Capitolo 26

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" Gli occhi bollenti, sto correndo. Sento i muscoli delle gambe stirarsi e strapparsi sotto di me. Ho sempre la sensazione che tra non molto cadrò, ma questo non accade. È come se quelle sotto di me non fossero le mie gambe, corro così tanto che sento i polmoni bruciare. Un dolore intenso e persistente. Mi fermo. Sono in una radura, come un campo di grano. È notte e la luna disegna ombre dappertutto. Sento un potere enorme alle mie spalle. Mi volto ma non c'è nessuno. L'istinto mi suggerisce di scappare, di correre il più veloce di possibile. Sento di essere in pericolo, ma non posso più correre. Sono stanca. Mi metto difronte alla presenza e una macchia nera si espande fino a me. Ne esce un uomo. I capelli neri e gli occhi verde smeraldo. Ha qualcosa di fortemente familiare
-Chi sei?-
-Come, non lo sai?- mi chiede e sembra accigliarsi.
-No. Non lo so-
-E perchè stavi scappando da qualcosa che non conosci? È una cosa che fanno gli stupidi e tu non mi sembri affatto una stupida, anzi- mi squadra. Lo sguardo freddo e calcolatore. -Sembri una ragazzetta sveglia-
Digrigno i denti.
-Ti ho fatto una domanda- dico dura.
Lui sorride.
Knoc. Knoc.
Che suono strano. Lui sorride ancora, i suoi denti sono umani, bianchissimi.
-Sta venendo a prenderti- dice canzonante.
-Cosa?- dico spaesata -Chi?-
-Ciao ciao, Clarissa- mi saluta con la mano.
-Io non mi chiamo..."

Mi sveglio è buio pesto, dalla finestra non entra luce. Ally mi dorme al mio fianco e la sua pelle è contornata dalla luce del televisore.
Knoc. Knoc
Qualcuno bussa davvero, mi alzo rassegnata e vado alla porta. Sono ancora vestita da ieri. Apro la porticina scura del nostro appartamento, stropicciando gli occhi stanchi. Quasi mi metto ad urlare vedendo chi è dall'altra parte della porta: James.
Sempre lui.
Barcolla e si aggrappa allo stipite della porta. Un sorriso gli passa da un orecchio all'altro.
Dio.
Non ci credo
Ha bevuto ancora
Ora gli sparo in testa o gliela stacco con un taglio netto.
Gli avevo detto di andare a dormire.
-Clare, la parola 'bella' è nata insieme a lei, per strapparmi gli occhi via dal viso... leeii- inizia a cantare cambiando le parole, mi giro verso l'interno della casa. Ally dorme ancora. Esco e prendo James dalla camicia cercando di tappargli la bocca con la mano
-Wo aggressiva- mi dice sorridendo ancora.
Mi infastidisce. In più sono appena sveglia, lo vorrei strozzare. Lo trascino fuori dai dormitori cosa, fra l'altro, per niente facile dato che a malapena si regge in piedi. Lui continua a ridere sommessamente come se fosse assente, credo stia ridendo di se stesso.
-Mi spieghi che diavolo ci fai qui!?- lo sgrido
-Mi hai lasciato da solo- mette il broncio, sembra un ragazzino.
-E...?-
-E ho trovato una bottiglia di Tequila e una di grappa barricata in casa, la grappa faceva davvero, davvero schifo, tesoro- mi dice con un ghigno.
Cosa?
Oh Gesù
Bestemmio piano. Ma lui mi sente
-Woo una cattivella- mi dice piazzando l'indice sulla punta del mio naso come si fa con i bambini. Io rabbrividisco. Non ho mai visto James così... demente.
Metto di nuovo il suo braccio attorno alle spalle per sorreggerlo, non dovrei sforzarmi. Ho letto che se usi l'eco dell'anima sanguinerai finchè non riposi e non so se lui è in grado di controllarsi al momento. Entriamo in cortile. Sento un fruscio e i miei muscoli si irrigidiscono. Sento qualcuno di mediamente potente alle nostre spalle né io né lui siamo in grado di combattere.
Vedo Kail e mi rilasso: lui non ci farà del male, ma il suo sguardo preoccupato mi attraversa.
-Che sta succedendo?- chiede con preoccupazione. Non ho tempo.
Alzo gli al cielo spazientita.
-È ubriaco. Devo andare a coricarlo- dico acida.
-Tu non devi...-
-Sì, Kail. Non credo dormirà con qualcun altro- dico spazientita -Sennò non mi sarei dovuta alzare-
Inizio a borbottare insulti.
Kail si fa da parte, ma prima che mi lasci andare apre la porta dell'ala nera.
-Sta attenta. Ricorda che hai scatenato l'ira dei White contro di loro. Ti vorrebbero morta- mi ricorda quando gli passo accanto.
Io annuisco.
-Sei sempre molto rassicurante- commento.
James barcolla troppo e sono costretta ad appoggiarmi alla parete per non farlo cadere.
Entriamo e percorro il corridoio luna con James buttato addosso.
-Clare - chiama sommessamente.
-Dimmi, James- lo incoraggio.
-Temo....temo di dover vomitare- mi dice.
Bestemmio così forte che sento l'eco, facendolo ridere.
-Posso vomitare su Zauko?- mi chiede -È un pezzente o anche Nightmare...figlio di puttana- mi dice.
-No-Lui mette ancora il broncio. Arriviamo ai dormitori. Le sue dita prendono ad avere degli spasmi stranissimi. Si allontana da me come se lo avessi ustionato. Si tiene da un muro e inizia a vomitare. Devo voltarmi un attimo perchè non credo di potercela fare. Poi inizia a tossire e mi costringo da lui, lo sorreggo e me lo rimetto in spalla.
Arriviamo difronte alla porta di casa sua. È aperta..
Ha lasciato casa sua aperta.
-James...- pronuncio facendogli salire i gradini di casa chiudo la porta con uno schianto secco, lo porto in bagno. Come un paio di ore fa lo faccio sedere, sta volta inizia a vomitare giallo.
Io vado nell'altra stanza incapace di vederlo vomitare. Prendo dal frigo una busta di sangue e la verso in un bicchiere.
Sull'etichetta leggo: 0+ il suo gruppo sanguigno preferito, non che il mio Mi fermo a guardare il liquido rosse nel bicchiere, ne prendo un sorso.
Ok
Ok ora sono io che sto per vomitare. Come cazzo fa a prendere per buona questa robaccia. Smetto di sentire rumori sospetti e corro in bagno, lui, per fortuna, è lì. Con le mani che stringono la tavoloccia e gli occhi sgranati. Tossisce.
-Stai...bene?- chiedo.
-Benissimo..- mi dice sarcastico i suoi occhi vermigli si concentrano su di me.
-scusa era una domanda stupida- dico e gli passo il bicchiere con il sangue. Sorride e beve, man mano, sembra riacquistare colorito.
Mette il bicchiere di lato e lo riprendo per la spalla, sollevo con un grugnito Lui geme piano.
-Ti sei fatto male?- chiedo ora che può dirmi la verità.
-No, sono solo molto indolenzito- dice piano.
Espiro
Inspiro
Porta di camera sua è chiusa, Cazzo.
Mi appoggio al muro, muscoli mi si flettono dolorosamente, è pesate. Sento una lacrima sgorgarmi dal volto. Passo una mano per asciugata: non è una lacrima è di nuovo sangue. Apro la porta con un calcio e lui alza lo sguardo.
-I tuoi occhi...- bofonchia con agitato
-Lo so, non devono essere un bello spettacolo- confesso.
Lo sollevo e lo faccio sdraiare sul letto.
-Bellissima e forte- sorride. Mi ritrovo con le mani appoggiate al letto ai lati della sua testa. Sto cercando di riprendere fiato, chiudo gli occhi per un momento. Un'altra lacrima rossa. Sento qualcosa sfiorarmi la guancia. Abbasso lo sguardo, James ha una goccia del mio sangue sul volto, mi sta passando la mano sulla guancia in quella che sembra una carezza
-Clare, stai bene?- mi chiede e ora mi sembra quasi lui. Ha gli occhi nuovamente fermi, le pupille nere luccicanti, lo sguardo che studia ogni cosa. Mi sforzo di sorridere. Sarà il mio sangue a risvegliarlo?
-Sì, James. Sto bene- dico e un po' mi fa tenerezza.
-Clare- mi chiama di nuovo -Non stai bene. Sono ubriaco, non scemo-
Sgrano gli occhi.
-Ok James- faccio per ritrarmi ma lui fascia il mio polso con la mano, senza applicare forza
-Clare-
-Dimmi-
-Puoi coricarti accanto a me?- me lo chiede con un tono dolce. Troppo dolce. Annuisco.
-Va bene- sospiro. Mi stendo al suo fianco e mi copre con la coperta, sembra un bambino. Guardo il soffitto: non posso guardarlo negl'occhi.
Trascorriamo tre minuti silenzio
-Mi dispiace- bofonchia guardandomi. Io sussulto.
-Per cosa?- chiedo girandomi su un fianco per poterlo guardare negl'occhi.
-Non avrei mai dovuto avvicinarmi a te- dice, ha gli occhi lucidi, lo sguardo assente.
Il mio sguardo è interrogativo.
-Che vuoi dire? Non lo hai scelto tu. Il preside ha scelto te come mio insegnante-
Lui sorride.
-No, Clare, io ti ho osservata da quando sei entrata nella segreteria, te ne sei andata, eri appena arrivata e noi siamo scesi in cortile, tutti scappavano e tu eri ferma Kail ti ha riportata a forza dentro. Tu non avevi paura. Hai picchiato Sadek. Ho iniziato a studiarti dall'inizio, mi incuriosivi. Vedevo... sentivo che dentro di te c'era il pezzo mancante del mio puzzle. I miei demoni invocavano i tuoi, ho provato a respingerti ma come si fa a respingere qualcosa se quella cosa è una calamita? Ti ho minacciata, ma tu eri irremovibile, ostinata, volevi delle risposte e io volevo dartele. Sei entrata nell'ala nera come se volessi esplorarla- fa una pausa -Io non posso stare lontano da te- mi confessa.
Io rimango di sasso, immobile. Non respiro nemmeno.
Lui si protende verso di me e mi lascia un piccolo bacio sulla fronte. Le sue labbra sono morbide, calde.
-Provo qualcosa per te- mi dice nel suo tono più dolce. Mi sfiora le labbra con le sue, con delicatezza le preme contro le mie. Sembra un bacio innocente, cauto. In un minuto si ritrae e mi guarda. Sembra che mi abbia strappato via l'aria dai polmoni, è rarefatta e lui sembra attorniato da un aura chiara anche in piena notte.
-Mi dispiace anche di questo. Mi dispiace per quello che provo perchè non voglio che ti allontani da me. Ma infondo è colpa tua. È colpa tua...- bofonchia.
-Shh. Non dire nulla, James, domani te ne pentirai- gli dico quasi disperata.
-Me ne sono già pentito- un moto di delusione mi monta dentro.
Certo che se ne è pentito
che ti aspettavi?
Lui è bellissimo
Tu non lo sei
Non puoi piacergli
Perchè sei così delusa, anche lui ti piace?
-Mi sono pentito di non avertelo detto prima-
Che ha detto?!
Non può averlo detto!

Innamorata del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora