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Andreas era seduto sul divano di casa a guardare qualche programma in tv senza, però, prestarci troppa attenzione. Fu distratto dal campanello di casa. Si alzò dal divano cofano, chi poteva essere a quell'ora? L'unica persona che gli venne in mente fu Heather. Era la sola a presentarsi a casa sua a quell'orario. Forse aveva finalmente deciso di rivolgergli la parola. Ma alla porta non c'era Heather come aveva pensato.
"Alice?" domandò sorpreso per poi sorridere quando realizzò che Alice era veramente lì.
"Ciao." sorrise lei mentre lui la faceva entrare.
"Che ci fai qui? Non eri tornata a New York?'" Alice annuì poi si voltò a guardare Andreas.
"Ho iniziato a lavorare al mio nuovo album e lo inciderò qui." annunciò Alice con un sorriso. Andreas rimase senza parole per qualche secondo mentre realizzava quello che gli aveva appena detto.
"Davvero?" domandò poi avvicinandosi a lei e prendendole le mani tra le sue. Alice annuì sorridente.
"Mi dovrai sopportare per un bel po' di tempo ancora." disse poi prima che Andreas la baciasse. Alla fine quella giornata non era stata poi così terribile come aveva penato fino a poco fa. Certo aveva litigato con la sua migliore amica e non si palavano da ventiquattro ore, le prove in teatro non erano andate benissimo e c'erano stati alcuni problemi e la tournée era stata rimandata. Ma la giornata non era ancora conclusa e ora Alice era lì con lui. Ed Andreas non poteva che essere felice per quella sorpresa.

Alice era seduta al bancone dal café curva sui suoi fogli a scrivere note e prole e cercare di dare senso a una nuova canzone. Le piaceva quel posto, nonostante fosse abbastanza frequentato, riusciva a passare del tempo indisturbata. Certo ogni tanto qualche fan le si avvicinava per chiederle una foto, ma non veniva disturbata e riusciva a lavorare tranquillamente. Heather le si avvicinò e le riempì la tazza con del nuovo caffè.
"Pensavo fossi andata a New York." Disse poi ferma davanti al suo tavolo.
"Ho deciso di incidere il mio disco qui a Los Angeles, così posso stare più vicino ad Andreas." Spiegò Alice alzando lo sguardo dal suo block notes e guardando la proprietaria del café.
"Posso dirti una cosa?" Domandò poi lasciando la caraffa del caffè sul tavolo. Alice annuì senza distogliere lo sguardo.
"Non lo fare soffrire. È un bravo ragazzo."
"Lo so." disse Alice facendo calare uno strano silenzio tra le due.
"Cosa fai?" chiese poi Heather sedendosi sulla sedia libera. Voleva provare a fare amicizia, Andreas ci teneva a lei.
"Cerco di mettere in ordine le idee." mormorò leggendo le varie frasi che aveva annotato su diversi fogli di carta.
"Cosa ti ispira a scrivere?" chiese curiosa Heather. Si era sempre chiesta come alcuni artisti riuscissero a scrivere le loro canzoni, come i poeti scrivessero le loro poesie. Lei ogni volta che si era trovata davanti un foglio bianco, non era mai riuscita a concludere nulla. Magari le veniva anche qualcosa da dire, da raccontare, ma poi non riusciva a imprimere, bianco su nero, i suoi pensieri, non riusciva a trovare le parole giuste per esprimersi.
"Sinceramente, non so. Ci sono momenti in cui voglio dire qualcosa, voglio raccontare una storia. Allora prendo una penna e un qualsiasi pezzo di carta, o vado sulle note del mio telefonino, e mi viene automatico scrivere qualcosa." cercò di spiegare Alice, ma era difficile. Non sapeva neanche lei bene come faceva ad avere sempre nuove idee, a comporre sempre nuove canzoni. Per lei era tutto spontaneo, era la normalità. Aveva cominciato a scrivere da quando era molto piccola, era diventata una necessità scrivere. Non poteva immaginare una vita dove non  lo faceva. Scrivere canzoni faceva parte di lei.

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