Inutile. Tutto Inutile, non riesco a dormire.
Ho finito il turno di guardia da un'ora ormai, sono le quattro del mattino: sta per sorgere il sole, ergo, tra poco il tempo per dormire scadrà e dovrò tornare a lavoro. I Black non vorranno nuovamente lasciarci il cortile e dovremo prendere numerosi provvedimenti.
La mia mente vola, ovviamente, a James era così strano. Come se tutto il tempo passato insieme si fosse annullato. La mia stanza quasi mi fa paura, sta notte. Sembra vorticare insieme alle tenebre, in una spirale di sensazioni cupe che spinge il mio corpo madido di sudore sul letto, ma toglie domi il sonno. Chiudo gli occhi, ci riprovo.
"Blu. L'oceano mi si scaglia di fronte. Così scuro, così profondo e sconosciuto. Provo paura, ma al qual tempo mi affascina. Mi avvicino è così bello. Una figura si porta all'indietro e capisco di osservare degli occhi. Sul viso del ragazzo si allarga un sorriso macabro e lo vedo muoversi verso di me. Mi porta una mano sul fianco e mi attira a sè, mi stringe, in un abbraccio scortese. Mi ritrovo in una pista da ballo, stile '800. Ballo in compagnia del purosangue-strano-aristocratico-antipatico, lui ha la camicia blu e i pantaloni e la giacca neri, due gemelli d'argento ai polsi, che sfavillano, riflettendo le luci della sala. C'è una musica lieve, così bassa da somigliare al silenzio, ma abbastanza forte da permetterci di muovere i nostri corpi secondo il suo volere. Volteggiamo insieme sul pavimento rosso. Mi giro verso di lui e mi ritrovo a guardarlo negli occhi, non so perchè ma sento il pericolo. Punto lo sguardo per terra e noto che balliamo su del sangue... Lui mi prende e il polso e vi ci appoggia la bocca. Le sue labbra sono morbide, fresche, delicate. Il bacio pungente dei suoi canini mi pizzica la pelle. Non provo orrore, ma solo una sorta di beatitudine. Volteggio tra le sue braccia forti, mi ritrovo con il capo appoggiato alla sua spalla, reclinato leggermente all'indietro, tra lo sfavillio del sangue cedo un'ombra sottile e capisco che è un'altra persona. Ai bordi della mia visuale, vedo un ragazzo, poco meno elegante che ci guarda. La sua espressione è una maschera di delusione ed amarezza, ma non riesce a toccarmi. La mente si interseca e tra le labbra sostengo un sapore salato che al qual tempo risulta dolcissimo, mi ritrovo a sorridere, con il volto accaldato e le scocche rosse."
Mi metto immediatamente a sedere sul letto, annaspando per respirare. Decido di alzarmi dal letto, guardo lo schermo luminoso del mio telefono: 5:45. Inizio a prepararmi per il turno di guardia, mi sento distrutta, come se la beatitudine provata nel sonno mi fosse stata strappata via.
Corro sulla torretta. È strano ancora Kail non c'è: deve essere davvero presto. Mi siedo sul bordo della nostra postazione a circa 20 metri da terra. Guardo giù. L'ala dei black è così affascinante all'alba, mentre un mucchio di divise scure si immerge nell'ombra dietro la porta a vetri, sfuggendo ai raggi solari. Da lontano, vedo una sagoma scendere dalla ringhiera marmorea della scalinata ed incamminarsi con calma con le prime luci del nuovo giorno ad illuminarla. Non ci metto molto a riconoscere James, il suo passo fermo e il suo modo di isolarsi dagli altri, come se lo ripugnassero. Il suo sguardo è severo mentre passa accanto a due ragazzi che ridacchiano tra loro in un mormorio basso, simile ad un ringhio. Distinguo Sadek che lo affianca scherzando e il bagliore degli occhi sprezzanti di James che lo respingono silenziosamente. Avanzano a grandi falcate, silenziosi come se stessero fluttuando nella brezza mattutina. Ripenso al mio sogno e mi vengono i brividi.
Ci sarà anche lui
-Rossa- mi chiama una voce preoccupata.
-Kail- lo saluto con un cenno del capo.
-Sei già sveglia? Di solito ti lascio dormire un'ora in più. Come mai mi hai preceduto?- mi chiede ma non ce la faccio proprio a dirgli la verità. O forse più semplicemente, non voglio.
-C'è in atto una rivolta, no?- chiedo scherzando, tranquilla.
-Sicura che non ci sia dell'altro?- sorride lui, anche se non sembra troppo convinto. Uno di quei sorrisi tirati che non arrivano ad illuminare gli occhi. Uno di quei sorrisi che non sorridono.
-Sicura- mento. Infondo, stiamo mentendo entrambi, come sempre. E come sempre, tra noi cala il silenzio e ci limitiamo ad osservare senza una parola. Tutti e due immersi in un silenzio assordante, un silenzio che rivela, tutte le cose che nascondiamo dentro di esso.
Alle otto scendiamo dalla torretta da cui si vede parte di Alcanta e andiamo all'ingresso. Vedo Sadek in contro luce, alzare una mano in direzione di un ragazzo vestito di bianco. È come vivere un flashback. Riconosco Matt, ha la mascella contratta, incassa, non si lamenta nemmeno, ma lo capisco dagli spasmi delle sue mani che è ad un passo dal trasformarsi. E a quel che vedo dallo sguardo do Sadek, è proprio quello che vuole. Il sangue mi ribolle nelle vene e una smorfia mi si dirama sul volto, involontaria.
-Ferma- mi ammonisce in partenza Kail fra i denti. -Non possiamo usare le armi ci sono i più piccoli- ma ormai è tardi la rabbia si impossessa di me, ancora. Probabilmente sono davvero posseduta da qualcuno di diverso da me. Vedo altri Black assistere, riconosco un ghigno biondo e la sua indifferenza mi punge, esattamente come le zanne di quel sanguepuro nel mio sogno.
Busso alla spalla di Sadek mentre sta per tirare una ginocchiata alla sua vittima preferita. Non appena si volta carico, con la spalla, un pugno che centra la sua mascella e lo fa vacillare, tanto da fargli distogliere l'attenzione da Matt che ne approfitta subito con gli occhi colmi in una mistura di rabbia e gratitudine. Scuoto la mano che adesso pizzica leggermente, le nocche sono arrossate, la soddisfazione cresce.
-Allora ce l'hai a vizio- commento e Matt sembra imbarazzato, ma si rialza traballante. Kail si precipita,
ma no!
Questa volta non mi difenderà lui. Sadek mi sferra un pugno ma senza accorgermene lo evito, ci riprova altre due volte, ma nessuno centra il bersaglio.
Direi che le lezioni con il damerino hanno assortito il loro effetto
Lui ha il fiatone e si ferma, facendo allargare sulle mie labbra un sorriso compiaciuto. Tutti sembrano bloccarsi.
-Tutto ok?- chiedo sarcastica. Lui tira fuori un bastone e le mie pupille si dilatano, divenrando specchi ed inghiottendo le iridi verdognole. Vedo il bastone dirizionarsi verso le mie costole. Sento Kail prendere la Millennium dal frastuono metallico che proviene dalla sua direzione e James alzarsi di botto, improvvisamente serissimo, come se si fosse risvegliato da un sogno. Stupisco persino me: riesco a ruotare su me stessa e a bloccare il suo braccio per poi fargli uscire la spalla dall'asse, lussandola. Peri istinto tiro una testata e il naso inizia a sanguinargli copiosamente, in un'esplosione rossa.
Il coraggio smonta la gabbia dove avevo rinchiuso quella bestia rabbiosa che è il mio cuore, per mia sfortuna è una bestia selvaggia e la mia gabbia, troppo piccola.
Lascio Sadek a terra agonizzante e in un lampo di follia salgo in piedi sul muretto, li guardo tutti, uno per uno. Il mio sguardo muta e si fa di fuoco.
-È davvero così che vogliamo lasciarci trattare?- urlo ai White. Tutti sembrano impietrire.
-Allora!? Avete paura di due bulletti da strapazzo? Non siete stufi di farvi trattare così?!- urlo quasi fino a perdere la voce, attirando l'attenzione di tutti, persino dei più grandi che mi osservano con gli occhi fuori dalle orbite -Loro non sono niente in confronto a noi. Non sono niente senza di noi! Non si distinguerebbero nemmeno! Non avrebbero nemmeno un briciolo di controllo, sarebbe un manicomio non una scuola! Siamo NOI la parte forte della scacchiera. Abbiamo sbagliato, signori, li abbiamo fatto muovere per primi! Sono i bianchi che muovono la prima mossa, Ma possiamo rimediare!- sbraito con una voce così gutturale da sembrarmi completamente estranea. Vedo Kail sbiancare e i White issare grida di approvazione, mentre i Black mi ringhiano contro, come cani rabbiosi. Scendo dal muro e mi inginocchio accanto a Sadek.
-È così facile essere cattivi, non dover rinnegare i propri istinti. Per il controllo siamo più forti, per la forza loro sono più forti, ma per diritti siamo pari! Ormai non siamo più ai tempi delle caverne, la forza... non basta- esclamo e i White sono in subbuglio. Poi mi rivolgo a Sadek -Lascia stare gli studenti della scacchiera bianca. Se vuoi fare il galletto con qualcuno fallo con qualcuno della tua taglia- gli sussurro.
-Come te?- mi sputa sarcastico rialzandosi.
-Sì, come me- Sento un paio di occhi scrutarmi con curioso rancore.
Sorrido, non mi importa. La folla mi prende di peso e mi trascina. Vedo con la coda dell'occhio i miei amici allibiti. Mi portano al centro del cortile e poi iniziano a sbraitare il mio nome con euforia. Io scoppio a ridere tra l'imbarazzo e il senso di potere, non sapevo nemmeno che lo conoscessero il mio nome.
Tutti urlano ed esultano. Suona la campana e io mi dirigo all'ingresso e con fare teatrale, apro la porta della scacchiera bianca. Tutti entrano urlando e ridendo. Riprendo Ally che è euforica.
-Oh mio Dio! Clare, Tu sei fuori!- urla ridendo. La sua felicità è invidiabile.
Io rido.
Da oggi si ricomincia
-Non so perchè l'ho fatto, ti giuro- rido anche io.
-Alle volte facciamo cose guidati dall'istinto. Alle volte facciamo le cose più giuste, altre volte commettiamo gli errori più grandi-
-Parole sagge, Ally- Ci avviamo verso la nostra classe immerse nei nostri discorsi sui concetti ideali.
-Ally...-inizio
-Cosa?- mi invita a continuare.
-Lo sai che ti voglio bene- dico e lei sussulta di preoccupazione e sorpresa.
-Perchè me lo dici?-
-Voglio solo che tu lo sappia- .
Ally mi dedica un sorriso caloroso, ingenuo, inconsapevole.
Ormai mi sembra strano stare seduta dietro un banco, imprigionata in questo monotono grigiore che si crea tra il foglio bianco e i loro occhi. Mi sembra così strano guardare tutte queste persone e sapere che loro non sanno proprio niente. Mi perdo, a volte, ad immaginare e studiare il loro comportamento per poter dedurre la loro natura.
La loro natura che a quanto ne so, sarà sempre diversa dalla mia.
Ally prova a coinvolgermi nella lezione, cerca di arricchire i miei appunti, mi sprona a qualche riflessione, finchè lei stessa non si addormenta sul banco mentre la calma si impossessa del mio corpo, qui nulla può raggiungermi.
Il turno di guardia, gli allenamenti mi stanno distraendo dallo studio e so bene che in questa scuola pretendono abbastanza, quindi so, che presto con il periodo delle verifiche, dovrò mettermi sotto.
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Innamorata del male
Fantasy(IN REVISIONE) Il cambiamento non è mai una cosa semplice, soprattutto per un'adolescente che non sa ancora chi sia e cosa si nasconda ai margini della sua mente. Clare Payhad e la sua migliore amica d'infanzia hanno scelto di fare i test per la scu...