La sensazione di un cambiamento imminente è forse la più strana che un individuo possa provare. Il mondo continua a vacillare intorno: i bambini corrono, ridono con le loro vocine acute e biascicano parole incomprensibili, mentre le loro madri, attente, cercano di seguire ogni loro repentino movimento, ogni guizzo giovanile. Ally mi trotterella accanto e ad osservarla, anche lei sembra una bambina. Una piccola creatura intrappolata in un corpo che muta la sua forma e la tramuta in donna. Le nostre genitrici, come quelle dei bambini poco distanti, bisbigliano tra di loro mentre seguiamo la stessa strada. Sono consapevoli della responsabilità che hanno? Forse non sanno della pressione che ci vela la pelle e minaccia di schiacciarci come insetti. In breve tempo ci ritroviamo davanti ad una struttura di dimensioni colossali. La sua sagoma appare come un gigante trafitto che ormai, caduto supino si prepara a chiudere eternamente i grandi occhi. So che non entreremo nella struttura, ma gli spuntoni metallici e il riflesso della luce solare che bagna il cancello mi creano una bolla d'aria che mi si blocca in gola, minacciando di farmi soffocare.
Una donna ci sorride, ma quel sorriso non passa fino agli occhi, no, si ferma alle labbra. Come se fosse forzato. Io ed Ally ci avviciniamo, dobbiamo. Il cambiamento è arrivato. Il trotterellare allegro della mia migliore amica si tramuta in una camminata incerta, spaventata. Ci guardiamo per qualche breve istante, i suoi occhi neri mi oltrepassano e mi ricordano la prima volta che li ho incontrati nell'auletta angusta della scuola precedente. A quel tempo, i suoi capelli bruni erano più corti e liscissimi, senza nemmeno una piega. Mi ricordo di essermi sentita inadatta nel rivolgerle uno sguardo, eppure adesso, quegli occhi sono quanto più di familiare possa vedere. Compiliamo alcuni moduli con le mani che tremano spasmodicamente: moduli di accesso alla nuova scuola, al nostro nuovo traguardo, il liceo.
La donna dal finto sorriso alza lo sguardo su di noi. Per un attimo avrei giurato che le sue pupulle fossero verticali ma ora che la guardo meglio sembrano alquanto normali, anche se le iridi sono di un colore che non avevo mai visto fino ad ora. La guardo con sospetto e lei deve accorgersene perchè inizia a tamburellare nervosamente le dita sul piano.
-Siete entrambe delle WhiteWarrior- constata con calma per poi rivolgerci un cenno -I miei complimenti-
Sento, alle nostre spalle, che le nostre madri tirano un sospiro di sollievo ed esultano sottovoce, surclassando le parole con qualche risatina isterica.
Mi giro verso mia madre. Lei ricambia il mio sguardo con il suo imperlato di lacrime, vivremo qui per qualche anno, tornando a casa solo sotto i giorni festivi. Lo sapevamo da quando abbiamo fatto il test di ammissione. Dormiremo in questa grossa struttura, senza la protezione delle persone che ci hanno cresciuto. È un bel salto nel vuoto, ma il suo entusiasmo, sotto le lacrime mi rassicura. Mi chiedo se anche Ally si senta la testa pensante come la sento io, mentre rimango imbambolata a fissarle. Il mio sguardo si concentra poi verso l'entrata della struttura, dietro di loro. Diventano evanescenti mentre metto a fuoco la porta ricoperta di vetri colorati, venate da fili sottili tendendi al dorato. Sento il peso di uno sguardo estraneo sulla pelle, ma non saprei dire di chi possa trattarsi, non sembra esserci anima viva oltre noi e la donna della segreteria. Eppure potrei giurarci, continuo la mia ricerca, fissando il niente con attenzione maniacale ma ciò che vedo è solo il grande edificio che troneggia su di me come un potente avversario.La campanella suona con il suo stridere acuto, mi graffia i timpani ma allo stesso tempo è un gran sollievo. Siamo qua da qualche giorno e già non riesco a seguire le lezioni. Il tono basso della Mills mi manda in bestia e le voci dei miei compagni mi fanno desiderare di essere altrove. Non sono mai stata una ragazza socievole e il fatto che, le loro risatine elettrizzate, mi impediscano di sentire ciò che sta dicendo l'unica persona che cerco davvero di ascoltare, mi infastidisce.
Ally mi siede accanto e mi conosce troppo a fondo, ridacchia del mio malumore. La ignoro, è meglio e la trascino fuori da questa maledetta aula con me, spingendo appena qualche ragazzetta che blocca l'uscita per ciarlare.
Le aule della struttura girano intorno ad un enorme cortile. A quanto ho capito, la scuola si divide in due ale diverse: La BlackWarrior e la WhiteWarrior. È formata come fosse una scacchiera ma senza la stessa forma, suddivisa tra i due colori opposti. "È stravagante" ho pensato appena mi hanno spiegato che anche le divise sono completamente diverse: le nostre sono bianche e azzurre, le loro nere e rosse. Non capisco cosa cambi, ma non sono nessuno per stravolgere le regole con le mie domande e non voglio dare nell'occhio.
Mi immetto, istintivamente, nel grande cortile, tramite una porta dai vetri chiari e la maniglia a forma di ali d'angelo. Questo spazio è immenso, bellissimo, sembra fuori dal mondo.
Appena fuori dalla porta intarsiata ci si trova in un marciapiede in marmo bianco e nero, contornato da una ringhiera di ferro battuto con lo stemma della struttura scolastica. La ringhiera finisce su una larga scalinata in marmo che scende verso un grande spazio verde: l'erba ben curata e tutta della stessa altezza è il risultato dell'ossessione maniacale della signorina Krona, l'addetta al cortile; delle rose seguono il profilo della scalinata e al centro del cortile c'è una grande fontana con la raffigurazione dello Ying e dello Yang.
Sembra di entrare in un libro fiabesco.
Io e Ally ci sediamo sul prato curato, poco sotto la scalinata di marmo bianco, intente a resettare quei pochi neuroni rimasti. Due sagome si scontrano con la luce solare, sembrano appartenere a due figure chiaramente femminili. Una di loro si china verso di noi con una chiara ricerca di interazione.
-Non vi ho mai viste qui- inizia aspettandosi una risposta che non arriverà -Mi chiamo Drama- si presenta una ragazza: alta, snella, capelli nero corvino e occhi ghiaccio, una bellezza unica, sembra una modella. Le stringo la mano con malcelata timidezza, mentre il suo aspetto curato mette in luce la scarsa cura che ho del mio corpo, avvolto nella sua stessa divisa scolastica.
-Clare- mi limito a dire- Lei è Ally e sì, siamo nuove di qui-
-Io sono Marina- si presenta l'altra :capelli biondo cenere, due occhi blu come il mare e un visino roseo da principessa delle favole. Anche loro, come noi, sono giorno e notte, completamente diverse ma dotate entrambe di qualcosa che le rende... magnetiche
-Come vi trovate?- ci chiede subito Marina sfoggiando un luminoso sorriso che nonostante risulti gentile mi appare fastidioso.
-Fino ad ora bene- sorride a sua volta Ally.
-... a parte per le lezioni della Mills. - apostrofo, provocando una risata generale.
-Dio mio!- strilla la mora -Ma lo vedete?- indica un punto dietro di me. Anche lo sguardo di Ally si concentra in quel punto, così decido di girarmi. Una figura maschile mi si materializza sotto lo sguardo. Un bellissimo ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi celesti come il cielo in estate, alto e muscoloso, la divisa bianca ne sottolinea il suo fisico mozzafiato. Non sembra reale, come se fosse appena uscito da un dipinto, un angelo. Lo osservo nonostante il sole che lo circonda come un'aura mi ferisca lo sguardo
-Wow! Ma chi è?- dice Ally estrefatta da quella celestiale visione.
-Lui? È Kail Gadmas...- ce lo presenta Drama con gli occho sognanti, raddrizzandosi, soddisfatta - Solo uno dei più fichi dell'ala dei WhiteWarrior-
Questa precisazione mi mette a disagio, mi fa sentire quasi fuoriluogo. Qui sembrano tutti usciti da una rivista di bellezza. Mi chiedo se per entrare in questa scuola come requisito non ci sia la bellezza alienante e in quel caso, non so bene come faccio a trovarmi qui. Non ho la loro stessa aura e di certo io non sono uscita da un fascicolo di cura e toletta.
-Carino anche se ho visto di meglio- mi limito a dire quasi sprezzante. Ally mi guarda sbalordita e non tarda ad arrivare una gomitata da parte sua. Sembra troppo irreale per risultare bello, non posso farci molto.
Il ragazzo si accorge di essere osservato e si gira verso di me. Avvampo subito e lui sorride avvicinandosi. Ci arriva davanti guardandoci dall'alto verso il basso. Va da Marina e le dedica un leggero bacio sulla guancia lasciandomi un sottile strato di imbarazzo sulla pelle.
-Ciao sorellina- le mormora con dolcezza mentre piano le scompiglia i capelli e vedo Ally impallidire.
-S-sorella?- chiede a Marina che scoppia a ridere assieme a Drama.
Wow, siamo finite in una soap
-Sì, sono suo fratello- conferma il ragazzo con l'espressione leggermente confusa dalla domanda repentina offrendoci, ugualmente, un caloroso sorriso.- Voi? Siete nuove?-
Ally sta sbavando e non credo che sia in grado di reggere un discorso quindi mi faccio avanti in un sospiro esasperato. Non sono venuta in cortile per discutere con queste superstar da cui mi terrei il più lontano possibile.
-Sì siamo nuove- ripeto simulando tranquillità come se non stessi parlando con uno dei più gettonati della scuola. Cercando di non etichettarlo senza conoscerlo effettivamente gli rivolgo un sorriso gentile mentre osservo il suo volto con attenzione.
-Mi chiamo Kail- dice puntellandosi sulle ginocchia per arrivare a sostenere il peso del mio sguardo indifferente. Marina ha gli occhi fuori dalle orbite e con la coda dell'occhio, vedo che si porta una mano alla bocca. Aggrotto la fronte non riuscendo a spiegarmi il suo improvviso sconvolgimento.
-Piacere siamo Clare e Ally- ci presento, nuovamente
-Kail Gadmas, è un piacere- inizia e mi verrebbe da dire che già lo hanno presentato, ma dei ragazzi lo chiamano. Lui si drizza in piedi e va verso di loro borbottandoci delle scuse. Marina mi guarda e balbetta qualcosa di strano.
-Non lo aveva mai fatto per nessuna- dice sconvolta
- Cosa ?- gli chiedo incuriosita da quel brusco cambio di comportamento.
-Non si era mai abbassato per nessuna- in quel momento sento un'occhiataccia da parte di Drama. Un forte frastuono si irradia come un segnale d'allarme e il mio sguardo curioso si posa sulla porta opposta a quella da cui siamo entrate. Quella porta con i vetri oscurati si spalanca e da quella entrano quelli che credo siano BlakWarrior.
Kail fa un cenno a Marina che da un tratto è serissima.
-Alzatevi- ci ordina con una serietà che spazza via ogni segno della sua gentilezza iniziale. Ci appare allarmata, quindi, eseguiamo.
-Andiamo- ci dicono e Ally le segue in silenzio. Ma ogni fibra del mio corpo dice che posso rimanere. I ragazzi e le ragazze della BlackWarrior mi guardano stupiti. Kail notando i loro sguardi, si gira e mi guarda. Sgrana gli occhi poi si avvicina e mi afferra il braccio.
-Vieni!- mi dice tirandomi dentro con impazienza. Mi dimeno mentre lui mi riporta nel grande corridoio centrale. Sento il suono della campana.
-Mollami!- lo ammonisco dibattendomi ancora.
-Devi tornare in classe- dice lasciandomi. Faccio per ribattere ma Ally mi affianca e guarda Kail per qualche secondo.
-Clare- mi imbecca -Dobbiamo andare- dice mentre io e Kail ci scambiamo sguardi rabbiosi.Passiamo le tre ore successive a borbottare tra di noi, tanto in ogni caso seguire le lezioni sembra impossibile con il continuo mormorio. Quando finalmente, arriva l'ora di pranzo, schizziamo fuori dall'aula, ma ci fermiano in mezzo al corridoio. Mi ero dimenticata che non conosco ancora la struttura e che avrei dovuto richiedere le informazioni per arrivare alla mensa.
Una criniera nera e liscia ci affianca: Drama e con lei anche Marina. Mi brontola lo stomaco e Ally mi deride.
-Marina, scusa, sai dove si pranza?- chiede Ally indicando il mio stomaco- Prima che la rossa ci mangi-
-Venite con noi piccolette-
Drama mi guarda in un misto di divertimento e bieco disgusto mentre Marina fa strada. Dopo pochi metri però, ci fermiamo di nuovo. Mi rendo conto solo in un secondo momento che siamo davanti ad un'aula. La porta è bianca con i bordi in vetro azzurro e la maniglia a forma di ali d'angelo, proprio come quella che da sul cortile.
-Perchè ci siamo fermate?- chiede Ally a Marina che controlla l'orologio sul suo iPhone con aria impaziente.
-Stiamo aspettando Kail- risponde Drama e quasi i suoi occhi si fanno languidi. Guardo fuori una delle grandi vetrate ad arco che danno sul cortile interno e delle divise nere mi si stampano nelle pupille: i BlackWarrior sono ancora lì seduti nel prato. Alcuni sono scomposti e sogghignano altri, al contrario sono molto composti, sembrano di granito nessun emozione sul volto.
Se i WhiteWarrior sembrano tutti modelli, i BlackWarrior sembrano quasi tutti degli aristocratici del '900.
Da dentro la stanza chiusa sentiamo Kail alzare la voce. La porta si spalanca e il ragazzo ne esce furibondo: la camicia bianca appiccicata al torace, la pelle imperlata dal sudore, le guance arrossate, i capelli scompigliati e le pupille che sembrano due pozzi senza fondo. Marina spalanca gli occhi alla vista di suo fratello.
-...NO NO E NO SIGNOR. GARROWAY!NON POSSO ACCETTARLO! NON È NEMMENO IN DISCUSSIONE!- sbotta Kail.
Un uomo lo fissa, i capelli brizzolati gli incorniciano lo sguardo scuro e le spalle larghe gli conferiscono una certa autorità.
-Non abbiamo scelta Mr. Gadmas, lo sa anche lei- dice con aria tranquilla, ma i suoi occhi sembrano furiosi.
-Veda di trovarne un'altra Mr. Garroway o agirò nel modo che ritengo corretto- lo imbecca spavaldo Kail. Gli occhi di Marina e Drama strabuzzano dalle orbite, Ally è stupita ma più per la reazione delle altre due, io rimango fredda. Ho solo fame.
L'uomo in grigio chiude la porta e Kail fuma di rabbia. Fa due o tre passi nel corridoio e si avvicina ad un armadietto. Infila la mano nella maglietta e tira fuori il ciondolo della collana. Mette il codice e sblocca la serratura.
-Che sta succedendo?- chiede Marina con un velo di rabbia mista a preoccupazione. Il fratello si irrigidisce.
-Niente- risponde ma è evidente che mente. Drama gli si avvicina e lo prende per un braccio.
-Kail Gadmas- dice Drama cercando di attirare la sua attenzione ma lui si dimena e si sottrae alla sua presa.
-Lasciami- le intima apparendo minaccioso
-Kail Basta, rispondi- Drama sembra ferita nel profondo e lo prega in tono lamentoso. Ma la cosa stranamente non mi spiace.
-Ehm, Kail, giusto? Che...? Insomma dobbiamo preoccuparci?- chiede Ally riferendosi a noi.
-No, Allison- dice usando il nome completo. Per poco Ally non si mette a piangere. Kail si gira e ci fulmina tutte. Poi torna a frugare nel suo armadietto. Nessuna delle altre provava più nemmeno a fiatare. Notando ciò sbuffo.
-Kail- pronuncio.
Lui si irrigidisce e inizia a fremere di rabbia.
-Cosa c'è?- strilla spazientito senza neanche voltarsi. Qualcosa nella mia testa inizia a crescere, sento il sangue ribollire. Tiro la manica della giacca bianca e azzurra di Kail con forza, costringendolo a voltarsi. Lo sguardo delle altre si fa incredulo, ma sono stufa.
-Adesso basta! Senti non so che fottuto problema abbia e non me ne frega proprio un cazzo nè sapere di cosa si tratta, nè tanto meno voglio aiutarti a risolverlo. Ok?! Volevo solo dirti di non comportarti come un mestruato e di indicarci dove sia la mensa. Perché cazzo, sto morendo di fame! È mezz'ora che mi brontola lo stomaco. E sto seriamente perdendo la calma!- ho il fiatone e sento le pupille dilatarsi. Kail ha la bocca aperta, come tutti. Arrossisco un po': di solito non sbotto così. Mi ricompongo e gli lascio la manica. Ally sogghigna. Marina e Drama la guardano con aria interrogativa.
-Vi avevo avvertito che diventava famelica quando ha fame-
Kail si ricompone e chiude l'armadietto.
-Sì, beh certo...- borbotta imbarazzato poi il suo sguardo si concentra in cortile e digrigna i denti. Noto che dei BlackWarrior hanno assistito alla scena e devo aver urlato dato che sembrano stupiti anche se deridono Kail.
-Vieni- mi sussurra Marina con sguardo triste, mentre sentiamo un Black che deride suo fratello.
Ma perché si fa mettere i piedi in testa?
Ci portano a mangiare, ma resto in silenzio per tutto il pasto, non volevo metterlo in ridicolo. L'imbarazzo e nervosismo fluttuano nell'aria come fossero solide, mi importa poco, ho solo fame.
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Innamorata del male
Fantasy(IN REVISIONE) Il cambiamento non è mai una cosa semplice, soprattutto per un'adolescente che non sa ancora chi sia e cosa si nasconda ai margini della sua mente. Clare Payhad e la sua migliore amica d'infanzia hanno scelto di fare i test per la scu...