Sadek tossisce ancora. Mi perdo a fissare il vuoto. Dov'è James!?
Mi giro e inizio a correre velocissimo. Non avevo mai corso così. Sento Kail chiamarmi ma è troppo lontano. La mia mente sta correndo insieme al mio corpo.
Vado all'ingresso e lo varco. Non mi importa, devo controllare che non sia fuori.
Corro fino alla città. Rivedo il negozio di frittelle e per un secondo sorrido. Trotterello per far sciogliere i muscoli.. chiudo gli occhi. Una scintilla si accende in me. C'è qualcosa nei paraggi. Li riapro e vedo che il mio sguardo punta una casa vecchia a tre isolati. Cammino piano, non produco alcun rumore. So che dove sto andando ci saranno dei linea E. So che ho sostenuto che non fanno del male ma il mio istinto. I muscoli tesi, mi suggeriscono il contrario. Provo un filo di paura che poi però si trasforma in grinta.
Mi avvicino alla casa. È mal'andata. Apro la porta.
-James?..- chiedo piano, il suo compito, come il mio è quello di eliminarli, ergo, potrebbe essere qui. Entro nell'abitazione, essa è in penombra. Faccio due passi all'interno della casa poi mi giro. Qualcuno è di spalle, seduto per terra e si sta dondolando. Sembra impaurito, mi avvicino cautamente e vedo che sta mangiando.
-Ehi, senti... ho smarrito un ragazzo è alto, biondo con gli occhi rossi...- iniziò ma mi blocco. La figura si gira di scatto con un sorriso sghembo sul viso. Ha la bocca piena di sangue e solo ora mi accorgo di che cosa si sta nutrendo: un corpo umano, dilaniato e smembrato a morte, con gli occhi ancora aperti seppur vuoti.
Arretro. Fa un verso gutturale.
Calma è un End
Devo ucciderlo
Uccide uomini,io credevo che mangiassero come gli umani o come un vampiro. Io credevo che...
Credevo
Mi sbagliavo, ho definito James un mostro, cazzo!
Arretro fino a sbattere contro la parete.
Il linea End sorride ancora di più.
-Vieni qui. Già... vuoi andartene?- dice con voce gutturale. Rabbrividisco. Cerco di capire se il corpo appartiene a qualcuno che conosco. Capelli bianchi, anziana, magrissima.
Non è James
Tiro un sospiro di sollievo, anche se non dovrei affatto.
-Giochiamo insieme!- strilla e si scaglia contro si me con velocità. Lo schivo ed estraggo Artemis. Cerca di avvicinarmi ma io la faccio roteare creando una gabbia luminosa e tagliante. Mi stupisco anch'io del mio istinto. Il mostro arretra ma solo di un passo, continua a passarsi la lingua sui contorni della bocca sproporzionatamente grande.
-Artemis....- sussurra. E io mi stupisco
Come fa a sapere cosa sia un Artemis? Non l'ho mai nominata
Chi era questo coso prima di un End?
Cosa ha ucciso per sopravvivere e sapere cosa sia un Artemis?
Fa un ghigno e si scaglia dal basso. Oltrepassa la barriera ma arretro. I suoi artigli mi feriscono la spalla, in una leggera striscia rossa. Brucia ma mi ricorda che sono ancora viva. Stringo i denti. Si muove veloce i miei occhi non lo sanno seguire. Allora li chiudo: mi affido all'istinto per individuarlo. Riapro gli occhi e in un secondo so dove si trova scaglio Artemis che lo ferisce. Il sangue nero mi schizza sulla pelle ustionandola. Ma non sento dolore anzi sento piacere tutto questo mi fa sentire...vera.
Mi riattacca ma io riesco ad evitarlo.
-Tu...non puoi ...uccidermi!- mi sbraita contro.
Si tratta della mia vita
Qualcuno di noi deve morire
E non sarò io.
Mi lancio contro di lui con un urlo crescente.
- In nome della luce e del buono, del bianco e anche nel nero, io ti mieterò l'anima!- dico.
Ti mieterò l'anima, l'ho rifatto. Ancora
Arretro Artemis con forza, come mi ha insegnato James. La mia rabbia fa divampare la lama e lo colpisco forte. Lui cerca di schivarlo ma è inutile. Trancio il suo corpo in due. Urla strazianti escono dalla sua bocca mentre brucia di fuoco chiaro.
Mi inginocchio
L'ho ucciso
Ho ucciso qualcuno...qualcosa.
Qualcosa che però io definivo buono
Credevo
Mi sbagliavo
E poi quelle parole: "ti mieterò l'anima" che vogliono dire?
Ho agito d'istinto non pensavo a niente
Mi metto seduta per terra, ho il fiatone, i nervi tesi e la spalla che pulsa di dolore, Artemis è stretta nella mia mano, è rassicurante. Osservo il corpo dilaniato, forse se fossi arrivata prima non avrebbe questa espressione sul volto. È evidente che abbia cercato di urlare prima di morire. Realizzo solo in un secondo momento che sto osservando e analizzando un corpo morto. Non è da me, dovrebbe impressionarmi, invece la cosa che mi infastidisce è solo l'odore di morte.
Dove è James...? Lui avrebbe saputo cosa fare
Mi sento colpevole della sua assenza perchè mi era venuto a cercare e anche se non gli frega niente sente la mia responsabilità sulle spalle. Chissà dove si trova
Chissà se mi sta cercando
Chissà se è ritornato
Rimango seduta per un paio di minuti a fissare il vuoto. Mi rialzo. Ma qualcosa non va: la terra trema. Mi affaccio alla finestra e vedo dieci persone che stanno per entrare nell'edificio.
Chiudo gli occhi: sono linea E. Devo andarmene da qui, subito. Stringo Artemis in mano. Sento qualcuno che cerca di entrare. Con uno scatto chiudo a chiave e sento che iniziano a dare spallate. Non posso combatterli tutti, morirei. Un filo di pazzia si insinua tra i miei pensieri. Corro verso la finestra mi ci butto, sfondando il vetro. Arrivo a terra rotolando. La spalla fa male e anche il resto del corpo, adesso è dolorante. Mi rialzo e inizio a correre. Chiudo Artemis e corro verso la Warrior, ma sbaglio strada. Corro ancora. Il tempo scorre sta per farsi sera. Corro più che posso ma dopo venti minuti sono costretta a fermarmi. Non so dove sto andando ma qualcosa mi dice che DEVO continuare. Ricomincio a correre velocissimo. In questi momenti si vede che non sono una persona normale, corro troppo veloce. Ma l'istinto mi sta guidando e io mi fido. Corro per un tempo che mi sembra brevissimo. Il tramonto è già passato. Trotterello fino ad una casa così familiare... aspetta aspetta! Quella è casa mia! Ma è ad un sacco di strada dalla Warrior.
Mi guardo un secondo, il sangue della spalla si è diramato in tutta la giacca bianca, che fra l'altro non è mia, il fiatone, le gambe tremanti. Busso alla porta. Mia madre mi apre.
-Chi è?.- inizia poi urla -Clare!- e si precipita sul mio corpo che non sente più niente a causa del freddo.
-Mamma- dico fredda ma ricambio l'abbraccio.
-Ma che diavolo ci fai quì? Dovresti essere alla Warrior!-
Ha gli occhi castani scurissimi e i capelli rossicci, sconsigliati dal vento.
Mio padre sentendo le urla accorre
-Tesoro...che?- mi guarda -Clare!?-
Lui ha gli occhi verdi come smeraldi, e i capelli scuri. Porta qualcosa alla cintura che subito nasconde sotto il mio sguardo: un'Artemis!
Io lo guardo in faccia e sfodero la mia facendola roteare.
Lui spalanca gli occhi.
- Sei solo al primo anno....- ricorda mia madre con amarezza.
- Ma so più cose di quelli più grandi-
-Non sapevo avessi un'Artemis, papà- replico dedicandogli un'occhiata assassina.
E lui smette di nasconderla.
-Come fai a sapere cosa sia?- mi chiede -Dovresti...-
-Lo so. Non ho reagito al Ccb-
Vedo i loro occhi allarmarsi.
- Ti hanno rispedita?-mi chiedono
-No- spiego - mi hanno fatto fare dei test-
-E cosa ti hanno detto? Tu cosa hai visto? Segni particolari?- noto che evita di appellarmi in una classifica.
- Sono un'ibrida. Metà guardiana e metà guerriera, ma questo già lo sapevate, no? - rimangono di nuovo a bocca aperta.
- Tu sai cosa...-
-Sì, mamma, potevi dirmi di essere una guardiana e papà, tu potevi dirmi di essere un guerriero. Mi avreste risparmiato molti pericoli e guai- replico glaciale.
- Non potevamo- mio padre mi guarda le spalle e poi mi afferra un braccio e mi porta in casa.
-Papà!-
-Shh!- dice -Clare, Non saresti mai dovuta andare fuori dalla Warrior da sola!-
-Papà, so cavarmela da sola! Ho ucciso un linea E!-
- Sai cos'è un End!?- urlano in coro allarmati.
Ma di cosa si stupiscono, è il loro mondo
- Si, uno dei test è stato gettarmi dentro una tana, comunque sto facendo pure i turni di guardia e sto imparando a cacciarli. Non avevo capito quando fossero pericolosi fino ad oggi-
Solo ora il loro sguardo si punta sul sangue sulla mia divisa.
-Oh Dio, Clare!- mormora mia madre avvicinandosi con l'ansia disegnata sul volto. Io mi ritraggo.
- Non È necessario. Sto bene-
- Ma sei ferita!-
-Mamma Non È niente. Ho corso fino a qui, mi reggo in piedi. Sto bene- dico
Mio padre guarda di nuovo fuori. Il suo sguardo sembra preoccupato.
- Non saresti mai dovuta venire-
- Non ho paura dei linea E, Papà-
- Non è per gli End che lo dico- dice continuando a guardare fuori.
-E allora cosa?-
-Tesoro, c'è qualcuno che ti da la caccia, sta cercando di capire cosa sei e non deve scoprire che sei un'ibrida- mi spiega mia madre.
-Cosa?! Perchè?-
-Alla Warrior ti proteggeranno sono addestrati e possono proteggerti. Devi tornare- esplica mio padre.
Il mio tono diventa glaciale.
Mi danno la caccia.
Chiudo gli occhi. Sento un pericolo ma è forte, troppo forte per essere un linea E...
Riapro gli occhi. Li sento bruciare. Gemo piano di dolore, mentre riacquisto la vita. È tutto un po' sfocato.
-Chi è?- chiedo in tono duro.
-Cos...?- mi chiede mia madre
-Lo sento. C'è qualcuno e non è un Linea E- dico mentre gli occhi bruciano.
-Come? Ti hanno già insegnato ad usare l'eco dell'anima?!- esclama mio padre.
-Il eh?-
-Come lo senti?-
- Mi concentro sul mio istinto e il senso del pericolo. Chiudo gli occhi e mi concentro- spiego. E mia madre sbianca, visibilmente.
-Vedi cara, di solito lo impari al terzo anno questo- inizia
-E poi ti insegnano ad usarlo con gli occhi aperti- continua mio padre.
-Chi. È.?- richiedo spazientita.
-Una persona che non deve sapere che cosa sei, anzi non avrebbe nemmeno dovuto sapere della tua esistenza- dice papà a denti stretti.
Wow sono di fronte a due esseri soprannaturali potenti. Lo sento. Sento le loro anime divampare. Sono davvero maestosi.
- Non era questa la domanda- dico fredda nonostante i miei pensieri.
-È mio fratello- dice mio padre.
-Cosa?! PAPÀ TU NON HAI UN FRATELLO!- sbotto.
-Sì, invece è abbiamo sempre cercato di tenerti lontana- dice mia madre.
Mio padre punta gli occhi alla finestra.
-Ora devi andartene- mi dice duro.
Vado verso la porta principale ma una mano mi fascia il polso.
-Non da lì!- mi richiama mio padre con poca pazienza.
-E da dove vuoi che esca?-
Vedo mia madre mordersi il labbro.
Dio sono così diversi da quando sono partita
Mio padre estrae la sua Artemis. La lama della falce divampa luce bianca quasi accecante, la lama è così larga e spessa che a confronto la mia è uno stuzzicadenti. Appoggia la punta della lama a terra.
Dalla terra si diramano scie argentee. Frasi in una lingua sconosciuta si dispongono a cerchi concentrici. Una volta chiusi questi cerchi iniziano a illuminarsi ed a fondere il pavimento. Chiudo ancora gli occhi e oltre al pericolo capto una forza sopra umana e fortissima
mio padre
I suoi occhi da smeraldo sono diventati come vetro colorato, quasi trasparenti e bellissimi.
-Entra- dice piano con il viso schiarito dalla luce.
-Cos'è?- chiedo ad un passo dalla figura per terra.
- È una sorta di portale. Non ti porterà alla Warrior, ma abbastanza vicino- mi dice - Ti vogliamo bene, Clare-
Io annuisco.
-Anch'io, ve ne voglio- dico -E mi fido si te, Papà-
Tanto da saltare nel vuoto, nonostante le tue bugie. È questo che si fa quando si ama, no? Saltare nel vuoto senza sapere cosa ti aspetta.
Mi lancio nel portale.
Sento il vuoto sotto di me. Lancio un grido che appena lo sento quasi non lo riconosco come mio.
Atterro in ginocchio. L'asfalto sbatte contro le ossa. Le ginocchia e le mani bruciano. Un urlo di dolore mi muore in gola, lo ingoio. Sono in città. Vedo il negozio di frittelle in fondo alla strada. Mi alzo e mi sento pesante mi guardo i vestiti e mi accorgo si essere completamente zuppa. Tossisco un paio di volte. Poi mi corro verso la Warrior.
Mi hanno detto di muovermi.
Sento ancora quel pericolo.
Mi scoppia il cuore, non ho più fiato. Mi stanno per scoppiare i polmoni, ma continuo. Arrivo alla porta. Cerco di aprirla, ma è chiusa. Sto per sfondarla ma si apre. Mi tengo la spalla ferita dal linea E, dolorante.
James è lì con un sorriso maligno sul volto
Sono uscita per lui, non l'ho trovato.
Ma lui ha trovato me.
Davanti alla porta James mi guarda con orrore e rimane paralizzato per un paio di secondi, vedo il suo sorrisetto gelido andare in mille pezzi quando mi guarda.
- Ma che?!- sembra scioccato.
-James...- dico in un sussurro. Non ho più molta voce e nemmeno fiato per parlare. Ho il fiatone e non prendo tanta aria quanta me ne servirebbe. In più sono bagnata fradicia e sento freddo, tremo.
Lui mi si avvicina subito, si toglie la giacca nera e me la mette sulle spalle.
- C'è freddo, James. Tienila - gli dico facendo per togliermi la giacca che mi ha appena adagiato sulle spalle. Lui mi afferra la mano con cui sto per toglierla e la allontana dal tessuto.
- Sta ferma- sibila, sembra furioso. Un po' mi fa paura, ma sono troppo stanca per controbattere.
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Innamorata del male
Fantasy(IN REVISIONE) Il cambiamento non è mai una cosa semplice, soprattutto per un'adolescente che non sa ancora chi sia e cosa si nasconda ai margini della sua mente. Clare Payhad e la sua migliore amica d'infanzia hanno scelto di fare i test per la scu...