La prima cosa che vide aprendo gli occhi, fu una bionda chioma sparpagliata sul letto.
Jiho chinò il capo verso sinistra, delineando la figura di una ragazza addormentata su di lui.
Istintivamente passo le dita tremanti tra quelle ciocche chiare, anche se muoversi gli costava una certa fatica.
Quando la ragazza si alzò su destandosi dal sonno, lui ritrasse la mano un po' incerto.
-Jiho! Ti sei svegliato !- esclamò quasi con le lacrime agli occhi.
-Min... sei stata qui per tutto questo tempo?-
Lei scosse la testa.
Jiho guardò fuori, doveva essere passato almeno un giorno, poiché era di nuovo mattina presto e a lui pareva di aver dormito per giorni.
-Sono così contenta che tu ti sia svegliato.-
-Ma sei rimasta qui... da sola?-
-Certo che no. C'è Youn con me.-
Jiho spostò allora lo sguardo dove Minjeen stava indicando.
Taeyoun giaceva su una poltrona, con la testa poggiata sotto il braccio. Dormiva.
-E Jackson?- chiese Jiho istintivamente.
Minjeen lo guardò con aria interrogativa.
-Jackson?-
-Lui... lui dovrebbe stare con Youn. Sempre.- spiegò il ragazzo allarmato.
-Cosa, cosa vuoi dire?-
-Lei è...-
Taeyoun si mosse, risvegliandosi, perciò Jiho tacque.
Ancora non aveva avuto occasione di parlarle veramente, di raccontarle la verità su suo fratello minore che lui stesso aveva rapito.
Ma cosa avrebbe pensato Minjeen? Lo avrebbe probabilmente odiato e disprezzato e l'idea lo terrorizzava, perciò non riusciva a decidersi.
Successivamente Jiho parlò con i medici in privato.
-I dottori dicono che sto bene, ho solo avuto un mancamento.- spiegò il ragazzo.
-Te lo dicevo che non c'era bisogno di venirmi a prendere tutte le mattine.-
-Non è di certo per questo.- obiettò Jiho.
-Non essere così ansiosa a causa mia.- le ordinò dandole un colpetto affettuoso sulla fronte.
Minjeen lo ricambiò con un pizzicotto al braccio.
-Guarda che mi fai male, scema.- protestò lui dandole un altro pizzicotto.
-Non vorrei interrompervi, ma... non dimenticatevi di me.- intervenne Taeyoun.
-Youn! Ormai Jiho è sveglio e lo dimetteranno. Non so come ringraziarti di essere rimasta con me tutto questo tempo!-
Youn le sorrise con apprensione.
-Questo ed altro per te. Adesso però torniamo a casa, abbiamo bisogno di dormire tutte e due.- disse.
-Si vai, Min. Ci vediamo domani.- acconsentì Jiho.
Taeyoun si avviò verso l'uscita dell'ospedale, seguita da Minjeen.
Jiho la attirò a sé per un secondo, posandole un leggero bacio sulla fronte, poi la lasciò andare a casa a riposare.Nel pomeriggio, dopo aver dormito a lungo, Taeyoun si recò dalla seconda persona sulla lista.
La raggiunse questa volta in un distretto a nord del fiume Han.
In un quartiere dove alti palazzi si affacciavano sul fiume, Taeyoun venne accolta da una raccapricciante vecchietta.
Una semplice anziana signora, con il viso deturpato da una profonda cicatrice, che sembrava ripiegare su se stessa la pelle della faccia, dal lato sinistro della fronte fin sotto lo zigomo destro, la cicatrice appariva come una crepa interna che le aveva deformato l'aspetto.
Youn rabbrividì.
-Tu devi essere Taeyoun.- disse la vecchietta.
Sembrava di carattere molto diverso dal proprio aspetto, pareva una signora gentile, di quelle che portano il kimchi ai vicini o che dispensano ricette segrete alle donne più giovani.
-Sono io, piacere di conoscerla.-
-Vieni, entra. -
La casa era buia, per la maggior parte. Su una parete del salotto, l'unica stanza illuminata, anche se scarsamente, Youn potè notare diversi attestati.
-Lei è una professoressa!- affermò la ragazza meravigliata.
La donna annuì facendo una smorfia, che sembrava un sorriso.
-Molto tempo fa, quando il mio aspetto mi permetteva di avere a che fare con le persone.- spiegò vagamente.
-Bene, sei qui per sapere un pezzo della storia. Incominciamo dunque!-
-Aspetti... lei sa... il motivo per cui sono qui?- la interruppe Youn.
-Sì, non interrompermi però. Ormai dovrebbe esserti chiaro che ognuna delle persone sulla lista potrà raccontarti un pezzo importante del passato. Sono solo la seconda, le risposte che cerchi si trovano in fondo.-
Taeyoun riflettè su quelle parole. Forse il padre voleva che lei ricostruisse una verità che lui non poteva raccontarle.
-Inoltre, cara Taeyoun. Se sei qui con quella lista in mano, è perché chi avrebbe dovuto spiegarti tutto probabilmente ormai non può più.-
-Va bene allora sentiamo.-
Se Taeyoun sperava di scoprire qualcosa sul padre, si sbagliava. Ancora una volta era sua madre al centro del racconto.
Ma cosa centrava Fei in tutto questo? La sua mamma le sembrava l'unica persona estranea a quella faccenda, invece ora sembrava la protagonista di chissà quale romanzo.Jung Danbi, era la professoressa più intransigente di tutte. Aveva candidi capelli bianchi legati dietro la nuca e uno sguardo interrogativo e sospettoso. Però nutriva un profondo affetto per i suoi studenti. Specialmente per Fei. La ragazza cinese trasferitasi da poco ad Hong Kong.
Era brillante, diligente, bella è simile a lei per chissà quale aspetto. Avevano stretto un ottimo rapporto tra professoressa è studentessa e talvolta si ritrovavano a discutere di filosofia davanti ad una tazza di tè.
Fei era il suo orgoglio, la migliore studentessa che potesse desiderare.
Ma poi tutto cambiò. Jung Danbi capì che Fei era cambiata. Forse aveva conosciuto qualcuno o forse aveva cominciato a seguire uno stile di vita diverso. Sicchè non era più la ragazza di un tempo.
Le due si allontanarono, ma il loro rapporto si spezzò ancora di più dopo la morte dell'amica di Fei.
In seguito vide Fei in compagnia di un ragazzo.
Era bellissimo. Uno di quei ragazzi dal viso imperfetto, con la faccia troppo squadrata e la barba incolta, eppure emanava un fascino singolare.
Fei se ne era innamorata subito, si capiva dal modo in cui lo guardava allontanarsi verso la propria classe. Mentre lui non si capiva cosa stesse cercando dalla compagnia della ragazza.
Danbi fu la persona che da lontano meglio potè osservare l'amore che cresceva dentro la sua prediletta. La vide allontanarsi dalla via degli studi per poter stare più tempo con lui.
Fin quando una notte, la ragazza non si presentò alla porta chiedendo aiuto alla donna.
Desiderava tornare ad Hong Kong il più presto possibile ma necessitava di soldi e di poter dormire da qualche parte fino al giorno seguente.
-Fei che cosa hai fatto? Fei? - ma la ragazza continuava ad eludere le domande.
Quella stessa notte degli uomini vennero a cercare Fei. Uno di loro con un coltello sfregiò la faccia di Denbi, mentre questa cercava di proteggere la ragazza nascondendola ai loro occhi famelici. Ma loro la presero.
-Fei... dio mio... che cosa hai fatto?- chiedeva ancora tra i singhiozzi.Venire a conoscenza di queste cose la spaventò terribilmente. Taeyoun non era più sicura si stesse parlando di sua madre. Non poteva essere lei la protagonista di quell'intricata vicenda. Com'era possibile.
Quella sera, scossa dall'ultimo racconto della professoressa sfregiata, la ragazza si ritirò a casa ma prima di mettere piede in casa ricevette una chiamata.-Taeyoun. Sono Jackson. Sto venendo da te.-
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My Declared Love [Jackson Wang]
FanficATTENZIONE: Questa storia è il seguito di MUL [Jackson Wang] leggete prima MUL se non lo avete ancora fatto! Continuano le vicende che legano Taeyoun a Jackson... il Mae la sta cercando, suo padre è di nuovo sparito e un uomo misterioso di nome Nir...