Capitolo 27

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Un passo dopo l'altro, senza nemmeno rendermene conto, con la mente dall'altra parte.
Ci siamo baciati e lui era sobrio.
Il sangue mi frizza nelle vene, creando milioni di scoppi al mio interno che mi fanno sorridere come una deficiente. È come se l'ubriaca adesso fossi io, delle sue labbra e dei suoi modi. Sono ubriaca, ubriaca persa del Male.
Del nostro sapore. Del nostro Male.
Camminiamo in silenzio per il corridoio dell'ala nera, anche se il volto continua a tirare per via del sorriso, stampato sulle labbra che cerco di togliere si tramuta in una risata stridula ed immotivata. Le nostre mani sono intrecciate, anche lui sorride. Appena scrociamo Sadek, però, le slacciamo e nascondiamo i volti, come se ce lo si leggesse in faccia, scolpito sui nostri lineamenti. Nessuno deve saperlo. Perchè l'amore potrebbe essere un'arma e non sappiamo se il manico lo abbiamo noi o qualcun altro.
-Ciao, stuzzichino- mi saluta Sadek avvicinandosi con un sorriso sfacciato sulle labbra.
-Sadek- pronuncio con sfida -Sei venuto per prenderle di nuovo?- chiedo tranquilla. Lui fa per arretrare il palmo della mano destra, lo osservo pigramente mentre la alza, poi incontra gli occhi di James e la sua espressione cambia.
-No, Clare- dice sforzandosi di essere educato, mentre inizia a ballargli l'occhio-Solo volevo augurarti un buon giorno- dice passandoci accanto, bestemmiando tra i denti. Salterò anche oggi le lezioni, è già tardi sono le 10 non posso entrare più in aula, ma la cosa non mi dispiace affatto. James cerca la mia mano al suo fianco e la trova subito. Inizia a correre. trascinandomi con sè. Ci immettiamo in un corridoio lunghissimo, questa scuola è un labirinto, ma non sembra disorientato o perso, è tranquillo e corre davanti a me. Mi porta in una specie di salone enorme, dentro il quale corrono milioni di luci calde, noto una porta a vetri neri. I suoi occhi si tingono di rosso sangue.
-Dove siamo?- gli chiedo a metà tra la preoccupazione e la sorpresa.
-Non avere paura. Non ti farò mai del male- dice e la porta si apre.
-Che stiamo facendo?-
-Stiamo cercando chi ti sta dando la caccia- mi rivela -Non mi piace il fatto che tu possa essere in pericolo.-
La luce, in questo posto, è più forte, non esiste la penombra che regna sovrana in corridoio. Osservo la stanza, è ancora più grande di quella di prima. Una portafinestra ricopre gran parte di una delle pareti e sulle altre tre vorticano file e file di scaffali dal colore cangiante dal marroncino al giallo: una biblioteca. Non c'è nessuno, ma non capisco: che diavolo stiamo facendo?. Va verso la scrivania, prende un libro enorme e dalla rilegatura antica di un rosso sporco, ferito dal tempo che continua a scorrere. Lo apre e inizia a scorrere con l'indice sulle pagine logore.
Mi avvicino titubante.
-Cos'è?-
-Un archivio.- mi dice sfogliandolo -Quando è nato tuo padre?-
-Perchè?- gli chiedo spaesata
-Dimmelo e basta-
-1963-
Le pagine del libro corrono veloci fino a che la sua mano si ferma su una pagina con quella specifica data scritta in alto.  Mi chiedo se poter guardare le cose in velocità sia una dote speciale da vampiro o sia andando a casaccio.
I suoi occhi si muovono frenetici. Non si fermano su una parola per più di un millesimo di secondo.
Il suo indice si ferma all'improvviso.
-Ecco- dice tra il soddisfatto.
Sotto il mio sguardo si ramificano le parole di un nome a me sconosciuto
"Caius Payhad"
Payhad
collegato al nome di mio padre e con accanto la data "1979" ma questo nome è anche tagliato. Guardo James perplessa.
Lui guarda il foglio come se non si capacitasse di quello che vi legge scritto.
-James, che vuol dire?- gli chiedo.
Lui mi guarda.
-Non riconosci questo nome?-
-No-
-Allora lo abbiamo trovato- fa un mezzo sorriso ma non mi convince.
-Che c'è?-
-È scritto in rosso- mi guarda come se avessi già dovuto capire. Ma sono già troppo confusa.
-E con questo?-  chiedo -Anche il nome di mio padre è scritto in rosso-
Lui si passa una mano sulla guancia.
-Quello accanto è il nome di tuo padre?- mi chiede
-Sì-
-Ah- sembra stupito -Comunque se sono scritti in rosso vuol dire che sono Black se sono collegati vuol dire che sono fratelli, ma il fatto che sia tagliato...-
-Che vuol dire?-
-È morto-
Cosa?
Sono costretta a sedermi.
Ma
Io l'ho sentito
Ho sentito
Sono confusa, gli occhi vacui, lo sguardo spento.
-Clare..?-
Ritorno alla realtà con James che mi schiocca le dita davanti al volto. Sbatto gli occhi per un paio di volte.
-Come è possibile?-
-Non lo so...- dice. Prende il bordo del foglio di carta. Lo strappa. Lo piega e se lo calca in tasca. -Ma lo scoprirò-
Mi guarda come se si aspettasse qualcosa: una battuta o qualunque cosa di cattivo.
Ma no.
-Come hai intenzione di scoprirlo?- mi fa segno di seguirlo fuori, si ferma sulla soglia della porta. Quando sono nuovamente accanto a lui, chiude la porta con tre giri di chiave.
-Uscirò e andrò a cercare delle vecchie conoscenze...- dicendolo guarda fuori dalla finestra.
-Ok- dico -Prendo Artemis e andiamo-
-Cosa?- ride -No. Tu non vieni- e si appoggia allo stipite della porta e mi fissa, con le braccia conserte.
-La cosa mi riguarda- sottolineo fredda.
-Sei troppo giovane per venire con me-
Giovane...volevi per caso dire piccola James?
Lo guardo di traverso.
-James, sta zitto- dico e prendo il mio giubbotto. -Oppure inventati una scusa migliore, che quadri quanto meno-
-Oh, Clare!- mi dice e sembra arrabbiarsi.
-James! Non ho cinque anni-
-Già ne hai tre- mi dice e il suo sguardo si accende.
-Non me ne starò qui con le mani in mano mentre tu, chissà dove e chissà da chi vai per cercare mio zio morto!-
-Clare, tranquilla, so cavarmela-
-Lo so- dico -non sono preoccupata per te-
-Grazie eh-
Mi blocco, non avrei voluto essere cattiva, non questa volta.
-Volevo dire che tu non mi diresti niente se scoprissi qualcosa- dico.
-Sei seria?- mi chiede alzando un sopracciglio chiaro.
-Me lo hai detto tu stesso: non vai d'accordo con la verità- lo dico con così tanto impeto che sembra rifletterci.
Mi guarda per tre secondi le labbra poi gli occhi. Sospira. Lo sguardo si fa intenso. 
-Tu non verrai. Punto. Basta. Fine del discorso.- mi dice duro. Speravo che il nostro bacio lo avesse addolcito ma qualcosa mi dice che nonostante quello che provo, lui rimane il solito vecchio James-stronzo-Walls.
Lo guardo e lo prendo per il colletto della giacca.
-Ti pentirai di questo, Walls-  gli soffio contro.
Lui mette le mani sopra le mie, senza preoccupazione, ma cin una leggera irritazione.
-Questo lo dici tu, Angioletto- non sorride, anzi sembra che stia stringendo i denti. Vedo la sua mascella contrarsi in uno scatto brusco.
Lo lascio e faccio un passo indietro, con lo sguardo colmo d'ira. Non c'è odio, non potrebbe esserci, non astio. Sfida. Dirompente, prepotente e caotica Sfida.
Mi viene da sorridere perchè nonostante il combattimento di ieri, i postumi e l'aria mattutina, lui rimane bellissimo. Con il volto illuminato da un raggio del sole i capelli biondo chiaro, assumono dei riflessi dorati mentre gli incorniciano il volto spigoloso. La pelle bianca fa spiccare gli occhi rossi resi accesi dalla luce. E quell'espressione. Dio, la sua espressione. Rabbia mista a tristezza e stizza. Non so cosa abbia dentro.
Non so chi ci sia nel suo corpo oltre lui.
Lo guardo negl'occhi e lo vedo che con lui, c'è qualcun altro.
Non so chi tu sia
Ma ti amo alla follia
Nella mia mente glielo dico, nella realtà, lo guardo soltanto.
Mi giro verso il corridoio nero e lo percorro, non mi segue, ma sento il suo sgiardo sulla pelle. Una parte di lui vorrebbe trattenermi, lo so. Perchè anche una parte di me vorrebbe.
Mi allontano, svolto l'angolo e esco dalla sua visuale.
È giorno. I Black sono sparsi qua e là. Cercano tutti di stare lontani dai fasci di luce che provengono dalle vetrate scure.
Una mano mi fascia il polso e mi trascina nell' ombra di un corridoio..
-Che diav!?- strillo ma poi lo riconosco. Darkside.
Lo guardo in quei suoi occhi blu scuri, sono così diversi da quelli di James.
-Hai usato l'eco- non me lo sta chiedendo, lo sa e basta.
Un brivido mi trapassa la spina dorsale, annuisco piano, ma sostengo il suo sguardo che luccica. Aggrotta la fronte.
-Lady?- mi chiede adesso guardandomi a sua volta mentre libero il polso.
-Devo andare-
Mi dirigo verso l'uscita.
Dio James
Non posso tradire la sua fiducia adesso che è l'unica cosa di cui abbiamo bisogno.
Entro nel cortile, I White sono tutti lì. È impressionante come una porta divida persone così diverse. Sembra di attraversale un portale dimensionale, una realtà parallela
Amo i White, li rappresento e loro rappresentano quello che sono e sarò ma James è un Black ed è nell'ala luna che ho provato le cose più orribili e allo stesso tempo più belle. Chiudo gli occhi mentre i miei piedi si immettono nel prato. Non ho bisogno di aprirli per orientarmi.
Prendo un respiro. Poi di botto il mio naso sbatte contro qualcosa... qualcuno direi dal rumore, ancora.
-Ehi!- mi sgrida. Apro gli occhi già accigliata per la risposta e mi ritrovo davanti Matt. -Due volte in meno di 24 ore. Questo è un record, Clare- mi dice sorridendo.
-Matt- lo saluto. Mi abbraccia. Io non restituisco l'abbraccio. Mi faccio avvolgere solo dal suo calore.
Subito al suo fianco si eregge una figura assai familiare: Kail.
Anche lui come James, ha il suo fascino magnetico e riesce ad essere attraente come se niente fosse. Un po' mi infastidisce che trasudino fascino con così poca accortezza
Mi ritrovo ad osservarlo, come se non potessi farne a meno: capelli marrone chiaro scompigliati dal vento, il viso arrossato e i grandi occhi celesti accesi, così apprensivi. Occhi al contrario di quelli di James sono limpidi e si vede che non nascondono nulla, nulla di intollerabile.
Non sono azzurri, sono una tonalità più scura, più accesa, più bella
Quei due occhioni mi squadrano dalla testa ai piedi, per poi fissarsi nei miei.
-Ehi.-
-Ehi..-
Cerca di avere un atteggiamento di rimprovero ma non riesce e finisce con l' abbracciarmi anche lui, ma più stretto di quanto avesse fatto Matt. Come se ne avesse bisogno. Sento anche io quest'urgenza. Ricambio l'abbraccio. Lui affonda il volto nell'incavo del mio collo, il suo naso è freddo, come le sue guance e sento la pelle d'oca germogliare sul mio corpo.
-Stai bene?- mi chiede rimanendo stretto a me. Io guardo dietro di noi da sopra la sua spalla.
-Si- rispondo. In quell'istante vedo attraverso la porta lo sguardo vermiglio di James squadrarmi e accigliarsi. Più che lo vedo, dovrei dire che lo sento. Si sente un rumore e poi il silenzio.
Mi mordo il labbro e poi mi ritraggo, controvoglia, dall'abbraccio.
Lui sorride raggiante. Vedo in lui una scintilla strana.
Mi accarezza la guancia, scrutandomi a fondo.
-Ci sarà una festa, nell'aula 303... vuoi venire?- mi chiede. Io rimango di sasso.
-Quando?-
-Domani notte-
Guardo l'ala nera. Lui non mi ha portato con sè.
"Te la farò pagare "
E così sia.
Mi sforzo di sorridere ed annuire, nascondendo il mio viscoso rancore.
Mi lascia un bacio sulla guancia.
-Ci vediamo alla guardiola- mi saluta sorridendo.
Io lo guardo interdetta ho appena commesso uno sbaglio ma ho appena mantenuto una promessa. Mi giro e vedo Drama, Marine e Ally. Mi avvivino a loro, sono sedute nell'erba. Drama ha una rosa rosa in mano
Vai con la soap
-Giorno- le saluto. Tutte mi guardano.
Ally mi sorride le altre due si scambiano occhiate fugaci e poi mi salutano.
Mi siedo con loro.
-Ammiratore segreto?- chiedo a Drama curiosa.
Lei storce il muso.
No 
-Matt- mi inforna Marina. I suoi occhi blu mi rapiscono per una frazione di secondo. Sono bellissimi ma molto diversi da quelli di Kail.
Matt
No
Cazzo lei lo avrà rifiutato
Io cerco lo sguardo di Drama. Lei mi guarda e capisco che Matt ha il cuore infranto. Mi fingo indifferente.
-E? Come hai reagito?-
-L'ho mandato via dicendogli che lui non mi interessa-
Cazzo
Questa arpia ha ferito i suoi sentimenti
Poi dicono che i White sono buoni
Eh no, tutto sbagliato. Qualcuno riscriva le caratteristiche.
Stringo una mano nella terra fino a sentire il suolo irrigato da poco, appiccicarsi al mio palmo.
Inspiro
Espiro
Devo calmarmi questo colpo di genio di Matt mi mette tensione e rabbia. So che lui è innamorato perso, l'ho visto. Cerco di far finta di nulla, di continuare a ridacchiare con loro, ma in realtà il mio sguardo lo sta cercando freneticamente. Si sente un rumore stridulo e poi in corvo imperiale mi si poggia sul braccio, senza graffiarmi, appollaiandosi delicatamente. Le mie compagne cacciano un grido. Rimango immobile. Il corvo lascia una busta rossa, si lascia lisciare le penne da una carezza e poi spicca il volo.
Il corvo è l'animale della morte
Apro la busta e prendo un biglietto rosso con la scritta nera in una calligrafia a me familiare: James.

Innamorata del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora