~Capitolo quarantasei~

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Ignara di tutto Taeyoun continuava a lavorare presso la casa discografica, non mancavano i momenti difficili, ma senz'altro era più serena del solito.

Poteva passare tanto tempo con Jackson, anche se il più delle volte era per caso. I Got7 le stavano dando una mano più di quanto si potesse aspettare e finalmente le sue innate doti canore potevano essere messe a frutto.

Ormai faceva troppo caldo per il latte e il cioccolato, perciò Jackson comprava gelato al limone per tutti. Ogni volta che lo porgeva a Youn, fresco al fatto e profumato al limone, le loro mani si toccavano un po', provocando un brivido alla schiena di Youn.

La ragazza si tormentava chiedendosi se era un gesto voluto oppure stava immaginando tutto come purtroppo le capitava spesso.

Jackson si comportava normalmente, eppure era così distante da lei. Non riusciva a capirne il motivo.

Un pomeriggio però, aveva appena piovuto, ma ora il sole aveva fatto capolino dietro le nuvole e rischiarava il cielo, separando il brutto tempo da quello sereno con piccolo raggio di arcobaleno il quale si percepiva solo a tratti, immerso nel grigiore del cielo. Seoul sembra più bella del solito, luccicante, grazie alle goccioline di pioggia su cui si specchiava il sole.

Jackson era uscito in terrazza per assaporare il profumo della pioggia.

-Youn, perché non vai a vedere l'arcobaleno dalla terrazza?- la invitò Jb.

-Sul serio? E tu non vieni.-

-No, io... devo... sistemare delle cose...- farfugliò il ragazzo.

-Mmm, ok.-

Youn corse per le scale, temendo di perdersi uno spettacolo quantomai raro.

Inizialmente non vide Jackson, cercò nel cielo il tanto cercato spettro di colori, finché non inciampó nei piedi di Jackson.

-Mi stai camminando sui piedi.-

-Ah, scusa non ti avevo visto.-

-Stai dicendo che sono basso?-

-Certo che no. - Taeyoun rise.

Lui ricambiò, suscitando una fitta al cuore alla ragazza.

Taeyoun si portò i capelli dietro l'orecchio imbarazzata.

-Allora...- esordì -Dov'è l'arcobaleno?-

-È proprio qui davanti a me.- disse lui piegandosi su di lei e fissandola negli occhi.

Mina era furiosa. Il suo umore nero non era più una novità, eppure Leon ne rimaneva sempre più turbato.

-Mi sembra un'idea idiota e priva di fondamento.-

Leon la fissava stupito con le braccia conserte. Non faceva la barba da alcuni giorni, perciò aveva un aspetto meno curato ed elegante. Non indossava la giacca ma solamente la camicia arrotolata sulle braccia e le bretelle, abbinare alle scarpe di vernice nera. Con l'arrivo dell'estate aveva anche abbandonato il suo caratteristico cappello di panno nero.

-Niro pensa sia l'unico modo per aprire una breccia nel muro del Mae. -

-Niro è un piromane sadico a quanto pare.- replicò la donna fumando nervosamente.

-C'è una cosa che si chiama 'evacuazione'. Avanti, siamo o non siamo criminali dopotutto?- rispose Leon.

-Leon, credo che in questi lunghi anni la sottoscritta sia riuscita a provare un briciolo di stima per te, ma mi stai chiedendo veramente troppo. -

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora