~Capitolo quinto~

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In un appartamento di
Gyeonggi-do, quartiere di Seoul posto nella parte più meridionale del distretto di Seongnam, Taeyoun aveva conosciuto una donna. La lista di nomi scritta dal padre, presentava come primo nome quello della signora Wook.
Doveva essere stata una donna atletica e agile da giovane, poiché nonostante i suoi sessant'anni aveva ancora un fisico asciutto e ben proporzionato.
-Scusi, lei è la signora Wook?-
La donna annuì.
-Si, chi sei tu piccolina?-
Youn le sorrise cordialmente, sembrava una donna gentile.
La ragazza rispose con il proprio nome per intero, spiegando che era stata mandata da suo padre.
-Sei la figlia di Fei!- esclamò la donna.
-Fei è mia madre...-
Youn non capiva cosa potesse centrare la madre. Perché una signora coreana, apparentemente sconosciuta, conosceva sua madre?
Chiederselo sull'uscio della porta era inutile, quindi, anche se riluttante, Taeyoun accettò l'idea di essere ospite della signora Wook. La donna si accomodò con Youn nel salotto, dove cominciò a raccontare di come aveva conosciuto Fei.

Vent'anni prima, una giovane ragazza cinese arrivò in Corea con qualche soldo in tasca, e molte più speranze che anni di esperienza alle spalle.
Poter studiare in una delle migliori università di Seoul era per lei motivo di orgoglio e per questo aveva cominciato gli studi in primavera come tutti gli studenti coreani, immaginandosi di essere come loro.
Finché non conobbe un'amica. Se prima aveva dedicato ogni singolo istante del suo tempo a studiare, ora si ritrovava a doversi dividere tra dovere e piacere per uscire con lei.
I genitori di Fei, erano severi, specialmente sua madre, e venire a conoscenza del suo rendimento scolastico che man mano andava calando, la fece andare su tutte le furie.
Ma Chohee, la sua nuova amica coreana, era forse l'unica compagnia che aveva mai avuto. Senza i suoi genitori a indirizzarla sulla giusta via, Fei aveva la possibilità di arbitrarsi da sola. Cominciò a vivere come una vera universitaria coreana, festeggiando la notte e recandosi direttamente a lezione il mattino seguente.
'Ti facciamo tornare in Cina!' Esclamava la madre di Fei al telefono dopo averla rimproverata.
Fei non sapeva se disperarsi o continuarsi a godere i suoi ultimi giorni di libertà in Corea. Forse preferiva essere libera per ancora pochi giorni e rinunciare al suo sogno, piuttosto che vivere secondo il volere dei suoi genitori per sempre.
Presso la signora Wook, la mamma di Chohee, aveva trovato una nuova famiglia a cui si rivolgeva.

-L'ultima volta che vidi tua madre era incinta e stava tornando in Cina.- spiegò la donna, dopo aver raccontato di come Fei era diventata una seconda figlia per lei.
In così poco tempo si era affezionata all'amica della figlia.
-Dove si trova Chohee, in questo momento?-
Lo sguardo della signora Wook si rabbuiò mentre accennò un debole sorriso malinconico.
-La mia Chohee è morta.- spiegò, con un tono di voce incredulo, come se nonostante fossero passati moltissimi anni, ancora non riusciva a crederci.
Si voltò verso alcune foto sopra il mobile.
Erano solo foto di una ragazza giovane, da bambina o ventenne. Non appariva in nessuna delle foto più grande di quell'etá.
Chohee, era rimasta ad avere vent'anni per sempre.

Uscendo dalla casa della donna, Taeyoun aveva appurato quanto l'intenzione del padre non era semplicemente quello di svelare i segreti di Seoul e del suo lavoro alla ragazza, ma allo stesso tempo e principalmente spiegarle del suo passato e di come era venuta al mondo.
La mamma non le aveva mai parlato della sua amica morta. Forse era un ricordo troppo doloroso da ricordare?
Taeyoun aspettava già con ansia il momento in cui avrebbe saputo di un altro pezzo di storia. Chi avrebbe incontrato prossimamente secondo la lista?

Jb doveva dimostrarsi talvolta severo per poter mettere in riga i propri compagni. Era importante avere un leader, e lui cercava di essere il migliore, per gli altri, nonostante non fosse il più grande.
Pensava al loro bene, e sapeva che non poteva obbligarli a comportarsi sempre secondo le regole, se ciò non fosse stato giusto per loro.
Per questo aveva sempre tifato per Taeyoun e per il suo amore per Jackson.
Pensava che l'amico, così esuberante e pieno di sè avrebbe potuto imparare qualcosa da lei e trarne beneficio.
Però si stava comportando come un idiota.
-Da quanto tempo non vedi Youn?- chiese all'amico.
Si trovavano nei dormitori, dopo una lunga giornata passata alla casa discografica a fare le prove.
Jackson alzò le spalle continuando a cambiare canale in TV.
-Non fingere di non starmi ascoltando.-
-Non sto fingendo.- affermò Jackson sorridendogli sornione.
-Non dovresti fare soffrire così quella ragazza.-
-Non la sto facendo soffrire.-
-Sì, dopo tutto quello che ha passato, avevamo fatto un patto Jackson. Mantienilo.-
-Dovevo proteggerla e l'ho fatto.- disse Jackson guardando improvvisamente fuori dalla finestra come per cercare di fuggire da quella conversazione.
-Pensi che facendo così risolverai qualcosa? Pensi che Mark si sarebbe comportato così al tuo posto?-
-Mark, Mark, Mark. Tutto gira intorno a lui. - adesso Jackson cominciava a sentirsi infastidito.
-Taeyoun si fida solo di te, quindi dovevi essere tu a guardarle le spalle, così come Mark doveva farlo con...-
In quel momento la porta si aprì.
Jb temette si trattasse di Mark, ma dalla porta fece capolino il ciuffo vaporoso di Bambam.
-Ho interrotto qualcosa?- chiese non troppo dispiaciuto.
-Sì.-
-No.- lo corresse Jackson spegnendo la TV ed alzandosi dal divano.
Jackson uscì dalla stanza ignorando bellamente Bambam il quale si sentì molto offeso.
-Ma che gli prende? -
Jb alzò le spalle. Non voleva che Bambam si preoccupasse eccessivamente, insieme a Yugyeom era il più piccolo del gruppo, e forse era proprio perché lo trattavano come il più piccolo che Bambam si comportava in modo aggressivo con tutti.
-Jackson, se non lo farai tu, ci penserò io.- gli gridò Jb.
Jackson si morse il labbro ma continuò a camminare verso la propria camera, fingendo di non preoccuparsene.

Un mattino, come al solito, Youn era uscita presto di casa, ancor prima di Minjeen.
La casa di Minjeen era molto grande, così avevano affittato a Youn una stanza come soluzione definitiva alla sua permanenza a Seoul.
Davanti all'università, di una splendente giornata primaverile, incontrò un ragazzo assonnato che le rivolse la parola.
-Jb sei pazzo? E se ti riconoscesse qualcuno?-
Jb le sorrise strabuzzandosi gli occhi arrossati dal sonno.
-Nessuno crederebbe che 'Jb il dormiglione' sia sveglio a quest'ora.-
-E poi ho questi!- disse infilandosi dei ridicoli occhiali da sole rotondi.
-Caspita, che cambiamento.- rise sarcastica Youn.
-Comunque che ci fai qui?-
-Ah, io... cercavo una persona- spiegò guardandosi intorno.
-Chi?- chiese Youn imitandolo.
-Te.- rispose lui indicandola.
-Perché? È successo qualcosa a Jackson?- si allarmò la ragazza.
Jb nascose un sorriso sotto la sciarpa di cotone.
-No non centra niente Jackson.-
Youn abbassò lo sguardo con un'espressione che era un misto tra sollievo e delusione.
-Lui non... non ha parlato di me in questi giorni vero?-
-Non devi pensare a Jackson.- disse il ragazzo fermamente.
Lei alzò lo sguardo.
-Non ci riesco.- ammise quasi con le lacrime agli occhi.
In quel momento Youn ricevette una chiamata.
Era Minjeen.
-Youn, ti scongiuro, devi venire qui.- la sua voce era strozzata dai singhiozzi.
-Min! Dove sei?-
-Youn, ti prego, aiutami.- continuò la ragazza disperata.
-Sei a casa? Min! Dimmi subito dove sei!- la pregò Youn.
-S-sono, a casa.-
Youn, seguita da Jb, tornò indietro diretta verso casa.
Che cosa poteva essere successo? Non aveva mai sentito la voce di Min così disperata.

 Curiosità:È tutto vero, in Corea gli universitari festeggiano molto e, talvolta, dopo aver festeggiato tutta la notte, vanno direttamente a lezione! Inoltre solo agli studenti stranieri è permesso iniziare l'università in autunno o in primavera, ...

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Curiosità:
È tutto vero, in Corea gli universitari festeggiano molto e, talvolta, dopo aver festeggiato tutta la notte, vanno direttamente a lezione! Inoltre solo agli studenti stranieri è permesso iniziare l'università in autunno o in primavera, mentre quelli coreani devono iniziare in primavera. Taeyoun riesce a tornare a Seoul giusto in tempo per l'inizio delle lezioni, è infatti considerata Coreana, anche se ha vissuto in Cina da bambina.

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