Ci hanno sistemate in una sorta di appartamento collegato alla scuola. Li chiamano dormitori ma non sono le stanzette che ci si aspetta da questo appellativo, no, sono proprio casette. Appena si entra c'è un salone grandissimo con un divano spazioso e la tv, una cucina enorme con sala da pranzo. Nel piano di sopra la casa si dirama in due direzioni: una parte per me e una per Ally. Le camere sono tutte uguali, cinque in tutto, due delle quali sono vuote. Tutta la casa ha colori caldi che vanno sbiadendo, è bardata da tende, cornici, lenzuola bianche, letti a baldacchino con la ringhiera anche essa bianca. Persino la luce del lampadario è fredda.
Questa scuola ha il compito di formarci e farci crescere. Potremmo passare qui cinque anni, come anche dieci dipende se ci bocceranno o se prenderemo la specializzazione in ramo universitario, anche se non capisco dove siano le sedi.
Sono passate settimane da quando siamo arrivate. Marina e Drama sembrano preoccupate ma non ci hanno voluto spiegare perchè e francamente non mi importa molto. Kail è sempre furioso e cerca di tenersi alla larga da me.
Forse non avrei dovuto trattarlo in quel modo, infondo non deve aver fatto bella figura
Chiarirò con lui. Voglio averlo come alleato. I Black stanno nel nostro cortile e quando ci sono loro Kail non fa stare i White. I BlackWarrior sono parecchio inquietanti: ci fissano tutto il giorno, ci studiano, ci insultano e maltrattano ma a noi non è permesso avvicinarsi.
Mi da sui nervi
Voglio delle risposte e le avrò."Una goccia sfiora appena la superficie del lago. Sfiora il silenzio e lo rompe. Sono sulla riva, la sabbia mi invade le scarpe. C'è un uomo accanto a me non lo vedo bene in volto ma mi inquieta. Ha un ghigno sul volto, vedo i suoi denti che scintillano nel buio. Vedo mio padre in lontananza. L'uomo mi porge qualcosa e me lo mette nel palmo della mano. È uno ciondolo con in inciso e due simboli. Uno dei due è lo stesso che mia madre porta all'interno del polso sinistro. Mio padre si inginocchia a terra con lo sguardo vitreo e sconfitto. Vorrei correre da lui ma sparisce in una chiazza nera. Provo a correre da mio padre ma il suolo si sfalda sotto i miei piedi. Cado nel vuoto. Tutto nero. Non respiro"
La luce del mattino punge la mia vista. Ho il fiatone. Mi metto a sedere nel letto spostandomi le ciocche rosse dalla fronte con un gesto nervoso. Scendo in fretta.
Mi accorgo solo dopo che è ancora presto. Qualcosa mi inquieta, sento le lacrime bruciare in fondo agli occhi. Il cuore sta per andare in mille pezzi a furia si sbattere contri la gabbia in cui la natura lo ha rilegato.
Vado in cucina e accendo la macchinetta del caffè.
Siamo a fine settembre e fa freddo, tanto che mi ritrovo a rannicchiarmi nella felpa. Quando finalmente la spia della macchinetta segnala che la bevanda è pronta. Prendo la tazza e la avvicino alle labbra. Il liquido caldo sfiora dolce il mio labbro inferiore.
Resto lì, seduta, a pensare ma la cosa mi appare quasi impossibile dato che pochi minuti dopo sento dei passi in corridoio.
-Ma Buongiorno- mi incalza Ally facendo capolino nella stanza con il pigiama rosa stropicciato.
-Ciao-
-Qualcosa non va?-
-Sì. Cioè no è tutto apposto-
-Ok, dai sei sempre molto convinta! mi asseconda guardandomi con circospezione come se non la notassi. -Sicura di star bene? Non hai una bella cera- dice poi squadrandomi con la testolina bruna inclinata di lato.
-Ti ringrazio, Ally. Si, comunque, sto bene-
Dopo la colazione fatta di domande standard da una Ally versione detective-conan-dei-poveri, ci cambiamo indossando la nostra divisa scolastica: camicia bianca, nastro azzurro al collo e gonna bianca e giacca bianca con intarsi azzurri.Kail ci passa davanti: è furioso come sempre. Pensavo fosse un modello, forse un angelo la prima volta che lo vidi, ora mi sembra più un folletto indispettito da ogni cosa.
Un rumore mi strappa dalla visione di Gadmas. Mi accorgo che quel frastuono proviene da una rissa. Un ragazzo è per terra, in ginocchio con la guancia rigata di sangue appena sotto l'occhio. Il rosso del sangue traccia la giacca bianca strappata dal conflitto, un occhio chiuso e violaceo segnalano chi sta prevalendo. Con una mano cerca di togliersi il sangue dalla guancia. Un altro ragazzo alto, spalle larghe, aria minacciosa, arretra un pugno pronto a sferrarlo. Non so perché ma le mie gambe si muovono in automatico: mi ritrovo davanti al ragazzo a bloccare il suo pugno con una mossa fulminea. Tutti sbarrano gli occhi, me compresa
Ma cosa c'era in quel caffè?
-Basta!- esordisco subito ma non sono stata io a parlare, cioè non volontariamente.
-Ma chi ti credi di essere, ragazzina?- dice con una cadenza fredda che mi fa sussultare. Abbasso lo sguardo su di lui mentre strattona via la mia mano sottraendosi alla mia presa. Ha una divisa diversa dalla mia: camicia nera, cravatta rossa, pantaloni neri, giacca nera con intarsi rosso fuoco... è un Black.
Cazzo
Rimango a guardarlo dritto negl'occhi.
-Lascialo stare, non vedi che è a terra?!- dico con una rabbia che non mi appartiene.
Mi prende per il bavero della camicia ma io non sto ferma: il mio ginocchio colpisce il suo bersaglio, proprio all'addome del ragazzo, che mi lascia andare con sorpresa.
Ora la sua faccia è una maschera di rabbia. Il ragazzo alle mie spalle si sta riprendendo, lo sento dal suo respiro... ma non è quello che mi interessa il mio punto d'interesse è la montagna che ho di fronte che mi sembra un po' irritata. Sta per sferrarmi un pugno ma qualcuno mi strattona il polso e mi attrae a sé: Kail.
non mi dovevi evitare?
-Kail...- ha un espressione furibonda: gli occhi accesi, le guance arrossate e il petto che fa su e giù velocemente.
-Non toccarla- esordisce. Il Black guarda Kail con uno sguardo beffardo.
-Sennò che fai? Vai da Garroway?- dice e i suoi compagni ridono.
-Matt, stai bene?- chiede al ragazzo che ho difeso senza nemmeno sapere perchè.
Lui di risposta si alza traballando, i capelli scuri attaccati alla fronte e gli occhi neri come la pece che si abbassano per non incontrare lo sguardo del suo aggressore.
Kail stringe ancora il mio polso.
Non dice una parola ma mi strattona all'interno della struttura.
Poi sbotta.
-Ma che diavolo ti è saltato in testa, eh?- urla.
-Ho difeso un nostro compagno. Ho fatto ciò che andava fatto-
-No! Tu sei una folle suicida! Se non fossi intervenuto...-
-Cosa?! Avrei continuato! Non mi importa di quanto male mi facci...- inizio.
-Sta zitta! E tieniti lontana dai Black. Hai solo una regola Payhad! Solo una!- dicendo così scompare in corridoio. Lo sguardo sconvolto di Marina mi ricade addosso, pesante come un sacco pieno di sabbia
Drama corre da Kail e lui la spinge via. Ally mi affianca.
-Ma che fai!?-
-Ciò che è giusto-
Una mano mi si piazza sulla spalla io sussulto poi mi giro: il ragazzo che ho difeso. Ha uno squarcio sulla guancia e uno zigomo viola ma sembra apposto.
-A chi devo porgere i miei ringraziamenti?-
-Clare. Clare Payhad-
Fa una riverenza.
-Mss. Payhad. Posso ringraziarla offrendole un caffè alle macchinette?-
-Non bevo caffè...- mento
-Matt. Matt Birster-
-Birster- dico con malizia. -Non mi devi niente. Ho fatto ciò che era giusto-
-Vorrei ripagare questo tuo senso di giustizia. Sono più grande, ma non chiedo il tuo rispetto...- inizia ma non lo faccio finire.
-Non potresti dato che ti ho evitato un pugno in faccia- sottolineo con un sorrido freddo. Lui mi rivolge uno sguardo misto tra irritazione e rammarico.
-S-scusami- borbotto. -Non è una bella giornata-
-No, tranquilla, hai detto il vero. Comunque stavo dicendo.. non voglio il tuo rispetto ma voglio che tu ti faccia offrire qualcosa-
-No, non è necessario-
Mi prende da un braccio e mi trascina alle macchinette ridendo, mentre Ally ci segue sconvolta.
-Ehi tu, scusa- chiede ad Ally- che bevanda prende la tua amica?-
-Cioccolata calda. Due cucchiai di zucchero- risponde
Lui sogghigna. E schiaccia il tasto della cioccolata.
-Ecco. Mss Payhad-
-Non era necessario-
-Nemmeno il tuo intervento lo era ma... è stato molto gradito- mi dice. Gli occhi neri riflettono perfettamente la mia figura, anche se sono scuri sono illuminati dal suo sorriso. Vedo Ally che controlla l'orologio. Il ragazzo si volta. Guarda un punto indefinito oltre la mia spalla.
-Ci vediamo Mss Payhad- poi scompare ad una velocità allucinante.
Ally mi si avvicina e prende un sorso di cioccolata.
-Se mi offrono la cioccolata calda. Anche io mi getto nelle risse- mi dice imbronciata.
-No, meglio di no. Non è stato molto piacevole ritrovarsi quell'armadio di un Black che voleva tirarmi un destro...-
-Ti avrebbe stesa se non ci fosse stato Kail...- dice pensierosa e quelle parole mi colpiscono in modo singolare.
-Può darsi ma non lo dire in giro- lei scoppia a ridere e ci dirigiamo in aula.
È mai possibile che, proprio quanto cerco di non farmi notare, decido di impazzire e buttarmi in mezzo ad una rissa?Prendiamo posto al secondo banco più che altro l'unico a disposizione .
La prof. entra.
Ci guarda e noto subito che i suoi occhi sono di un violaceo scintillante e i capelli bianchi domati da un'acconciatura discutibile, ma poco rilevante.
-Bene bene bene- inizia -Oggi faremo una lezione particolare-
Io e Ally ci guardiamo stranite e poi riponiamo la nostra attenzione sul discorso della professoressa.
-Oggi parleremo delle leggende di Alcanta- la mia attenzione si concentra ancora di più, mi protraggo in avanti. Le cose si fanno interessanti.
-Una leggenda dice che il mondo una volta era diviso in bene e male, da bianco e nero. Si diceva, che questi si muovevano sulla scacchiera del mondo e che tutto era studiato ma imprevedibile. Si dice che sia Bene che Male siano entrambi importanti perché senza una non esisterebbe l'altra, come del resto è di regola nella vita degli opposti. Bene e Male erano in lotta alle appendici del nostro mondo, ma non apparivano concreti agli occhi della gente, apparivano come astrazioni e non si rendevano conto di quanto vicino a loro agissero...
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Innamorata del male
Fantasy(IN REVISIONE) Il cambiamento non è mai una cosa semplice, soprattutto per un'adolescente che non sa ancora chi sia e cosa si nasconda ai margini della sua mente. Clare Payhad e la sua migliore amica d'infanzia hanno scelto di fare i test per la scu...