Heather aveva accompagno Alice agli studio e lei l'aveva convinta a salire e prendere un caffè insieme. Ma una volta che fu salita e Alice si fu allontanata, capì benissimo cosa avesse in mente la sua amica. Infondo al corridoio dove si trovava, c'era Zayn e stava parlando con quello che doveva essere il suo manager. Forse doveva essersi sentito osservato, perché dopo qualche minuto alzò lo sguardo su di lei. La guardò per qualche secondo e poi le diede le spalle. In questo momento capì che Samantha aveva ragione. Heather avrebbe fatto di tutto per la figlia, ma non sarebbe riuscita a rinunciare a Zayn. Quando aveva chiuso gli occhi e aveva immaginato il suo futuro, si era vista seduta comoda con le gambe raccolte su un dondolo, nel giardino di casa, di sera. Un libro tra le mani, i nipoti che giocavano e lei che li guardava. Poi aveva visto lui, con la sua camicia e il suo sorriso che le ricordava di essere forte anche quando tutto sarebbe andato male. Le andava incontro, si sedeva accanto a lei sul dondolo, le stringeva la mano mentre intorno a loro il sole scendeva piano piano. Aveva visto loro due che si sorridevano su quel dondolo senza dirsi nulla perché, in quel futuro come adesso, non li servirà dirsi qualcosa per amarsi, per scegliersi, per stringersi.
Prese un profondo respiro e lo seguì.
"Zayn, aspetta.." lo richiamò sperando che si fermasse. Al contrario di quanto si aspettasse, Zayn si fermò accanto ad una porta e l'aspetto.
"Cosa vuoi Heather?" domandò freddamente, ma Heather sapeva che dietro quella freddezza Zayn era solo ferito. Ed era stata proprio lei a ferirlo.
"Voglio parlare, l'altro girono sei andato via senza lasciarmelo fare."
"Perché sapevo cosa volevi dirmi. Non volevo sentirti dire che era tutto finito, che non ci sarebbe stato più alcun noi." Heather aprì la bocca per poter dire qualcosa ma Zayn parlò di nuovo.
"E non dire che non era vero, perché altrimenti non mi avresti lasciato andare." Heather sospirò e abbassò lo sguardo.
"No, non voglio negare ma.." Zayn la bloccò nuovamente.
"Non mi va di parlare Heather, se tieni a me, lasciami stare." mormorò prima di voltare le spalle.
"Zayn, per favore.." mormorò Heather, ma lui scosse la testa.
"Devo lavorare." disse lui entrando nella stanza, Heather provò a seguirlo, ma uno della sicurezza le lo impedì. Sospirò e rimase ad osservarlo per qualche secondo. Poi voltò le spalle e andò via con una convinzione che prima non aveva. L'aveva perso.Quando Haley tornò a casa quel pomeriggio, andò subito in camera sua. Ma la sua attenzione fu richiamata dalla porta semiaperta della camera di sua madre. Lasciò lo zaino a terra e si avvicinò silenziosamente alla porta. Sua madre era stesa sul letto, stringeva a se un cuscino e osservava la parete bianca avanti lei. Haley non ricordò di aver mai visto sua madre così abbattuta. Ed era solo colpa sua se stava così. Bussò alla porta prima di entrare e sua madre si alzò mettendosi seduta. Nessuno delle due disse nulla.
"Mi dispiace.." mormorò poi Haley raggiungendola e abbracciandola.
"Mi dispiace aver reagito così l'altro girono. Non devi avere il mio permesso per frequentare Zayn." disse con il tono rotto dai singhiozzi.
"E non voglio che tu sia arrabbiata con me.." aggiunse con gli occhi lucidi.
"Tesoro, non sono arrabbiata con te. E so che non mi serve il tuo permesso, ma tu per me conti più di tutto." le sorrise dolcemente Heather asciugandole le lacrime.
"Se tu sei felice con Zayn, voglio che continuiate ad uscire. Non ti avevo mai vista così felice e come una stupida ho rovinato tutto." borbottò Haley.
"Ormai non ha più importanza. Zayn non vuole più vedermi. Gli avevo promesso che questa volta sarebbe stato diverso, ma non ho saputo mantenere la mia promessa." Haley abbassò lo sguardo sentendosi in colpa, perché se il loro rapporto era precipitato in quel modo, la colpa era solo sua.
"Mi dispiace, mamma." mormorò soltanto prima di abbracciarla di nuovo.
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Another love
FanfictionÈ la storia più antica del mondo. Un giorno hai 17 anni e stai pianificando il futuro e poi piano piano, senza rendertene davvero conto quel giorno è oggi. E poi quel giorno è ieri. E questa è la tua vita.