~Capitolo ventisette

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Il primo maggio segnava l'inizio di una settimana calda e piacevole, a tratti estiva.
Minjeen si dondolava pigramente sul dondolo posto nel giardino di casa, appena più in là del gazebo, su cui stavano pian piano crescendo alcuni boccioli di rosa rampicante.
-Min.- la chiamò Taeyoun uscendo fuori per godersi anche lei il sole.
-Sto prendendo il sole.- annunciò la ragazza allungando le gambe.
-Vedo. Tu prendi subito colore.- disse Youn sedendosi accanto all'amica.
-Ma tu sei meglio così pallida, come un fantasmino.- scherzò la ragazza bionda.
Youn le diede una gomitata affettuosa.
-Sei cattiva Min!-
-Te lo meriti! Mi hai fatta preoccupare tantissimo in questi giorni. Sei sparita dal mondo, non ti facevi più sentire.-
Minjeen sembrava avere le lacrime agli occhi.
-Min... mi dispiace tantissimo.-
Youn l'abbracciò.
Poco dopo quell' abbraccio inatteso Minjeen sentì del bagnato sulla propria spalla.
-Youn! Ma tu stai piangendo!-
-No è che... mi è entrato del polline negli occhi. L'allergia...-
-Non ci casco, ti conosco meglio di me stessa. Tu sei allergica solo alle noccioline, non al polline. -
Taeyoun le sorrise mestamente.
-Mi sei mancata Min. - sostenne la ragazza asciugandosi gli occhi.
-Youn cosa mi stai nascondendo?-
-Di che parli?-
-Tu... Jiho... mi sembra come se tutti mi stessero nascondendo qualcosa. Non sopporto di essere tagliata fuori dalle vostre vite.-
-Anche se lo facciamo per proteggerti?-
-Soprattutto per quello.-
-Ma cosa mai potrebbe nascondere Jiho. Oltre al suo sguardo da eterno ribelle non credo abbia segreti.-
Minjeen abbassò lo sguardo.
-A meno che non si tratti della sua salute.-
Taeyoun rimase frastornata da quella affermazione.
-Youn... vorresti accompagnarmi da Jiyun? Lei era la sua migliore amica, forse sa qualcosa.-
-Ji-Yun?-

Una donna sorseggiava del vino rosso, seduta elegantemente su una poltrona di velluto rosso. Aveva gettato le scarpe in modo disordinato sul pavimento, mentre cercava di assaporare fino in fondo la sua sigaretta.
Gli affari non andavano poi così bene come sperava, aveva cercato di riparare gli errori di Leon, ma sembrava che qualcosa continuasse a trascinare giù l'organizzazione. Era esausta e il solo pensiero che potesse esserci il Mae dietro tutti quei problemi la disgustava.
Si sentiva una donna vuota, senza spirito e senza più umanità, come era dovuta diventare per tenere in piedi i gironi dell'organizzazione.
Aprì il cassetto della sua scrivania, e cercò coi polpastrelli un piccolo bracciale di plastica. Era stretto è legato da una cordicella azzurra, così piccolo che non poteva che appartenere ad un bambino.
Qualcuno bussò destandola dai suoi sospiri.
-Avanti.-
-Signora, non ho buone notizie.- parlò l'uomo che era entrato.
-Dimmi dimmi.- fece lei seccata.
-Abbiamo perso un carico di merce, inoltre siamo venuti a sapere di altri disertori. Quindici nell'ultima settimana. Abbiamo perso una consistente somma di Won e...-
-Fermati. Le mie orecchie non possono più sopportare tutte queste notizie. Chiamami Leon.-
L' uomo ubbidì comparendo dietro la porta poco dopo con Leon al seguito.
Leon e il capo supremo dell'organizzazione rimasero chiusi nello studio da soli.
La donna lo scrutò a lungo, anche se in realtà sembrava assorta nei suoi pensieri.
-Non mi guardare attraverso. Perché mi hai chiamato?-
Lei schioccò la lingua.
-Come ben saprai, non me la sto passando molto bene. Cerco di essere un buon capo. Di non farmi condizionare, di essere cauta è responsabile. Il mio intento è quello di tenere la Corea in ordine sotto il mio controllo. Eppure qualcosa mi sfugge.
Si tratta del Mae vero?-
Leon non rispose.
-Cosa devo fare per farti rispondere?-
-Niente. Non ho bisogno di aiutarti.-
-Perché fai così? Bisogna per forza ricattarti con tua figlia per farti ragionare? So dei tuoi genitori. Abbiamo lo stesso nemico.-
-Solo perché abbiamo lo stesso nemico non vuol dire che debba aiutarti.-
-Oh sì invece. Cosa vuole il Mae da noi?-
-Non so cosa voglia, ma spero vivamente che muoia prima di ottenerlo.-
La donna rise compiaciuta.
-Allora fallo fuori. Mi rendo conto che tu sei l'unico che può parlo. Tenerti chiuso a chiave non mi serve più finché il Mae è vivo.-
-E ovviamente il mio tornaconto...-
-Sarai sicuro che tua figlia non verrà presa da loro. E magari una cella più grande.-

Ciò che Youn sapeva di Jiyun glielo aveva raccontato Mark. Lei stessa l'aveva vista diverse volte all'università, che si aggirava silenziosa stringendo i propri libri come se fossero il suo unico tesoro.
-Minjeen. Sei fortunata, stavo per uscire.- disse Jiyun.
Era la prima volta che Taeyoun sentiva quella voce.
Mochi, il gattino arancione della ragazza, uscì miagolando dalla casa andandosi a strusciare contro le gambe di Taeyoun.
-Jiyun, lei è la mia amica Taeyoun.-
La ragazza guardò Youn come se la stessa ispezionando.
-Ho sentito spesso parlare di te.-
-Anch'io di te.- rispose Youn.
Jiyun era sorpresa, davanti a lei le passò un ricordo lontano, di quando, passando davanti l'entrata della casa discografica di Mark, aveva scorso una bellissima ragazza dai capelli corvini.
Quella stessa ragazza ora era davanti a lei e le sembrò di conoscerla da sempre.
-Finalmente ti conosco.- commentò un poco imbarazzata Youn.
-Mark mi ha parlato moltissimo di te.- aggiunse.
-M-Mark?-
Jiyun sussultò nel sentire quel nome e provò un'acuta gelosia nel venire a sapere che Taeyoun parlava molto con Mark.
Le tre ragazze si riunirono nella gelateria di Mapu-gu.
Parlarono di molte cose e ovviamente giunsero a discutere di Jiho.
-Sono così preoccupata per lui. Ultimamente l'ho incontrato solo in ospedale e...- cominciò Minjeen.
-Hai pensato che io potessi saperlo?-concluse Jiyun.
-Sì...-
-Purtroppo non mi ha detto nulla riguardo la sua salute. Però non credo stia molto bene di recente a causa del suo segreto.-
-Quale segreto?- intervenne Taeyoun.
-Come? Lui non...-
-No. Non ce l'ha detto.-
Minjeen la guardò speranzosa.
-Che cosa nasconde. Dicci ti prego?-
Prese le mani di Jiyun sperando con tutto il cuore che la ragazza cedesse e che raccontasse tutto.
-Ti prego Jiyun. Ho bisogno di sapere per poterlo aiutare. Io lo amo.- continuò Minjeen.
-Va bene... ma Taeyoun...-
-Io non ho segreti con lei. Puoi dirlo.-
Jiyun rimase qualche attimo a rifletterci.
Non sapeva se fosse il caso, ma non riusciva a sopportare che una ragazza la pregasse in quel modo pur di essere vicino al ragazzo che amava.
-Jiho... diciamo che rapì un bambino innocente per salvare un'altra persona offrendolo al suo posto. Ed è questo il segreto che lo sta logorando dentro. Il fatto di aver dovuto fare quasto tipo di scelta. -
Taeyoun sgranò gli occhi. Stringeva così forte i pugni che le nocche le erano diventate bianche.
-Il bambino... come si chiamava?-
-Taehyung.- rispose Jiyun come rattristita.
Taeyoun si alzò bruscamente in piedi.
-HA USATO IL MIO FRATELLINO COME MERCE DI SCAMBIO?-

 -HA USATO IL MIO FRATELLINO COME MERCE DI SCAMBIO?-

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