~Capitolo venti~

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Il ritorno dei corsi universitari era ormai imminente. I giorni primaverili passavano e ormai era aprile.
Taeyoun si stava godendo giorni di piena tranquillità passandole a studiare, seduta sul davanzale della finestra della sua camera.
Talvolta sentiva Minjeen tossire al piano di sotto, e questo la riportava alla realtà.
A causa degli studi non era riuscita a vedere Jackson quasi per nulla, ma si riprometteva almeno una volta al giorno di chiamarlo il giorno dopo. Tuttavia qualcosa la frenava dal farlo, forse la sensazione che lui fosse arrabbiato con lei, non le permetteva di chiamarlo liberamente come desiderava fare. Aveva paura che lui la trattasse con freddezza come aveva fatto il giorno del suo compleanno.
Youn si toccò il petto dolorante, desiderando di poter fermare i sentimenti che correvano nel suo cuore, per poter studiare in pace.
Poi qualcosa picchiettò il vetro della finestra.
Niro era appollaiato sulla grondaia.
-Sei pazzo? Cosa credi di fare?-
Il ragazzo entrò dalla finestra.
Reggeva una bottiglia di chissà qualche liquore e la appoggiò sulla scrivania di Youn, sommersa dai libri.
-Come te la passi, Youn-si?-
-S-sei ubriaco? E poi cosa sono quelli? Ti sei tinto i capelli di verde?-
-Ma no, non ancora. È per entrambi.- disse indicando la bottiglia. Poi si guardò allo specchio come se non ricordasse di aver tinto i capelli di quel colore appariscente.
-Non ho intenzione di bere.-
-Allora mi guarderai farlo, suppongo.-
Taeyoun sospirò.
-Dovresti andartene, se ti scoprono...-
Lui si sedette sul letto senza preavviso sogghignando.
-Non credo, è una famiglia di sempliciotti infondo.- commentò il ragazzo togliendosi le scarpe.
-Che stai facendo? Ti togli le scarpe?-
-Non ero mai venuto a casa tua, se casa si può chiamare. Sei piuttosto ordinata.-
-Non lo sono per nulla invece. Tengo in ordine perché è la stanza del fratello maggiore di Min...-
Lui annuì comprensivo.
Si stravaccò sul letto con le braccia aperte.
-Pensi che io sia fastidioso vero?-
-Decisamente.- confermò la ragazza incrociando le braccia.
-É che ti ho osservata dall'inizio della primavera, ogni giorno. Per tenerti d'occhio, eppure sono sicuro che tuo padre non sarebbe molto contento del mio lavoro.-
-Mio padre...-
Taeyoun si era quasi dimenticata di lui.
In fondo per vent'anni aveva vissuto senza di lui, abituandosi a non avere la  salda e protettiva presenza  di un padre.
Per lei c'era sempre stata solo la mamma. Anche se adesso era senza entrambi. Sola al mondo. Solo con la sua migliore amica, fingendo di avere una famiglia unita e amorevole.
-Potresti vivere con tuo padre un giorno. Ci avevi mai pensato? A lui piacerebbe.- disse Niro.
-Cosa?-
-È stato lui a dirmelo. Di voler vivere con sua figlia in tranquillità. A te non piacerebbe?-
-Non lo so... non avevo mai pensato a questo.-
-Io odiavo mio padre. Odiavo mio fratello e odiavo sua madre. Sono cresciuto odiando la famiglia che mi riempiva di oggetti e di beni materiali. Era come se vivessi nel paese dei balocchi. Con più forza li odiavo tanti più regali ricevevo. Finché non sono morti e mi è rimasto solo mio fratello.-
-Perché mi stai raccontando questo?-
Niro si alzò mettendosi seduto e guardando Taeyoun negli occhi.
-Forse perché, non l'ho mai confessato a nessuno.-
-Perché a me?-
A questo punto Niro si alzò in piedi come se Youn avesse detto chissà qualche eresia.
La sua espressione giocosa si contrasse in una seria e glaciale.
Si avvicinò a Youn coi pugni stretti fino a farla indietreggiare contro il muro.
La schiacciò contro di esso col proprio corpo mentre la ragazza cercava di ritrarsi più che poteva.
Ma il muro freddo contro la schiena la bloccava non permettendole di scappare.
La mano di Niro bloccò le braccia della ragazza.
-Niro! Hai giurato a mio padre di proteggermi! Lasciami stare!- esclamò la ragazza disperata.
Niro puzzava di alcool, Taeyoun cercò di non respirare quell'odore dolciastro e pungente.
-Non ti farò nulla. Voglio solo...-
Niro la guardò intensamente negli occhi prima di accasciarsi contro la spalla della ragazza.
Per un attimo le era sembrato di vederlo sul punto di piangere.
Lo aiutò a stendersi di nuovo sul letto. Il ragazzo, ubriaco, sembrava vagare nel sonno, chiamando il nome di 'Iseul'.
'Questo ragazzo odia suo fratello per avergli tolto l'affetto della famiglia e l'amore della ragazza che ama.' Pensò sospirando.

My Declared Love [Jackson Wang] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora