~Capitolo trentaquattro~

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Niro si era rivelato essere un insegnante zelante e paziente. Anche se Taeyoun si trovava in seria difficoltà a imparare a maneggiare armi, il ragazzo le mostrava più volte come muovere le dita, le prendeva i polsi chiudendole le mani intorno all'impugnatura dell'arma, dicendole come tenerla in modo tale da poter prendere la mira.

Il metallo freddo a contatto con la pelle di Youn la faceva rabbrividire.

-Questa maledetta cosa io non so usarla!-

Esclamò esasperata.

-Non è così. È che hai paura di usarla correttamente. Vuoi tornare indietro?-

-Non posso farlo...- si arrese la ragazza.

-Tuo padre era il miglior cecchino io abbia mai visto. Avrai pur preso qualcosa da lui. Perciò cerca di non distrarti.-

Taeyoun alzò la testa verso il cielo. Avrebbe dovuto pensare ad altre cose, alla scuola, agli amici, all'amore, invece doveva sorbirsi nozioni su come ricaricare una pistola e su come mirare una lattina di cola.

Taeyoun si chiedeva spesso del passato di Niro. Qual era il suo vero nome? E come era finito nell'organizzazione. Adesso che erano diventati colleghi chissà se avrebbe scoperto qualcosa in più.

A sera inoltrata, Taeyoun era sfinita. Oltre alle mille cose che c'erano da imparare, Niro la stava allenando fisicamente.

Il ragazzo era pieno di energie e le saltellava intorno di continuo, ma lei non era abituata all'attività fisica, non sapeva nemmeno galleggiare in acqua.

-È ora della ricompensa!-

-Cosa?- domandò la ragazza sorpresa.

-Di che parli? Niro?-

Il ragazzo sorrideva sornione.

Portò Youn allo Yeouido Park di Seoul, dove, seduti su una panchina sorto deliziosi alberi illuminati dalla luce del crepuscolo, le porse una lattina.

-Latte e cioccolato.- mormorò Youn con la voce spezzata. Ricordava di quando era Jackson a porgergliela alla casa discografica. Una volta l'aveva anche fatto cadere.

Jackson sapeva che Youn preferiva berlo con la cannuccia per questo gliene portava sempre una.

Ma Niro non le aveva portato nessuna cannuccia, poiché non poteva conoscere le sue preferenze e tutte quelle piccole cose a cui invece Jackson pensava.

-Tuo padre mi portava sempre qua, quando ero ancora in principiante all'organizzazione.-

Taeyoun si girò per guardarlo in viso mentre lo ascoltava parlare del padre.

-Mi diceva: sei un ragazzino e non dovresti fare questo tipo ti vita, almeno bevi questo. E mi porgeva una lattina di latte al cioccolato, con una cannuccia.-

A questo punto Niro frugò nella busta di plastica in cui aveva tenuto la lattina di Youn e ne tirò fuori un'altra identica con una cannuccia.

Niro aprì la sua immergendoci la cannuccia e tirando su la bevanda con quella.

-Non sei un po' troppo grande per bere con la cannuccia?- chiese Youn sorridendo.

-Sei offesa perché non ne ho portata una anche a te?-

-E anche se fosse?-

Il Mae stava fumando una sigaretta quando Zero bussò alla porta del suo salotto. L'appoggiò seccato sul portacene alzando lo sguardo di sbieco verso l'uomo.

-Hanno la ragazza.- affermò.

In un attimo il tavolino di vetro posto di fronte al divano venne rovesciato dal Mae, furioso, andando in frantumi.

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora