~Capitolo nove~

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Jiho, ormai dimesso dall'ospedale, sentiva di avere ancora dei conti in sospeso con il mondo.
Aveva tentato di fuggire dai suoi peccati andando a Busan,  attraversando la Corea per dimenticare ciò che aveva fatto. Ma il volto di Jiyun, la sua migliore amica, persisteva nella sua mente.
Minjeen percepiva che c'era qualcosa che non andava in Jiho, intuiva quanto il ragazzo si sentisse a disagio, ma non riusciva a capire per quale motivo.
Jiho, sostava davanti all'università aspettando impaziente l'arrivo di Minjeen. Alzando la testa cominciò a scrutare le teste degli studenti alla ricerca dei capelli biondi e del sorriso solare di Min. Ma un'altra figura lo distrasse, era alta eppure invisibile agli occhi degli altri, un viso che lui avrebbe potuto riconoscere fra un milione.
Pronunciò il nome della ragazza.
-Jiyun.-
Aveva i capelli più scuri di come li ricordava, lo sguardo spento e cupo.
-Jiyun!- esclamò andandole in contro.
La ragazza lo ignorò, passando oltre.
-Ti prego Jiyun, parlami.- le disse seguendola. Ma lei si dileguò frettolosamente. Il ragazzo le parlò alzando la voce per raggiungerla, ancora e ancora.
Parlò per l'ennesima volta dicendo il suo nome, ma la voce gli si spezzò prima che potesse terminarlo.
Jiyun si girò di scatto, vide Jiho accasciarsi lentamente a terra.
-Jiho!- accorgendosi di aver parlato quasi sussultò lei stessa dalla sorpresa.
Tornò indietro andandogli incontro.
-Sto-sto bene, ho avuto solo un capogiro.-
Jiyun notò che il ragazzo aveva le lacrime agli occhi e che cercava di trattenerle con tutte le forze.
-Jiho, sei qui...- disse una voce alle loro spalle.
Era Minjeen.
-Sì, Min... lei è Jiyun.-
Ma quando si girò per presentare Jiyun, scoprì che la ragazza se n'era ormai andata sparendo dietro l'angolo.
-Chi era?-
-Era la mia migliore amica, tanto tempo fa.- spiegò Jiho assorto.
-Non lo siete più?-
Lui scosse la testa.
-Ascolta Minjeen! Vorrei che tu diventassi sua amica!-
-Vuoi che diventi amica di quella ragazza? Non è nemmeno del mio corso...- disse Minjeen.
Jiho la guardò negli occhi. Quando lo faceva Minjeen si sentiva completamente disarmata.
-È importante.-
-Non sono sicura...è una richiesta strana-
Jiho continuava a guardarla con quegli occhi a mandorla neri e profondi, con un'espressione tenera e disperata.
-Min... è per aiutare una persona.-
-Ci proverò, ma non ti assicuro nulla. -
Jiho le diede un pizzicotto affettuoso  sulla guancia.
-Grazie.- le disse con un angolo della bocca sollevato.
Quell'accenno quasi impercettibile di sorriso la sciolse. Sentiva il suo cuore rompersi in tanti piccoli pezzi. Quel viso le era irresistibile e Minjeen sapeva di non avere più scampo.
-Ah...o-ok.- balbettò dopo essere arrossita da capo a piedi.
Avvicinarsi a quella ragazza silenziosa non sarebbe stato facile facile. Tempo prima lei e Taeyoun l'avevano vista aggirarsi per l'università, solitaria come un fantasma. Non parlava mai con nessuno, era sempre sola e pareva che nessuno avesse mai sentito la sua voce. A volte la si sentiva trascinare i piedi per i corridoi, come uno spirito. Perché lo faceva?

Marzo cominciava a diventare piovosa. Alla casa discografica dei Got7,  si presentò Jiho, indossando un largo impermeabile.
Taeyoun era là.
-Ciao.- disse la ragazza.
Non avevano avuto molte occasioni di interloquire. Youn era ancora sospettosa nei suoi confronti, ma cercava di comportarsi normalmente con lui per Minjeen.
-Ciao, che ci fai qui?- chiese Jiho.
-Potrei farti la stessa domanda.- rispose Youn accigliata.
Jiho schioccò la lingua.
-Devo parlare con Mark.-
-È in sala prove con gli altri.-
Dalla stanza uscì Jackson, sudato e affaticato.
-Dov'è la mia bell... Jiho?- Jackson spalancò gli occhi nel vederlo.
Jiho fece un cenno di saluto.
-Accidenti, mi hai spaventato a morte.- scherzò Jackson, poi si rivolse a Youn sorridendole.
I due si dileguarono in fondo al corridoio, lasciando Jiho da solo. Sembravano nuovamente felici, pensò Jiho, e ne era contento.
Anche gli altri membri uscirono dalla sala prove, dopo aver provato una nuova coreografia, stanchi e sudati, salutando a turno Jiho.
Mark si fermò in piedi davanti a lui.
-Devo parlarti.-
-Di cosa?-
Ultimamente Mark sorrideva raramente, i suoi compagni erano preoccupati per lui, ma sapevano anche che non potevano fare molto per tirarlo su di morale.
-Si tratta di lei... Jiyun.- rispose Jiho.
Mark sorrise malinconico.
-Hai ancora voglia di parlarne?-
-Sì. So che tieni a lei tanto quando ci tengo io.-
-Allora cos'hai da dirmi?-
-Voglio che tu ti prenda cura di Jiyun. Voglio fare qualcosa per lei, affinché possa perdonarmi, dopo di che sparirò dalla sua vita.- spiegò Jiho.
-Perché lo fai?- chiese Mark incuriosito.
-Glielo devo. Jiyun è la mia migliore amica, ma per causa mia ha subito qualcosa di ignobile. So che sei l'unico con cui parla... perciò...-
-L'unico con cui parla? Da quando è tornata a casa l'unica cosa che ha detto è stata il mio nome. Non lo chiamerei parlare!-
Tempo prima Jiyun, la migliore amica di Jiho, preoccupata per lui e vedendolo alle prese con cattive compagnie, l'aveva seguito, così era stata prima inseguita e poi perseguitata da un criminale di una qualche organizzazione mafiosa di cui lei non sapeva nulla. Da quando era miracolosamente stata rilasciata, non aveva più proferito parola, a parte il nome di Mark.
Jiho serrò la mascella.
-Troverò un modo per farla tornare la Jiyun di un tempo. A quel punto sarai tu a doverti prendere cura di lei- gli disse semplicemente e andò via, raccomandandogli di ricordarsi quelle parole.

Jiho sapeva che tutto era cominciato per colpa sua, ma per risolvere le cose aveva bisogno proprio delle stesse compagnie che lo avevano portato a far preoccupare così tanto Jiyun.
I ragazzi che aveva conosciuto grazie a Bongsoo, non erano certo esemplari, ma erano leali e disponibili con lui. L'unica pecca: lavoravano per il Mae.

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora