Da diversi giorni le strade di Seoul erano bagnate dalla pioggia insistente, le aiuole erano sempre umide e i parchi gremiti di pozzanghere fangose, il cielo era una cappa grigiastra. L'odore acidulo della pioggia impregnava l'aria umida e Youn aveva dovuto legare i capelli stretti in cima alla testa per non farli diventare crespi e disordinati.
Questa volta la mappa di Seoul l'aveva portata nel distretto di Geumcheom, in una zona periferica della città.
-Insomma, fammi vedere un po' la mappa.- era stato Niro ad aver parlato. Quel giorno aveva insistito per accompagnare Youn lui stesso.
-È una persona un po' particolare quella di oggi.- spiegò frettolosamente finché alla fine Youn non si era arresa all'idea di dover portare il ragazzo con sè.
Il ragazzo la seguiva giocando con un accendino che si rigirava tra le mani.
-Mi aiuta a controllare lo stress.- le disse quando si accorse delle occhiatacce che Youn gli stava lanciando.
Camminarono parecchio in tondo prima di raggiungere la destinazione.
-Siamo arrivati ma ...questo è il centro commerciale!- esclamò la ragazza riconoscendolo.
Davanti a loro si trovava un grande edificio con grandi vetrate e cartelloni pubblicitari appesi alle pareti.
-Giusto in tempo per rifarmi il guardaroba.- scherzò Niro saltellando sul posto.
-Sei contento?-
Lui annuì trotterellando all'interno del centro commerciale.
Youn lo seguì riluttante.
L'entrata era gremita di gente, un via vai di persone che si spingevano l'una con l'altra per poter percorrere mezzo metro.
Ad un lato dell'entrata circolare, in un ristorante interno, sedeva un signore sulla quarantina, alto e moro che leggeva una rivista gustandosi un caffè espresso.
-È lui.- sentenziò Niro.
-Come fai a saperlo?-
-Lo capirai...- rispose Niro misterioso.
Il ragazzo si avvicinò all'uomo precedendo Youn e glielo presentò.
-Ciao Taeyoun, sono felice di conoscerti, tua madre era molto amica della mia ormai defunta fidanzata.- disse l'uomo stringendo calorosamente la mano di Youn, come se la conoscesse da tanto tempo.
-Piacere mio.-
-Credo che tu conosca anche mia sorella Iseul.-
Taeyoun lo guardò confusa, non aveva mai sentito quel nome prima d'ora. Lo trovò bello, ma non le ricordò nulla.
-Ah, no.- intervenne Niro.
-Non le ho ancora parlato di lei. Lavora con noi, ti spiegherò poi.- disse Niro rivolgendosi poi a Youn.
L'altro annuì un po' deluso poi tornò a posare lo sguardo sul viso di Youn sorridendole cordialmente.
-Sedetevi vi prego, così potrò parlarvi di quello che so.-
Niro allontanò una sedia dal tavolo per far accomodare Youn per prima, lo fece con un'eleganza è una galanteria di altri tempi, che ricordava più quella di un uomo anziché di un ragazzo.
-Grazie.- parlò Youn stupita.
-Un vero uomo, fa accomodare per prima sempre la propria signora.- rispose lui facendo un rapido inchino.
-Assomigli moltissimo a tua madre. Era molto bella, come la mia Chohee.- disse l'uomo sospirando.
-Andavo anch'io all'università quando lei e tua madre camminavano per i corridoi affascinando chiunque incontrassero.
Mettevano lo stesso profumo di gelsomino, intenso, pungente e soave.
Tua madre faceva parte del club di canto e aveva la voce migliore del corso. Nonostante fosse del primo anno superava le abilità di quelli del terzo, di cui facevo parte anch'io.
Però era già di qualcuno quando tentai di avvicinarmi a lei.
E finii per innamorarmi con la più espansiva Chohee.-
Fece una pausa per finire il proprio espresso in un ultimo sorso, poi riprese il discorso incrociando le mani davanti al mento e appoggiandovici la testa.
-Sai già che Chohee è morta prematuramente.-
Youn annuì rabbrividendo.
-Finì in prima pagina su tutti i giornali e per noi, coinvolti nella sua vita, non ci fu più scampo.-
-Mia madre non mi aveva mai parlato di lei.-
-Tua madre scappò in Cina appena potè. E ha fatto bene a lasciarsi tutto alle spalle. Ma onestamente non credo di poter lasciarmi alle spalle Chohee, non dopo averlo chiesto di sposarmi.-
-Lei accettò?- domandò Youn.
-Di buon grado. In realtà era innamorata di me da parecchio tempo, ma temeva che a me interessasse la sua amica Fei.-
-Ed era vero.- commentò aspettandosi una conferma.
-Non esattamente. Comunque, Fei era intoccabile, il suo cuore apparteneva ad un ragazzo con cui nessuno voleva avere niente a che fare. Ma ben presto mi accorsi di quanto dovevamo guardarci da un'altra minaccia che giungeva proprio da tutt'altra parte.-
A quel punto Youn si era incuriosita ancora di più.
-Non so esattamente per quale motivo, ma ad un certo punto, quelle due bellissime ragazze si cacciarono in un guaio tremendo, finendo nella trappola di un'organizzazione criminale. -
-Si spieghi meglio la prego.- chiese Youn, bramando ora più che mai la verità.
L'uomo scosse la testa.
-Non so tutt'ora molte cose. La cosa importante è che Chohee rimase uccisa a causa di questo 'guaio' mentre Fei dovette scappare, quand'era incinta di te. -C'era un motivo per il quale Youn era cresciuta per buona parte della sua infanzia ad Hong Kong, c'era un motivo per il quale era cresciuta senza un padre. Ed era qualcosa di oscuro e di proibito che sua madre le aveva taciuto e che coinvolgeva una ragazza morta ventenne.
Quando quel pomeriggio, tornando a casa, Youn sfogliò i documenti e gli appunti che gli aveva mandato il padre, ritrovò il ritaglio di giornale con la foto della ragazza sorridente su cui il padre aveva accuratamente scritto : Il motivo per cui sono diventato Leon.
Grazie alla didascalia della fotografia, Youn risalì alla data del giornale in questione, e trovò su internet la notizia della morte di una ragazza.
Era Chohee, freddata con un colpo di pistola alla testa.
L'articolo spiegava brevemente che si trattava di un incidente, uno scambio di identità. Una povera universitaria che si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Eppure Youn non riusciva a vederci chiaro nella versione ufficiale del quotidiano. Dopo i racconti che aveva sentito, le sembrava che la morte di Chohee fosse molto più complicata di così.
Fremeva all'idea di raggiungere la quarta persona che le avrebbe svelato un altro pezzo di quella storia assurda che la riguardava.Talvolta si rimane piacevolmente sorpresi dallo scoprire quanto carismatici e persuasivi possiamo riuscire ad essere. Fu quello, il tipo di piacere, che pervase il Mae quando rivide il giovane Jiho davanti a sè.
-Sei tornato alla fine.-
-Sì, ho riflettuto molto sulla tua offerta. Desidero lavorare per te.- sentenziò Jiho.
-Per me? Stai mentendo ragazzo. Dimmi la verità, cosa aneli? Soldi? Potere? O sei solo un sadico?-
Alla parola 'sadico', Zero, l'uomo vicino al Mae sorrise malizioso.
-Per nessuno di questi motivi.-
Jiho guardò intensamente il Mae, facendo un passo in avanti.
In pochi secondi, un passo dopo l'altro, il ragazzo si ritrovò vicino all'uomo seduto come un re, più vicino di quanto qualcuno si fosse mai permesso di arrivare.
Zero fece per pararsi contro Jiho, ma il Mae lo fermò.
Lasciò che il ragazzo si avvicinasse a lui, addirittura fino a potergli sussurrare qualcosa all'orecchio.
Qualsiasi cosa gli avesse detto, pareva alquanto divertente, poiché l'uomo scoppiò in una fragorosa risata.
-E va bene ragazzo mio, sei così simile a me quand'ero ragazzo che non posso accettare la tua proposta. Sembra divertente.- disse l'uomo sogghignando.
Tossicchiò lasciando uscire delle nuvole di fumo dai propri polmoni, poi aspirò nuovamente dal sigaro.
-Ma ricorda: il tempo é nemico dell'uomo.- aggiunse mentre Jiho si allontanava.
-Ho già fatto i conti con il tempo signore, e posso giurare se le dico che sono l'unico che riesce a capirne davvero il valore.- rispose Jiho senza lasciarsi intimidire.
Si sentiva come all'interno di un'enorme clessidra, la sabbia gli piombava in testa dal centro, mentre lui inesorabilmente vi sprofondava.Svelato il volto dell'eccentrico e fantastico Niro.
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My Declared Love [Jackson Wang]
FanfictionATTENZIONE: Questa storia è il seguito di MUL [Jackson Wang] leggete prima MUL se non lo avete ancora fatto! Continuano le vicende che legano Taeyoun a Jackson... il Mae la sta cercando, suo padre è di nuovo sparito e un uomo misterioso di nome Nir...