~Capitolo quarantanove~

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Taeyoun stava per uscire dalla villa del Mae. Mancava un giorno a quello in cui suo padre sarebbe venuto a prenderla. Che cos' avrebbe fatto lei? Avrebbe rinunciato alla sua nuova vita? E a Jackson? Sapeva che se quella storia fosse finita sarebbe dovuta andare ad Hong Kong, non poteva pretendere di restare a Seoul, dopo quello che i suoi genitori stavano facendo per lei.

Sospirò cercando di non pensarci e di godersi quel giorno come aveva fatto con tutti gli altri.

-Youn.- la chiamò il Mae. Era vestito elegantemente come al solito, benché fosse mattina presto. E il suo sguardo penetrante la scrutava come se volesse dirle qualcosa.

-Si?-

-Ho sentito dire che ti stai impegnando molto alla casa discografica. Sono orgoglioso di mia nipote. Si vede che fai parte della famiglia.- osservò.

Taeyoun si sforzò di sorridergli, anche se quello che ottenne fu più una specie di smorfia contratta.

-Riguardo al favore che ti avevo chiesto, puoi occupartene più tardi.-

La ragazza annuì, non le piaceva l'idea di boicottare la carriera degli artisti della casa discografica, aiutando il Mae avrebbe inevitabilmente macchiato la sua coscienza. Ci pensava ogni volta che vedeva Jackson.

Distogliendo lo sguardo dall'uomo, Youn uscì verso una nuova giornata di sole, appena cominciata.

-Insomma perché mi hai portata qui?- chiese Jiyun esausta dopo aver camminato per chilometri seguendo Jiho.

Il ragazzo sospirò capendo che era arrivato il momento di parlarne.

-Domani, ci sarà uno scontro. Taeyoun verrà liberata e noi due ce ne andremo.-

Jiyun lo guardò di storto.

-Non ci sto capendo niente!-

Jiho sospirò.

-Certo non sei costretta a venire con me. Io dovrò scappare perché sicuramente mi cercheranno per uccidermi. Perché ho fatto il doppio gioco.-

-Nessuno ti ucciderà, Jiho. Mi stai spaventando...-

La ragazza aveva un'espressione preoccupata più per il fatto che l'amico si stava comportando così, arraffando dagli scaffali del supermercato in cui si trovavano, quanti più prodotti possibili.

-Jiho, non posso venire con te. Non capisco cosa ti salti in mente.-

Jiho sembrava come impazzito, temeva che avrebbe commesso un passo falso appena prima di farcela, ma se avesse ucciso Zero sicuramente il Mae avrebbe cercato in tutti i modi di giustiziarlo, e l'organizzazione non l'avrebbe lasciato in pace neppure lei, considerandolo un seguace del Mae. Era praticamente spacciato per cui doveva prepararsi ad andare via da Seoul in qualsiasi momento.

L'ansia si era impossessato di lui, ed ora non riusciva a controllarsi, pretendendo che Jiyun si lasciasse trascinare sul fondo laddove si trovava lui.

-Quindi hai intenzione di andartene?- riprese Jiyun turbata.

-Si, domani me ne andrò.-

-Se hai paura di quello che succederà domani, perché non parti oggi?-

-Perché c'è qualcosa che devo fare. Io sarò lì domani.-

-Jiho non fare stupidaggini, se è per il tuo bene, parti subito.- lo incoraggiò la ragazza. Lui scosse la testa.

-No, non posso. - insistette il ragazzo.

Aveva sottratto una lucente revolver da uno degli uomini del Mae, era stato facile, gli era bastato seguirlo per un po' per la villa, e aspettare che la posasse da qualche parte per cambiarsi.

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora