Capitolo 18

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"Apro gli occhi. Dove sono?
L'erba è alta e verde intorno a me. Mi metto a sedere. Il sole picchia forte sulla mia testa, vedo una casa è molto grande. Mi alzo e mi dirigo all'ingresso. Un odore acre mi si insinua nelle narici. Un odore forte. Intenso. Fastidioso. Arrivo al portico e lo attraverso. La porta è costruita in legno massiccio, scuro. La maniglia è di ottone lucido a forma di spada. Un' arma in miniatura, ma grande ed elaborata, ci passo le dita aspettandomi che sia tagliente, ma non lo è.
Prima di bussare mi arrampico sul davanzale della finestra. Mi specchio nel vetro e per poco non cado. Ma in che anno siamo?
La mia immagine è piccola: ho i capelli rossi con le punte ramate legate in due trecce strette e scomposte, ho una tutina verde acqua e i miei occhi giovani sono privi di occhiaie.
Cerco di non badarci e di vedere dove sia finita. E wow, questa casa è... enorme.
Una donna sta leggendo, è molto bella: ha i capelli di un biondo chiarissimo e molto lunghi, indossa un vestito blu notte con un ampio scollo che lascia scoperte le scapole e la pelle chiara. Mi avvicino con la faccia alla finestra, il libro che sta leggendo ha una scritta strana
"Λεγγενδε" credo sia una traslitterazione.
Un uomo entra nella stanza sembra rabbioso sbatte la porta con foga. Posa accanto alla donna un fucile nero lucidissimo.
-Pat, tesoro, cosa è successo?- la voce della donna è piacevole, lieve come una carezza.
-Quella merda di Gadmas! Non sa stare al suo posto! È compito mio! Non suo!- sbotta l'uomo, inferocito. Gadmas... è il cognome di Kail.
-Tesoro..- inizia la donna e sembra sfinita, come se quelle parole le abbia già sentite circa un milione di volte
-MALIA!- strilla l'uomo. E una donna vestita in nero si precipita nella stanza.
-Mi dica, signore- dice la donna sugli attenti.
La bellissima donna bionda alza gli occhi sul compagno. Quegli occhi sembrano smeraldi, verdi accesissimi, due gemme lucenti.
-Malia, cara, potrebbe chiamare i nostri bambini?-
Malia si dilegua con un sorriso stanco e dopo pochi minuti due bambini entrano nella stanza. Uno più grande ha gli occhi verdi e i capelli chiari, l'altro...  
Aspetta quegli occhi, di un rosso così scuro e così espressivi, io li conosco. Un brivido gelido scuote il mio corpo da bambina: quello è James. Ne sono certa.
-Tesori miei- li richiama quella che credo sia la madre e subito i bambini gli si gettarono tra le braccia. Sento una scossa di terremoto e tutti si girarono verso la finestra dalla quale li stavo guardando con uno scatto rigido e innaturale, come fossero fatti di legno. I loro occhi si tingono di nero e delle vene si gonfiano sotto il loro viso. Sembrano dei linea E ma sono molto più grotteschi. Un urlo mi nasce in gola quando capisco che mi hanno vista, intercettata. Il bambino si muove rapidissimo, sembra un freccia scoccata da un potente arco. Si porta alla finestra con la bocca aperta in un ghigno formato da denti aguzzi. Mi ritrovo separata da lui solo da un vetro sottile e vedo gli altri precipitarsi nel corridoio, probabilmente stanno correndo all'esterno. Cado all'indietro, sull'erba soffice e sento una serratura che scatta. Il panico si impossessa di me che sento dei singhiozzi nascere nella gola. Non mi stupisco dato che ho la stessa paura cieca tipica dei bambini, mi verrebbe da urlare e dimenarmi chiamando mia madre, ma ricordo di non avere più la stessa mente e che conosco il controllo delle emozioni o almeno un po'. Mi alzo proprio mentre quegli esseri si precipitano fuori, cerco di correre ma sento i loro lamenti e sono molto vicini"

Apro gli occhi sto soffocando, cerco disperatamente di tornare a respirare. Siamo ancora in palestra.
James mi stava scuotendo piano per le spalle, sembra preoccupato anche se si trattiene ad avere un atteggiamento glaciale. Le mie pupille diventano due spilli, la vista inizia ad appannarsi e sento dei fortissimi crampi allo stomaco. Per istinto, mi piego in due sopraffatta dal dolore.
-Clare?!- strilla James reggendomi.
Inizio a tossire chiudendo gli occhi, quando li riapro il pavimento è pieno di sangue.
James segue il mio sguardo e si allarma, mentre sento il suo istinto presentarsi, la sento la sua fame e il sangue l'ha risvegliata. Mi prende il viso tra le mani e cerca di guardarmi negli occhi, mentre deglutisce sonoramente.
-Clare! Ehi, calma- cerca di rimettermi dritta.
Qualcosa qui non va.
Vedo i suoi occhi accendersi quando mi pulisce il sangue dalle labbra.
Io mi allontano prendo Artemis in mano e gliela punto addosso.
-STAMMI LONTANO!- Urlo di getto mentre sotto le mie palpebre si ridisegna l'ultima immagine del sogno.
-Oh Mrs Payhad...- inizia, ma mi ritrovo ad aprire la porta e scappare in corridoio. Mi sento stordita. Sento James che mi chiama ma io non mi volto. Corro come una matta, fino a perdere il fiato.
Sbatto contro qualcuno: due occhi oceano mi squadrano per poi schiarirsi. Mi fermo guardandomi le spalle poi torno a guardare lui con un terrore evidente dentro le pupille dilatate.
-Scusa-.
-Stai sanguinando- osserva in tono glaciale. Io lo guardo senza capire, seguo il suo sguardo, mi tocco il labbro e le mie mani si tingono di rosso. Sussulto e guardo il vampiro davanti a me.
Il VAMPIRO davanti a  me
Arretro con Artemis ben stretta in mano.
-Tranquilla, so controllarmi- mi rassicura prendendomi la mano imbrattata di sangue e portandosela vicino al volto. Vedo gli occhi schiarirsi ma nessun altro cambiamento facciale. Sento i miei muscoli rilassarsi.
Lui, invece, si irrigidisce, mi prende per  un braccio.
-Dobbiamo andare. Gli altri si sono accorti dell'odore del tuo sangue- mi dice trascinandomi.
È sera.
Lui mi scorta fino all'uscita, cercando di fare il più velocemente possibile senza dare nell'occhio, io mi lascio trascinare in silenzio, tenendomi la mano davanti alla bocca, cercando di nascondermi. Mi sento ancora una bambina, proprio come nel sogno. Mi stringo ad un uomo che non conosco, come fosse mia madre e mi nascondo dietro le sue spalle poco ampie in cerca di protezione. Arriviamo in pochissimo e mi ritrovo ad aprire la porta con un mano tremante. Mi giro verso Darkside, lo ringrazio ma vedo qualcosa di strano in quegli occhi blu.
Appena mi rigiro vedo un enorme muso ringhiante a pochi centimetri da me. Lancio un grido acutissimo e il lupo mi ringhia contro, portando le orecchie a punta indietro, è grandissimo, poco meno di due metri. Sento la voce di James che mi chiama con una certa urgenza: anche il suo tono sembra acuto. La rabbia mista a preoccupazione del mio maestro d'armi squarcia il silenzio e l'aria fredda della notte in cui è avvolta quest'ala. Sento la bocca del lupo fasciarmi il braccio. Emetto un suono basso ma acuto. Il lupo mi fissa negl'occhi e mi fa cenno di salirgli sulle spalle. Io riconosco qualcosa in quella bestia. Il purosangue mi guarda e fa per avvicinarsi a me. Ma il lupo alza il pelo castano scuro della schiena e  ringhia, strattonandomi il polso e portando una zampona tra me e il vampiro. Lo guardo con un misto di paura e confusione, lui si abbassa e non so perchè mi fido di lui. Prendo una ciocca del suo lungo pelo scuro tra le dita, la uso per ereggermi e lo assecondo, incredula.
È come montare a cavallo, un cavallo molto peloso.
Il lupo guarda il purosangue poi emette un ringhio basso, si gira e prende a correre velocissimo verso il cortile.
Lo vedo annusare l'aria mentre mi tengo forte alla pelliccia. Il lupo si immette nel cortile dei White. Vedo Kail piazzarsi davanti e subito ci fermiamo.
-Grazie, Matt- dice Kail dando una pacca alla spalla del Licantropo che si lascia accarezzare. Kail è tranquillo come se non avesse davanti le fauci di un lupo gigantesco. Aspetta ma
-Matt?!- chiedo strabiliata -Non sapevo fossi tu!- gli strillo.
Sentiamo il rumore di passi provenire dall'ala nera. Incessanti, continui e in avvicinamento.
-Matt. Portala via- ordina Kail e subito riprendiamo a correre, entriamo nei corridoi scolastici fin quasi ai dormitori mentre dei colpi di pistola si propagano nel silenzio.
-MATT!- urlo -Basta! Ti vomito sulla pelliccia, mettimi giù! Stiamo pure per andare nei dormitori dove ci sono i primini!-
Matt arresta la sua corsa, ascoltandomi e chinandosi, mi lascia scendere.
Mi piego su me stessa con la nausea. Vedo, con la coda dell'occhio, il lupo avvicinarsi e strofinarmi il muso contro la schiena. Allungo una mano verso di lui e gli accarezzo il punto della testa posto tra le orecchie, lui si siede e china il capo.
Una creatura così grande e così potente che china la testa davanti ad una fragile bambina.
Oggi sei tu che salvi me.
Faccio per andare verso i corridoi del dormitorio e Matt mi segue.
-Matt! Fermo ti vedranno- dico spingendolo indietro senza, in realtà, muoverlo.
Lui mi guarda mentre i suoi occhi si fanno rossicci, io sbuffo.
-Vorresti portarmi fino a dentro?- chiedo, arresa.
Di tutta risposta il suo corpo cambia forma, tornando umano.
-Sì- mi dice, abbasso lo sguardo sulla sua figura, è senza maglietta e non ho intenzione di spostare lo sguardo più in basso per constatare la presenza dei suoi pantaloni o nel peggiore dei casi, la loro assenza.
Arrossisco leggermente, ma non dico niente, mi lascio scortare a casa. -Cosa è successo? Perchè sai di sangue?-
-Io...io non lo so-
-A me puoi dirlo.-
-Sono onesta, Birster- dico lui ammutolisce. Non mi lascia finchè non mi ritrovo con entrambi i piedi dentro la mia stanza.
-Allora ciao Clare- dice.
-Grazie del passaggio-
-Dovere- mi da le spalle e si ritrasforma. È come vedere qualcuno che si spoglia, che si toglie la carne per indossare il pelo e fare uscire dall'involucro una bestia. Lo seguo con lo sguardo mentre corre sotto la luce fioca della luna. Appena la sua figura scompare mi costringo a rientrare in casa.
Ally già dorme in camera sua. Oggi gli allenamenti sono durati più del previsto. Non credo che farò il turno di guardia, non sta notte.

L'indomani mattina
Il cellulare squilla. Quel maledetto suono che sembra perforarti i timpani ad ogni squillo.
-P-pronto?-
-Clare! Ma dove sei?- è la voce di Kail.
-A casa dove vuoi che sia?-
-Sono le 12:30! Hai saltato metà delle lezioni! Ero preoccupato. È passato anche il biondino a cercarti. Aveva una strana espressione- afferma.
James...
Il ricordo di ieri pomeriggio mi graffia la mente.
ASPETTA ASPETTA! CHE ORE SONO!?
-Cristo!- dico ad alta voce rendendomi conto solo adesso della situazione, alzandomi. Prendo la mia divisa bianca e azzurra e mi precipito in bagno. Mi faccio una doccia veloce. Lavo i capelli.
Tanto ormai le lezioni le ho saltate.
Però vorrei riuscire ad arrivare a pranzo.
Indosso velocemente la divisa e scendo al piano di sotto con i capelli ancora bagnati. Metto la giacca e scappo verso la mensa. Nel tragitto guardo lo schermo del cellulare e quasi cado vedendo che ore sono: 13:40.
PORCA TROIA!
Corro più che posso e per fortuna, quando arrivo, i miei amici sono ancora lì.
-Clare- Kail si alza e mi viene in contro. Si ferma a metà strada e si acciglia -Hai i capelli bagnati!- mi rimprovera.
Wops
Balbetto qualcosa per giustificarmi, lui si toglie la giacca bianca e da bravo gentiluomo me l'appoggia sulle spalle.
-Tieni o ti ammalerai-
Di getto, gli sorrido dolcemente, lo vedo diventare rosso e quasi me ne pento.
-Scusate- chiedo agli altri. Poi mi rivolgo a Ally -Perchè non mi hai svegliata?-
-Non pensavo fossi in camera... non russavi. Credevo di non trovarti come la maggior parte delle mattine. Pensavo fossi andata a correre, come fai sempre-
Kail mi guarda stupito come per dire "è questo che le hai detto che fai la mattina?"
Scrollo le spalle.
Kail guarda fuori. Vediamo una divisa nera che sia agira nel cortile. Lo guardo negl'occhi, piccata, mi stringo nella sua giacca e ci alziamo esasperati.
-Dobbiamo andare- annunciamo seri.
-Ma sei appena arrivata!- mi rimprovera Ally.
Lo so, amica mia, lo so
La guardo tra il risentimento e la disperazione.
-Ti spiego poi- la incalzo secca. Il mio partner si gira verso di me stupito dalla freddezza del mio tono.
-Muoviti- gli dico e inizio ad avviarmi verso l'uscita della mensa. Spalanco la porta del cortile. È Sadek.
Lo fucilo con lo sguardo mentre gli vado incontro.
-Senza pietà- mi schernisce, lasciandomi fare. Come se io usassi quella cosa aliena chiamata 'pietà'. Controllo che nessuno mi stia guardando dei più piccoli. Poi mi tuffo in avanti fino ad atterrargli di fronte. Lui mi schiva, ma sguaino Artemis con forza. La lama di apre in un esplosione di luce. Sento il cane della Millennium arretrare. Sadek si ferma.
-Calmi, calmi esaltati pazzi- dice portando le mani in alto.
-Non è il vostro turno. Quello è dalle 17 al mattino senza mai entrare nella nostra metà. Noi non entriamo nella vostra e voi nella nostra- gli dico secca.
-Tu, però, entri spesso- mi punzecchia, sogghignando. Un pugno vola sulla sua faccia ma non è mio: Kail mi ha affiancato furioso.
-Lei fa parte del turno di guardia. Ha il diritto di entrare dove vuole e di non rispettare gli orari. Ti consiglio di portarle rispetto- gli ringhia contro. Un comportamento singolare, Kail che tira un pugno?
Sadek sogghigna nonostante una scia di sangue inizi a colargli dal naso e vedo Kail arretrare nuovamente il braccio pronto a colpire.
-Kail.- lo richiamo lui si blocca. -Cosa ci fai quì?- chiedo poi a Sadek.
-Perchè dovrei dirlo a te, bambolina?- mi chiede con aria di sfida. Kail sembra riperdere la pazienza ma sta volta lo precedo. Gli pianto l'estremità non appuntita di Artemis nell'addome che a contatto con il metallo lo ustiona. Sadek urla.
-Lo ripeterò di nuovo- dico continuando con un sorriso gigante sulle labbra -Cosa vi fai qui?-
-Cerco... Walls...- dice in preda la dolore.
Jam?
Per un secondo il mio cervello fa falso contatto e mi estraneo da loro. L'ansia sembra arrampicarsi per poi bloccarsi nella mia gola. È come trovarsi in un altra realtà. E anche in questa io sto cercando James, io sto sempre cercando lui, senza un reale motivo. Io lo cerco sempre
Perchè lo cerco? Perchè sto cercando la persona dalla quale dovrei stare più lontana? Lui è un Black e io...io cosa sono esattamente?

Innamorata del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora