Capitolo 11

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James inizia a camminare verso la scuola. Si ferma davanti al locale di frittelle e lo vedo reclinare il volto all'indietro come se captasse qualcosa nell'aria. Per un attimo, nel cerchio delle sue braccia, mi allarmo, cercando di percepire un eventuale pericolo. Non sento nulla.
-Kail, inizia ad andare. Noi ci fermiamo per una sosta- annuncia senza l'ombra di una richiesta.
Kail ci guarda. Io annuisco, in ogni caso devo fidarmi di lui, sia oer il fatto che non sembra accennare a lasciarmi, sia perchè avendomi salvato la vita non credo che voglia buttarmi in pasto ai mostri. Kail mi guarda, sconfitto e annuisce a sua volta e gira i tacchi verso la Warrior.
James entra nel negozio di frittelle, che avevamo visto all'andata, con me ancora in braccio.
-Come fanno a non vedere il sangue?- chiedo riferendomi agli umani.
-Beh è un incantesimo-
-Ah e cosa vedono?-
-Tutto tranne il sangue e le ferite- mi dice e mi deposita piano su un divanetto, poi scompare per qualche minuto. Ricompare dopo poco con due piatti di frittelle calde. Mi guardo intorno, alcune ragazze stanno guardando James e ridacchiano. È ovvio, agli occhi di chi non vede tutto dovrà sembrare il ragazzo perfetto: mi ha portata in braccio fino a qui e mi sta portando della roba dolce e fumante. Dovrà senza ombra di dubbio sembrare premuroso ed inoltre è un bel ragazzo. Lo pensano anche loro e lo capisco dall'invidia che corre veloce, nel loro sguardo nell'inquadrare la mia figura.
Spinge uno dei piatti verso di me, ma lo rifiuto.
-Cosa c'è, Mrs. Payhad?-
-Lo sai. Lo capisco dai tuoi occhi che lo sai- lui sorride, avere a che fare con me non deve essere facile.
-Cosa?-
-Mi hai paragonata ad un animale e hai chiaramente affermato di odiarmi- gli ricordo come se mi avesse appena interrogata.
-Sei abbastanza sveglia da sapere che avevo intuito ma non abbastanza per capire che... semplicemente mentivo-
Alzo di scatto lo sguardo mentre lui taglia un pezzo di frittella.
-Cosa?- chiedo strabiliata.
-Se ti odiassi... ti avrei salvato la vita, oggi?- chiede lui e mi sento mortalmente stupida.
Figlio di puttana
-Sei stato mandato-
-Non sono mai stato mandato a salvarti, Mrs Payhad. Ci sono sempre venuto da solo- afferma canzonante anche se non senza un filo di rammarico, come se gli costasse molto dirlo.
-Perchè?-
-Perchè sembra che tu... tu ne valga la pena- dice alzando gli occhi vermigli sul mio volto e studiandone, silenziosamente i lineamenti. -Non sei come i tuoi compagni White, sei... impertinente, curiosa e non ti fai mettere i piedi in testa. Hai avuto il coraggio di opporti e di contrastare un Black nel suo territorio. Sadek ti odia per questo-
-Come scusa?-
-Ora mangia... o perderai i sensi. Hai perso troppo sangue. Ti serve ricarburare-
Io prendo un morso di frittella imperlata da uno strato di nutella e caramello salato fumante.
-James...-
-Uhm?-
-Grazie-
Mangiamo in silenzio, anche se mille sguardi mi pizzicano la pelle.
Lui finisce prima e poi aspetta paziente. Quando finisco sorriso leggermente.
-Woilà!- esclamo mettendo, teatralmente, le mani in aria.
Lui mi guarda le labbra.
-Sei...- accenna, ma sospira e si sporge verso di me sopra il tavolo. Esita e poi passa il pollice appena accanto al labbro inferiore. Sento come una scossa. Toglie un po' di cioccolato e poi si porta in dito alla bocca e mangia il cioccolato che gli è rimasto sul dito.
Un brivido mi attraversa la schiena. È una sensazione strana: sudo freddo.
-Andiamo- mi dice riprendendomi in braccio.
-Aspetta non paghiamo?-
-Già fatto-
-Quanto ti devo?-
Lui mi guarda con divertimento.
-Niente-
-Cosa?! No, io voglio pagare-
-No. Decido io. Ti ho salvato la vita...- inizia.
-Appunto potrei almeno pagare la mia frittella!-
-Non farmi pentire di non averti fatta mangiare- mi zittisce.
Le palpebre mi si fanno pesanti.
-Ok...-
Lui nota la mia assenza di forze.
-Riposati un po'. Non ti mollo per terra, promesso-
-Io...-
-Fidati di me. Sei al sicuro-
Rimango di sasso.
Perchè mai James mi ha detto che sono al sicuro con lui?!
Mi chiedo perchè sia così protettivo con me, infondo ha detto che sono diversa dai miei compagni, ma non migliore. Mi porta una mano alla vita e l'altra la fa scattare, velocemente, sotto le mie gambe e in un attimo, mi ritrovo accostata al suo corpo. Mi chiedo se non faccia un certo sforzo a trasportarmi di qua e di là, il secondo dopo mi sento stupida, lui è un vampiro, è ovvio che lo sente appena il mio peso. Eppure per essere un non morto è così caldo, sembra così vivo.
Sei al sicuro
Lui è un Black, una creatura della notte, un pericolo vivente eppure...gli credo. Sono al sicuro.
Sono al sicuro?
Chiudo gli occhi. E mi lascio trasportare.
Mi addormento mentre sento ogni suo passo, lento ma costante e il suo odore che si insinua nelle mie narici, così rassicurante che mi culla.

Innamorata del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora