Capitolo 8

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-Comunque sia Mss. Payhad- dice alzandosi dopo aver finito la fetta di torta -Sia che tu sia una guardiana o una guerriera devi imparare l'uso di Artemis-
-Si ma per questo non ci dovrebbe essere un tutore scolastico?-
-Sì, ma per il momento me ne occuperò io-
-Tu sei un vampiro.. che ne sai tu di Artemis?- dico ridacchiando.
-Più di quanto tu creda, molto di più-  sussurra. -Abbiamo una mattinata per la prima lezione Mrs. Payhad. Voglio verificare di persona che quanto abbia visto ieri sia concreto-
-Vuoi ributtarmi nella fossa?-
-No, farò di peggio- un brivido mi percorre il corpo seguito da una scarica elettrica di adrenalina -Voglio insegnarti un trucchetto e testare le tue abilità represse-
Ronald entra nella casa senza nessun permesso o riguardo e per qualche secondo mi chiedo se faccia sempre così.
-Non credo, Walls-
-Oh andiamo! Sono io che l'ho individuata!-
Individuata?
-Vedremo. Intanto mi hai disubbidito portandola via ieri-
-Stava per rimetterci le penne-
-Da quando ti interessa?-
-Non mi importa niente di lei ma di quello che potrebbe essere. Potrebbe essere come la mia famiglia...-
Come la sua famiglia?
- O come quella di Kail...-
James strinse i pugni lungo i fianchi.
-Ehm potreste, che ne so...spiegarmi?-
-Non ti riguarda- dice Ronald.
-Sì, invece si tratta di me!-
-Piccola insolente- dice facendo per arretrare una delle sue grosse mani, ma James mi si para davanti fermando il suo polso.
-James Walls!- Urla Ronald
-James...- pronuncio e lui si blocca ma rimane impassibile.
-Devi venire con me, dobbiamo vedere cosa sei, mostriciattolo- rammenta l'uomo lasciando cadere la mano lungo il fianco.
-Io vengo con voi. Fai strada Ron- afferma James  calmo e gelido mentre le sue piccole zanne stanno torturando il labbro inferiore. Il medico esce a grandi falcate dalla stanza.
-Su vieni, piccoletta-.
Mentre camminiamo non riesco a mettere a freno la curiosità.
-James, come... che differenza c'è tra un guardiano e un guerriero?-
James mi dedica un sorriso quasi dolce.
-Vedi, i guardiani sono per lo più White. Che devono proteggere l'umanità e sono inchiodati al loro ruolo, spesso nella scuola i guardiani segnano il confine tra Black e White. I guerrieri sono liberi di scegliere se schierarsi tra bene e male. Non sono costretti a niente e sono per lo più di sangue nobile.-
Ogni volta che James mi spiega qualcosa sulla Warrior sembra cambiare. Lascia da parte la sua arroganza e persino il suo sarcasmo e diviene paziente e sembra riempirsi di un sentimento che non credevo che gli avrei mai attribuito: il rimpianto.
-E che cosa c'entrate tu e Kail?-
-Siamo collegati a questa vicenda: Kail è un vero guardiano e beh prima dell'incidente...- parla di Kail come se fosse sterco sulle sue scarpe appena pulite.
-Non ne parlare male. Lui è buono ed è gentile, ha un gran cuore anche se è scorbutico- il ghiaccio riemerge e tra noi cala un pesante silenzio. Evidentemente tra loro è già successo qualcosa.
Entriamo in una sala enorme, senza nemmeno una finestra. L'aria sembra pesante. Sacconi da box e vari utensili da allenamento costeggiano le pareti semi metalliche della sala che è invasa da divise nere.
Ecco spiegata la loro forma smagliante
Dei ragazzi si allenano già, appena mi vedono alzano gli occhi. Ronald sussurra qualcosa a James e poi si allontana.
-James. Ti sei portato uno spuntino? Me ne dai un morso?- chiede Sadek.
-Lasciala in pace, Sadek- lo avverte
-È una White?- chiede un ragazzo in fondo alla sala. Bello. I capelli neri con riflessi sul blu, gli occhi di un blu profondo come l'oceano. Il fisico ben scolpito sotto la maglietta nera che aderisce al fisico imperlato di sudore. È seduto in una panchina con le cuffie alle orecchie.
-Sì lo è- dice James mettendomi dietro di lui come per proteggermi.
MA lui non mi odiava!?
-Vieni, bambola. Fammi vedere che sai fare- dice Sadek. Una rabbia incontenibile mi travolge a quel nomignolo. Sono stanca di essere la bambina di turno, l'indifesa e anche la meno consapevole delle proprie capacità e di quelle altrui. Se c'è una cosa che so fare, quella è scaricare questo genere di emozioni con il corpo
-Lasciala stare, Sad...- inizia James, ma io non mi faccio ripetere due volte l'invito. Mi metto davanti al saccone. Sadek al lato opposto al mio, sorride e non vedo l'ora di cancellargli la gioia della vittoria facile dal volto.
-Riscaldati bambola-
Inizio a scaricare la mia rabbia sul saccone in contemporanea a Sadek. Il saccone avrebbe dovuto spingermi a terra data la forza che Sadek mette ad ogni colpo, ma io rispondo con altrettanta forza. Tanto che il saccone sembra rimanere fermo. Il polso mi fa ancora male, ma scaricare la rabbia è fantastico. James mi guarda a metà tra preoccupazione e fierezza. Ad un certo punto Sadek carica un destro potente apposta per farmi cadere ma me ne rendo conto in tempo e lo evito rimanendo sorprendentemente in piedi. .
-Wow, Sadek non è riuscito a farla vacillare- spettegolano dietro di noi. Sadek sembra un toro impazzito e inizia la sua carica. Non punta il sacco però...
Aspetto e quando mi è a due centimetri mi scanso per non dargli il tempo di ripristinare, nel suo campo visivo, il bersaglio. Non appena è a tiro gli piazzo una gomitata tra le scapole. Lui arriva in ginocchio per la sorpresa. Si rialza e mi solleva dal bavero, stringe crudelmente il polso ferito.
Sta succedendo tutto troppo in fretta. Vedo con la coda dell'occhio James che scatta in piedi e si protende verso di noi  con il volto contratto.
Andiamo, Clare, ti vuoi far difendere di nuovo?
Tiro forte il polso provocandomi dolore ma riuscendo a liberarlo, punto lo stivale, lo porto indietro e colpisco. Proprio in mezzo alle sue gambe. Sadek mi lascia andare con un suono sordo e cade in ginocchio.
Io arrivo perfettamente eretta. Mi riavvicino a Sadek con una calma glaciale atipica per una White, mi abbasso verso di lui.
-Non sono una bambola e non sottovalutarmi. Mai più, Sadek- gli sussurro quella minaccia in modo da fargli gelare il sangue nelle vene e grazie ai suoi occhi so di aver sortito il mio effetto. Mi raddrizzo in tempo per vedere la faccia sorpresa di James e di tutti i presenti.
-Puttanella- mi ringhia contro Sadek.
Mi giro di spalle e proprio in quel momento sento un ringhio basso e i passi di qualcuno in corsa proprio dietro di me. So già che si tratta di Sadek. Tiro fuori l'Artemis, che si apre in un fascio di luce pallida rivelando la grossa lama, in una frazione di secondo mi ritrovo a puntare del Black che si pietrifica.
-Non costringermi a fare la cattiva.  Non c'è nulla di più cattivo di una buona è costretta a divenire cattiva- dico e appoggio leggermente la lama sulla sua gola.
-Stai buono, Sadek?- chiedo con un sorriso maligno.
-Si, signora Payhad-
-Molto bene- dico e ritiro la mia falce.
-Direi che per oggi basta, James- commenta Ronald rientrando nella palestra. James mi prende per un braccio.
-Andiamo terrorista!-
-Io sono una White, sono buona per definizione-
-Andiamo buona terrorista- mi apostrofa ridendo. Il ghiaccio sembra finalmente evaporare dalla sua voce mentre mi spinge in fretta verso l'uscita.
-Questa cosa non mi ha dato nessun aiuto- commenta Ronald smorzando un po' gli animi.
-Ancora non sai cosa sia?-
L'uomo scuote la testa.
-Devo fare delle ricerche sui suoi genitori-
-Non sono niente di particolare... una casalinga e un dottore- dico.
-Questo è quello che credi tu- dice James. -Andrò negli archivi-
-No, vado io.. tu bada al mostriciattolo-
-D'accordo- sento la campana della ricreazione e mi fiondo in cortile scampando a James. Apro la porta e guardo in fondo.
La figura di un ragazzo, i suoi capelli chiari si scagliano contro la luce del sole, gli occhi celesti sono dello stesso colore del cielo e sono alla ricerca di qualcosa che gli manca. Di qualcosa che è fuori posto e non trova.
Lo chiamo ed alle mie parole appena sussurrate il ragazzo si gira e mi corre incontro.
-Oddio! Clare!- una voce familiare, Ally mi è già accanto-Perchè non ti sei fatta sentire? Hai idea di quanto siamo stati in pena?-
-Clare- pronuncia Kail e mi abbraccia forte a sé. -Mi spiace di non averti detto tutto- mormora lasciandomi un bacio tra i capelli, tenendomi stretta.
Sentiamo che qualcuno batte le mani in un ritmo lento, oer niente divertito o gioioso.
-Ma che bel quadretto- la voce di James taglia l'aria. -Andiamo- mi ordina e Kail tira fuori una Milennium. O almeno così c'è scritto sulla pistola che brandisce.
-Kail!- strillo e mi paro davanti a James.
-Clare... ma che?!-
-Lui mi ha raccontato tutto!- riferisco con non poco rancore. -Ha avuto il coraggio di dirmi la verità-
-Perchè a lui non importa niente! Lo capisci? A me importa della tua felicità per questo non ti avevo detto niente-
-Lei deve comunque venire con me, Kail. Dobbiamo fare delle ricerche e lei deve esserci. Ordini della Mills-
-Come scusa?!- gli ringhia contro
-E ora basta sgattaiolare via, MrS. Payhad- sputa James in una maschera di rancore.
Mi costringo ad andare con lui
-Tanquilli ragazzi. Sto bene. Ci vediamo molto presto-
James e io ritorniamo all'ala luna, la parte nera del nostro mondo a scacchi e  quando lui chiude la porta capisco anche che essa è la più pericolsa.

Mi ritrovo a passeggiare avanti ed indietro nel suo salone, mi sento in gabbia.
-Si può sapere perchè?!- inizia -ti ho dato da mangiare, ti ho curata e ti ho offerto protezione. Ad un animale come te non basta? Sei un animaletto davvero viziato! Uno di quegl'animaletti che proprio non sanno stare al loro posto di schifosi animaletti- dentro di me, a quelle parole, qualcosa si incrina, si spezza e prende a bruciare. Istintivamente gli tiro un ceffone. Lo schiocco è soddisfacente ma mai quanto il rossore delle mie cinque, piccole dita stampate sulla sua pelle. I suoi occhi sono una cascata di rabbia.
-Io non sono un animale! Lo vuoi capire, James?-
-Per me è quello che sei- ripete gelido
-Allora non sei differente da Sadek. Sei solo un lurido codardo che siccome non ha un buon dentista, ha i canini troppo sporgenti e per questo tuo handicap ti senti più forte degli altri! Non sono io l'animale. Ma tu...Tu sei quello assetato di sangue, che caccia come una bestia, Sei tu quello che sembra un animale ogni volta che un cuore batte, tu quello che ha minacciato una studentessa nuova e l'ha incattivita con le tue manie psicotiche. Anzi, no, non sei un'animale. Sei un mostro- gli urlo sapendo che in qualche modo, quelle parole possono attraversare le sue difese e possono finire dritte al suo cuore, ammesso che ne abbia uno. Se solo ne avesse uno..
Artemis vola nella mia mano e mi getto dalla finestra, atterro in piedi e scappo via di lì. Ho bisogno di uno sfogo. Quelle parole, quelle mie parole, hanno ferito sia lui che me. Anzi con molta probabilità hanno ferito più me che lui.
Perchè tu non le pensi... hai mentito, Clare.
-Sta zitta!- urlo a me stessa ad alta voce. E scompaio nell'ombra dell'ala dei Black con la stessa velocità con cui ho sfidato Sadek. So bene che non è un posto sicuro per una ragazzina in bianco e per giunta viva, ma con Artemis stratta in pugno mi sento al sicuro. Nonostante io non la sappia usare, lei è il mio lasciapassare anche in questo maledetto inferno di ala.

Innamorata del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora