~Capitolo diciasette~

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Iseul temette di rivedere la scena in cui sua madre si suicidò di fronte alla figlia quand'era solo una bambina.
Il sangue di Youn era altrettanto giovane e le sue mani tremavano nella luce dolciastra del tramonto.
Quel sangue pareva ancora più rosso.
-Aspetta!- esclamò Niro.
Hyungjae spalancò gli occhi.
-Dammi Jackson.- disse Niro.
Il fratello minore non potè fare altro che ubbidire. Spinse lentamente Jackson davanti a sè lasciando che il ragazzo zoppicasse verso Youn.
Solo allora la ragazza buttò a terra il chiodo, aggrappandosi al collo di Jackson.
-Andiamo a casa.- disse il ragazzo a Youn e insieme si trascinarono via.
Niro rimase a guardare ancora per un istante Hyungjae che ora cingeva Iseul tra le braccia.
La toccava e l'accarezzava e lei si lasciava ispezionare ubbidiente e docile, in estrema sottomissione.
Niro schioccò la lingua infine cacciò via i propri pensieri e seguì i due ragazzi appena salvati.
Tutta quella strada fino ai confini di Seoul, per salvare due ragazzi che alla fine erano riusciti a salvarsi a vicenda.

-Youn, sei impazzita che volevi fare?- disse Jackson mentre si dirigevano verso l'auto.
-Stavo bluffando, naturalmente. Da quando mi era venuta l'idea, sapevo che non sarei mai riuscita ad andare fino in fondo, però ho voluto tentare per ingannarli.- spiegò lei. E tremava spaventata nel dirlo.
Teneva Jackson sotto braccio per aiutarlo a camminare, il suo piede era messo molto male.
-Ho temuto che volessi davvero...- mormorò lui visibilmente preoccupato.
-Se morissi, non potrei più vederti. E questo non posso permetterlo.- disse la ragazza guardandolo di sottecchi.
Lui sorrise debolmente.
Si chinò a darle un delicato bacio sulla guancia, un po' troppo vicino alle labbra per riuscire a tranquillizzare Youn.

Youn accompagnò Jackson al dormitorio, i Got7 non riuscivano a crederci. Saltarono addosso a entrambi, Youngjae piangeva come un bambino mentre Mark aveva lanciano un grido incredulo quando aveva visto Jackson.
-Santo cielo Jackson! Ci hai fatti morire di paura! Dov'eri finito?- era Jinyoung.
Jb abbracciò l'amico traendo un sospiro di sollievo.
-Sul serio Jackson se ci fai una cosa del genere di nuovo ti prenderò a pugni sul naso! - disse Jb.
-Taeyoun tu stai bene?-
-Si grazie Jb.-
-Youn! Anche tu sei sana e salva!- esclamò tra le lacrime Youngjae.
Mark le rivolse un sorriso educato e anche gli altri espressero la loro felicità nel rivederla.
Persino Bambam aveva gli occhi lucidi.
Jackson abbracciò Bambam che era rimasto in disparte, il quale nascose le proprie lacrime dietro la spalla di Jackson.
Egli gli diede una pacca sulla spalla incoraggiandolo ad unirsi agli altri.
Jackson e Taeyoun scoprirono che il fandom dei Got7 era in delirio per la scomparsa di Jackson. La casa discografica fu felice di annunciarne il ritorno e decise di organizzare una festa anche in occasione del compleanno di Jackson, il 28 marzo.

Nel frattempo, Jiho continuava a procedere con il suo piano che prevedeva come conclusione e obiettivo la morte di Zero. L'uomo era diventato un ossessione per lui, e ora che era diventato anche lui un discepolo del Mae, poteva stargli vicino e trovare nuove ragioni per odiarlo ancora di più.
Zero non proferì mai parola su Jiyun e Jiho cominciò a pensare che lui non si fosse mai reso conto dell'identità della ragazza e cioè che lei fosse sua sorella.
Il Mae aveva incaricato Zero di addestrare Jiho nei migliori dei modi. E aveva affidato a Jiho alcuni dei suoi ragazzi.
Pensava di avere il controllo su Seoul e di poter gestire i suoi traffici illegali in libertà.
Jiho si occupava della sicurezza nei vari locali in cui lavoravano le deliziose prostitute accuratamente scelte dal Mae. Erano posti tremendi in cui il degrado della società Coreana raggiungeva il suo limite. Al di fuori le strade di Seoul erano ordinate, pulite e funzionali, mentre all'interno di quelle case, uomini d'affari e padri di famiglia consumavano le loro notti come se niente fosse.
-Guarda che deliziosa fanciulla.- commentò Zero facendo un cenno col capo a Jiho.
Il ragazzo non rispose.
-Tu non apprezzi molto la bellezza femminile eh?-
-Tu mi disgusti.-
Zero lo sbattè contro il muro stringendolo per il colletto.
-Quanto vorrei ucciderti, se non fossi il nuovo pupillo del Mae, io...- disse Zero tra i denti.
-Senti, non voglio problemi.- Jiho tossì, - Però voglio che sia chiaro il nostro reciproco disgusto.-
-Sei onesto, ma non ti sopporto.- concluse Zero lasciandolo andare.
Ma in qualche modo avrebbe dovuto fargliela pagare.
Per questo aveva cominciato a tenerlo d'occhio anche dopo il lavoro. Voleva scoprire semmai il ragazzo stesse facendo il doppio gioco, voleva incastrarlo così da poterlo fare a pezzi.

La sera del 27 marzo, Minjeen stava aiutando Youn a scegliere un abito adeguato per la festa di compleanno di Jackson.
-La gonna mi fa troppo bambina vero? - chiedeva rimirandosi nello specchio.
-Forse perché è molto larga, però la camicia è molto carina di quell'azzurro.- commentò Minjeen.
-Però forse dovrei indossare un colore più da adulta! Nero? -
-Prova.-
-No no, Viola! -
Minjeen storse il naso.
Youn si provò un'altra gonna a tubino, con la stessa camicia azzurra.
-Così sembro una segretaria...-
-Una segretaria sexy.- aggiunse Minjeen ridacchiando.
-Prestami i tuoi occhiali!- disse Youn. Afferrò gli occhiali da lettura sul comodino dell'amica e li indossò.
-Ora manca la crocchia sulla testa e sembrerò la mia professoressa di matematica del liceo. Solo con centocinquant' anni di meno.- scherzò Youn.
-Aspetta, ho il vestito adatto. Però è in camera dei miei al piano di sotto.- esclamò Minjeen.
-Min non correre per le scale. - la ammonì sua madre.
-Scusa mamma! -
-Butteresti fuori la spazzatura tesoro?-
-Veramente stavo per...-
La mamma la guardò con severità.
-Subito mamma.-
La ragazza uscì fuori dalla casa, fece qualche passo poi notò Jiho che stava arrivando.
Lanciò il sacchetto dell' immondizia dietro un cespuglio e si precipitò verso il cancello.
-Ciao.- la salutò il ragazzo.
-Sei pazzo? È da giorni che non ti fai vivo! Dove sei stato?-
-Scusa... ho avuto dei ... problemi. Volevo dirti che non ci potremo vedere per un po'.-
Lei lo guardò dispiaciuta.
-Perché? Dimmi almeno... per quale motivo.- fece lei con le lacrime agli occhi.
-Diciamo che se ci vedessimo ti metterei in pericolo. Ma ti giuro che ti racconterò tutto un giorno. Mi aspetterai Min?-
-Come...come puoi chiedermi questo?-
Lo guardò con gli occhioni gonfi di lacrime.
Lui la guardò malinconicamente.
-Certo che ti aspetterò.- dichiarò lei.
Lui le prese il viso tra le mani attraverso il cancello e lei si avvicinò a lui per baciarlo.
Un breve attimo di amore, disturbato da un divertito Zero che finalmente vedeva con chiarezza come poter vendicarsi di Jiho.

'Che deliziosa fanciulla'

'Che deliziosa fanciulla'

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