han scorreva tranquillo nel proprio letto come se stesse sognando. Le luci di Seoul che si riversavano sulle sue acque scintillavano come stelle, poiché era notte, lo spettacolo magnifico di quella luminosità artificiale, era una delicata illusione di bellezza. Il fiume più importante della città di Seoul ne racchiudeva i segreti e i desideri svaniti delle persone che vi abitavano e che si sporgevano sulle sponde per affidarci chissà quale miracolo, così fluiva malinconico e disperato, anche se troppo splendido per non essere guardato.
Quasi al limitare della città Hyungjae, un ragazzo dalla pelle leggermente più ambrata rispetto alla maggior parte dei coreani, aveva trovato un posto in cui riflettere. Là le luci dei palazzi in lontananza si riflettevamo di rado sull'acqua e la luna rimaneva l'unica luce più intensa da poter illuminare il luogo.
Il ragazzo giocherellava con un coltellino, aprendolo e richiudendolo col pollice, pensando intensamente alla vita che stava conducendo ormai da anni.
Era stato il Mae a crescerlo quando i suoi genitori erano morti, era stato lui ad accoglierlo e a farlo sentire di nuovo parte di una famiglia e utile in qualcosa.
La mamma di Hyungjae era thailandese ed era stata una bellissima modella nel suo paese, fino a quando non aveva conosciuto un uomo affascinante che l'aveva convinta a migrare in Corea. Il signor Ching, il padre di Hyungjae, era un magnate coreano, molto influente almeno vent'anni prima, con una famiglia alle spalle di cui era scontento è una passione sfrenata per le donne giovani e belle.
Da bambino Hyungjae viveva nel lusso, grazie alla situazione economica del padre. Aveva tanti amici e amava il suo fratellastro maggiore, ma poi tutto era finito con la morte dei suoi genitori.
Un assassinio probabilmente, di cui non si seppe mai nulla di più se non che l'auto dei due coniugi era stata ritrovata nel fiume Han proprio nel punto in cui ora si trovava Hyungjae.
-Sempre a perdere tempo eh, fratellino?- disse una voce destandolo dai suoi pensieri.
-Sta zitto.- rispose l'altro.
Il nuovo arrivato si sedette accanto a Hyungjae.
-Avanti, non fare quel muso. Sono tuo fratello.- scherzò.
-Fratellastro.- specificò Hyungjae.
-Hai ragione.- disse l'altro sospirando, -ma ciò non toglie che sono preoccupato per te.-
Hyungjae lo guardò con disappunto.
-Non mi sembrava ti importasse molto di me quando mi hai abbandonato.-
-Hyungjae... avevo tredici anni quando i nostri genitori sono morti. Dopo tutto questo tempo ancora mi rinfacci il fatto di non aver potuto stare insieme a te?-
Hyungjae alzò le spalle.
-Non è questo. Stavo pensando che però se abbiamo preso strade diverse è perché doveva andare così, quindi non venirmi a dire che sei preoccupato.-
-É solo che non mi piace il tuo capo.-
-Il mio capo è come un padre.-
-Sai che non è così.-
-Lo è. Lasciami in pace.-
-Hyungjae, sono venuto per avvertirti. Penso che il monopolio del Mae sia ai ferri corti. Non voglio che tu rimanga coinvolto quando concluderemo questa faida. -
Hyungjae rise quasi fra sè.
-Non sono un codardo. Sono il braccio destro del Mae e sono legato a lui molto più di quanto lo sia con te. Perciò basta così. Torna dai tuoi e finiscila con questa messa in scena del fratello premuroso.-
-D'accordo. - disse il fratello alzandosi, - puoi anche convincerti che il Mae sia la tua nuova famiglia ma... se torni qua ogni domenica sera dove hanno trovato nostro padre e tua madre è perché non credi veramente.-
-Sta zitto ... - mormorò Hyungjae sentendo i passi del fratello che si allontanava.
-Sta attento Jae, quando si sentirá alle strette il Mae si sbarazzerà di te.-
Fu l'ultima cosa che disse prima di essere troppo lontano per essere udito.
Dietro le luci di Seoul, i colori dei palazzi in Gangnam-gu, gli imponenti e fieri grattacieli del centro e i vivaci centri commerciali, imperversava una lenta e segreta faida tra clan per il controllo della zona.
La Gangpeh era radicata in Seoul più di quanto si potesse sospettare e i suoi traffici, nascosti agli occhi della maggior parte delle persone, stavano diventando sempre più torbidi e pericolosi.

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora