~Capitolo dodici~

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-Devi tenere così il filo!- esclamò il ragazzino alzando le braccia verso il cielo.
Tra le sue piccole dita rivolte verso le nuvole sparse nel cielo sereno, il sole brillava chiaro e caldo.
-Non c'è abbastanza vento!- esclamò l'altro scuotendo il braccio che reggeva un aquilone.
-Sì invece! Guarda come sono bravo io!- insistette l'altro strappandogli l'aquilone dalle mani.
-Bambini non litigate, due bravi fratelli come voi dovrebbero giocare condividendo i giochi.- disse una donna poco più in là la quale stava controllando che i bambini non si facessero male a vicenda.
-Fratellastri.- specificò il più grande.
Ma i due continuarono a strattonare il pezzo di aquilone cercando di appropriarsene finché questo non si ruppe.
-Ecco! L'hai rotto! Sei contento adesso?- esclamò il bambino più grande.
Il più piccolo invece scoppiò a piangere disperato correndo verso la tata.
-Piccolo Hyungjae.- disse la donna stringendolo -Non piangere, mamma e papà te ne compreranno uno nuovo.-
Dall'altro lato, il fratello maggiore osservava la scena con una sorta di espressione malinconica in viso.
Suo fratello era diverso da lui, era piccolo e indifeso ma soprattutto a differenza di lui aveva ancora una famiglia unita che lo riempiva di attenzioni e di cure.
Lui invece era solo, con un aquilone rotto in mano.

Niro si svegliò di soprassalto come se si fosse destato da un incubo. Si ritrovava sul divano del proprio appartamento dove si era addormentato a torso nudo, dopo aver lasciato la camicia ad asciugare.
Si alzò a fatica massaggiandosi i muscoli intorpiditi.
-Chissà perché dicono di non dormire sul divano, è tanto comodo.- disse quasi fra sè facendo scricchiolare il collo indolenzito.
In camera da letto una ragazza giaceva addormentata, avvolta da una delle sue camicie.
Ella aprì a poco a poco gli occhi asciugandosi alcune lacrime con la manica della camicia di Niro.
-D-dove sono?- mormorò confusa.
-A giudicare da come sei vestita direi che sei morta e sei finita in paradiso.- spiegò Niro con un mezzo sorriso.
-Non sei divertente. Perché ho una tua camicia?- sbottò lei.
-Non potevo mica farti dormire sul mio letto coi tuoi vestiti sporchi e bagnati.- disse lui con ovvietà.
-Dov'è Jackson?-
-Chi?-
-Jackson! Il ragazzo che era con me.-
Niro alzò le spalle.
-Devo andarlo a cercare.-
-Non vai proprio da nessuna parte.- l'ammonì il ragazzo bloccandole l'accesso alla porta.
-C'è qualcosa che dobbiamo fare prima.-
In cucina, la donna che Niro aveva tramortito e portato con sé sedeva su una sedia, a cui era legata con spesse corde.
Aveva la testa riversa verso il basso, e i suoi corti capelli a caschetto le ricadevano in avanti, come un ventaglio, mentre una striscia di sangue le colava dalle labbra.
-Bene bene. La povera Iseul è stata messa nel sacco.- commentò Niro costringendola ad alzare il capo.
Iseul cercò di morderlo, senza successo. Sembrava un cane rabbioso, legato col guinzaglio, anziché una donna.
Sogghignò sputando d'un lato il sangue che le usciva dalla bocca.
Taeyoun notò che il fianco della donna, sopra cui era stata fatta una fasciatura rudimentale, era completamente zuppa di sangue,
I muscoli in prossimità della ferita inferta dalla revolver di Niro si contraevamo doloranti, sotto la maglia sgualcita.
-Allora che ci facevi alle calcagna di Youn e come hai fatto a trovarla?-
-Niro... è ferita.-
-Sì, non sta mica morendo.- fece lui imperterrito.
Niro si rivolse di nuovo a lei.
-Avanti, se collaborerai e mi dirai ciò che voglio sapere ti lascerò andare libera di scorrazzare insieme ai tuoi simili.- le disse.
Lei lo guardò alzando il sopracciglio.
-So che non lo farai, non sono stupida!- replicò Iseul.
-Beh, questa sì che è una notizia.-
-Sai, ho sempre trovato tuo fratello molto più simpatico di te.-
-È per questo che adesso lavori per quell'inetto del Mae.-
Quel nome fece trasalire Youn.
Iseul schioccò la lingua.
-Non avevo molta altra scelta...-
Il nome di Iseul ricordava quello della sorella dell'uomo a cui aveva parlato ancora una volta di Fei.
-Conosci una certa Chohee?- intervenne Youn.
La donna la fulminò gelidamente con lo sguardo.
-Certo che la conoscevo.-
-Puoi parlarmi di lei?-
-So che è morta...- commentò Iseul  diventando ancora più evasiva.
-Come é morta?-
Iseul fissò Taeyoun intensamente.
-Lei è...-

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora