Taeyoun era preoccupata per Jackson. Saperlo lontano, a Seoul, la faceva impazzire. Temeva gli potesse accadere qualsiasi cosa, mentre lei non poteva stargli accanto. Non riusciva a stare tranquilla anche se si trovava in mezzo alla sua famiglia.
Mentre un'altra parte dei suoi pensieri correva verso il padre, ostaggio dell'organizzazione criminale per cui lavorava.
Aveva pensato a lungo a lui e a come, a causa della madre, era dovuto diventare un membro delle lanterne. Da vent'anni era praticamente cresciuto in quell' ambiente ostile, non aveva potuto vivere una vita normale, non aveva potuto crescere la propria bambina e questo la rattristava.
Tuttavia, per quanto non riuscisse a sopportare l'idea di non essere in grado di fare qualcosa di concreto per aiutarlo, l'aria di Hong Kong le stava facendo bene.
Non si sentiva osservata di continuo, ma al sicuro e senza responsabilità.
E se fosse semplicemente rimasta ad Hong Kong e avesse dimenticato tutto? Bastava solo questo in fondo: fuggire.Jiyun amava le cose vecchie e obsolete, ad esempio teneva una vecchia macchina da scrivere sulla scrivania, un piccolo mangiacassette in borsa è una stupenda polaroid appesa all'attaccapanni. La ragazza la scelse tra il suo elenco di oggetti antichi e se la mise al collo.
Mochi, il piccolo gatto arancione le si strusciò sulle gambe ronfando.
Lei lo prese in braccio guardandolo negli enormi occhi verdi.
'Io e te siamo uguali vero?' Gli disse con lo sguardo. Il gatto socchiuse gli occhi come intuendo il pensiero della padrona.
Jiyun gli posò un bacino sulla fronte e lo mise sul letto, uscendo poi dalla stanza.
-J-jiyun dove stai andando?-
Era stata la madre della ragazza ad aver parlato. Non si era ancora abituata del tutto al nuovo carattere della figlia e sembrava spaventata da lei per chissà quale ragione.
-Esco.- rispose freddamente la ragazza.
-Ah, va bene. Fai attenzione.-
Jiyun rimase un momento ad osservare il viso stanco e scavato della madre. La donna le aveva mentito per tutta la vita dicendole che il fratello che tanto amava era morto.
Quella piccola macchia sul conto della madre rendeva ormai impossibile a Jiyun riuscire ad amarla come prima.
Mochi corse dietro di lei mentre la ragazza stava per uscire, teneva in bocca un piccolo elastico per capelli con un fermaglio a forma di gru.
Jiyun si chinò per raccoglierlo, lo ricordava. Da bambina lo indossava sempre, glielo aveva regalato lui: suo fratello.
Non poteva lasciarlo in casa dove lo avrebbe inevitabilmente visto, nè era in grado di buttarlo, così decise di riporlo nel ripostiglio della piccola casa.
Era uno stanzino angusto è scarsamente illuminato, la ragazza individuò una scatola dove avrebbe potuto mettere il fermaglio e si distese per afferrarlo.
Tuttavia mise il piede nel posto sbagliato e scivolò trascinandosi dietro la scatola che si aprì rovesciandole addosso ogni cosa.
Innumerevoli foto le volarono attorno come farfalle.
Le si sparpagliarono addosso e attorno lasciandola senza fiato.
Tutti i ricordi più belli della sua infanzia che aveva condiviso col fratello maggiore si trovavano là.
Jiyun si tappò la bocca mentre le lacrime cominciavano a scendere.
I ricordi la schiacciarono, impregnati di una gioia che adesso pareva marcia e dolorosa.
Pensò a Jiho che le aveva promesso di ucciderlo. Aveva davvero potuto decidere di lasciare che morisse? Era quello che voleva?
'Jiyun devo chiederti il permesso di uccidere tuo fratello'
Doveva fermare tutto questo. Cosa avrebbe detto a Minjeen se Jiho si fosse sul serio macchiato di quella colpa?
Jiyun uscí per strada, voleva raggiungere Jiho il più in fretta possibile, ma per farlo c'era una sola cosa che poteva renderla più veloce: i suoi pattini.
-Jiho dove sei?- lo chiamò al
Telefono.
-Non posso incontrarti adesso.-
-Devo dirti una cosa importantissima. Non posso aspettare.-
-Ma Jiyun... adesso non...-
-Dimmi solo dove sei.-
-Non posso dirtelo.-
La ragazza sentiva in sottofondo delle voci.
'Benvenuti all'Asan medical center di Seoul'.
-Jiho? Sei all'ospedale? Perché? Sto arrivando.-
Jiyun si precipitò all'Asan medical Center, più in fretta che potè.
Il ragazzo era seduto in sala di attesa che sorseggiava una lattina di cioccolato e latte.
-Sei testarda come un mulo. Ti avevo detto di aspettare.-
-Potresti almeno dirmi che ci fai qui. Ero preoccupata.-
-Un mio 'collega' si è fatto male a lavoro così l'ho accompagnato.-
L'espressione di lei sembrò distendersi.
-Niente di grave spero.-
Lui scosse la testa.
-Jiho devo parlarti. Riguardo a quella cosa...-
-Va bene allora andiamo a...-
Jiho non riuscì a concludere la frase, sembrava avesse avuto un capogiro.
-Jiho?-
-Ah scusa... è solo... mi manca l'aria.- spiegò il ragazzo tentando di risollevarsi. Ma le gambe gli cedettero e Jiyun riuscì a stento a tenerlo.
Qualcosa non andava e Jiyun lo percepiva.-Allora hai fatto fuori quel Jackson?-
Il Mae sembrava sempre più furente. Ogni giorno che passava la sua collera cresceva così come la sua agitazione.
-Ancora no. Signore è proprio sicuro di voler creare un tale
trambusto? È pur sempre un idol famoso e amato...- spiegò Hyungjae.
-Non me ne importa nulla! È da vent'anni che aspetto.-
-'Venti'?-
Hyungjae non capiva.
Davanti a lui, il Mae che conosceva, sembrava essere sparito lasciando il posto ad un pazzoide ossessionato da una ragazza.
-Cercala! Trovala! Portala a me!- gridò.
Hyungjae annuì inchinandosi e si dileguò con umiltà. Qualcosa cominciava a non tornagli.
All'uscita incrociò Zero.
-Il Mae non ti ha fatto la pelle?- gli chiese alzando un sopracciglio.
-No e a te?-
Zero rise compiaciuto.
-No, diciamo che mi sono rifatto con una doppia uccisione.- rispose facendo volteggiare il suo coltello con fierezza.
Del sangue era ancora incrostato.
-Chi... chi erano?-
-Due deliziosi vecchietti.- rispose Zero leccandosi le labbra soddisfatto. Lo faceva sempre dopo aver ucciso qualcuno, voleva dire che aveva provato piacere nel farlo.
Hyungjae deglutì nascondendo il disgusto che provava per il suo compagno.
Vedere la sua espressione di disagio non fece altro che divertire Zero ancora di più.
L'uomo proseguì verso la stanza blu dove lo attendeva il Mae per comunicargli il suo successo.'Stanno distruggendo ogni cosa intorno a lei per non permetterle di scappare.' Pensò il ragazzo rabbrividendo si allontanò da quel posto.
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My Declared Love [Jackson Wang]
FanficATTENZIONE: Questa storia è il seguito di MUL [Jackson Wang] leggete prima MUL se non lo avete ancora fatto! Continuano le vicende che legano Taeyoun a Jackson... il Mae la sta cercando, suo padre è di nuovo sparito e un uomo misterioso di nome Nir...