~Capitolo undici~

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Jackson si asciugò il sudore dalla fronte con il dorso della mano, mentre gli altri ragazzi dietro di lui si battevano il cinque soddisfatti.
-Questa è sicuramente la prova migliore che abbiamo fatto, siamo quasi pronti.- annunciò Jb. I ragazzi stavano provando una nuova canzone ed erano tutti eccitato per l'imminente uscita del teaser.
Bambam sembrava di buon umore come non lo era stato da un bel po', e persino Mark sembrava essere più sereno.
Jackson aveva saltellato da una parte all'altra della sala per tutto il giorno per cui ora sembrava dolergli ogni parte del corpo, in più aveva preso una storta e ora il suo piede sinistro cominciava a gonfiarsi a dismisura.
-Jackson tutto bene?- chiese Jb.
Il ragazzo annuì.
-Certo, vado a bere un po' d'acqua.- annunciò.
Appoggiò il piede normalmente ma sentì una fitta dolorante alla caviglia.
-Accidenti.-
Si ricordò di quando Mark aveva preso una storta e nessuno se ne era accorto, perciò decise di far finta di niente.
Quella sera raggiunse Youn cercando di nascondere il dolore.
Nonostante facesse male, si sforzava di appoggiare il piede normalmente e di non zoppicare. Pensava che sarebbe sembrato un imbranato senza un minimo di classe se Youn se ne fosse accorta.
-Youn... sei...- accennò sorridendole, ma un'altra fitta non gli permise di finire la frase. Tacque continuando a sorriderle dolcemente.
Per nascondere il rossore dalle proprie guance Taeyoun avvicinò la testa al petto di Jackson nascondendocivi.
-Mi sei mancato.- disse con la voce ovattata dalla felpa di Jackson.
Lui rise.
-Lo so. Sarebbe stato strano il contrario- scherzò ricevendo un pizzico sul braccio da Youn.
-Jackson io...- parlò la ragazza guardandolo finalmente in viso.
-vorrei parlarti di quello che mi sta succedendo, ma... so che sei molto impegnato ed io...-
Jackson le socchiuse le labbra con il pollice, carezzandole la mascella.
-Ho sempre tempo per te. Ti preoccupi troppo.- le disse.
Jackson le spiegò del giorni trascorsi e di come aveva conosciuto molte cose sul passato della propria madre. Gli parlò delle sue paure e di come temeva che fosse successo qualcosa al padre, mentre passeggiavamo per la città.
Il sole cominciava a tramontare dietro gli altissimi grattacieli che si stagliavano nel cielo di Seoul. Pioveva ancora, quando Taeyoun alzando il capo lasciò che alcune gocce di pioggia le rimbalzassero sulle guance pallide e fredde.
-Sai quando piove mi viene in mente una canzone...- fece Jackson imitandola.
-Cioè ?- chiese la ragazza rabbrividendo per il freddo.
-Il colore scuro di una giornata di pioggia a Seoul.- canticchiò il ragazzo, poi si voltò verso Taeyoun posandole un lieve bacio che sapeva di pioggia e che profumava di buono.
-La pioggia che cade come una melodia fa sembrare tutto andante.- continuò Jackson sussurrando, anche quella frase faceva parte della canzone.
-Questa canzone... mi sembra di conoscerla.- disse Youn pensierosa.
-Può darsi.-
Improvvisamente si sentì una sorta di esplosione.
Taeyoun sussultò.
-Accidenti! Cosa è stato?-
In fondo alla strada di periferia in cui si ritrovavano videro un giovane: Niro, in piedi, con i capelli tinti d'arancione fradici e il braccio disteso davanti a sè.
Egli si girò verso Youn di scatto scuotendo i capelli bagnati che librarono goccioline d'acqua intorno a sé.
Tra le dita del braccio disteso stringeva una revolver, pareva una falce di luna argentata.
Quella scena sbalordì Youn la quale dischiuse un poco le labbra colpita e terrorizzata allo stesso tempo.
-Youn, che diavolo ci fai qui.- le gridò. Non aveva mai visto Niro arrabbiato, i suoi occhi sembravano
Essersi infuocati, la sua espressione era severa e terrificante.
-Io...- Youn non sapeva cosa dire.
-Questa zona ti era stata proibita! Smettila di imbambolarti come una ragazzina stupida.- continuò il ragazzo con voce aspra.
-Non mi ero accorta...- mormorò lei costernata.
Jackson guardava la scena sconcertato guardando la sua Taeyoun interloquire con quello sconosciuto.
-C-chi è lei? - chiese soltanto Taeyoun ci un filo di voce.
Davanti a Niro, in direzione della
Revolver che teneva puntata davanti a sè, giaceva il corpo di una donna, apparentemente senza vita.
La figura femminile emise un gemito, era dunque viva.
La donna mugugnò qualcosa che si rivelò essere una risata isterica.
-Beccata.- sogghignò sputando sangue.
-Sta zitta, vuoi morire?- fece Niro ricaricando la pistola.
-Fermo!- lo ammonì Youn.
-Youn! Che sta succedendo?- era Jackson paonazzo in viso.
-Ti ha vista Youn, devo farla fuori.- spiegò Niro riprendendo la mira.
-Ho detto di no! Non la ucciderai!- insistette lei.
-Allora dobbiamo svignarcela alla svelta.- suggerì il ragazzo tirandosi indietro i capelli umidi, tramortì la ragazza colpendola con il dorso della pistola e se la caricò in spalla.
-In fretta! Veloci!- li incalzò.
Taeyoun afferrò Jackson tirandolo in avanti.
Ma il ragazzo gemette a causa del dolore alla caviglia.
-Jackson!- esclamò lei fermandosi.
-Non abbiamo tempo da perdere! Arrivano!- le gridò Niro strattonandola.
-Youn va avanti, non è me che cercano.- disse Jackson stringendo.
-Non ti lascio!-
-Youn! Vai! Corri!- urlò Jackson disperato.
Niro continuava a ordinarle di sbrigarsi. La ragazza era in balia del panico più totale. Sentì il gusto salato del vomito salirle in bocca e le gambe tremarle.
Col il braccio libero Niro la tirò via da Jackson, mentre lei incapace di prendere possesso del proprio corpo paralizzato si lasciò portare via.
Jackson la guardava con occhi spalancati e spaventati, ma lei non riuscì a liberarsi dalla presa per lraggiungerlo. Si sarebbe sentita in colpa per sempre di questo.

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My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora