Capitolo 1 Nina

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Li guardavamo come se fossero degli dèi appena scesi dall'Olimpo, contornati di una luce candida e pura accompagnati dal canto degli angeli. Mentre Lisa finiva la sigaretta , Sole ci portava la merenda incantata anche lei a quella vista .Per noi del liceo femminile S. Matilde , era raro vedere i ragazzi della Cramboth fare attività fisica nella parte d'istituto a loro proibita.
I loro bicipiti che si intravedevano dalle magliette aderenti, i loro volti sudati e i pantaloncini da ginnastica mettevano in risalto la mascolinità a noi sconosciuta. Volevo che la ricreazione non finisse mai, e questo pensiero era condiviso inconsciamente anche dalle mie compagne.
Salimmo le scale dell'istituto deluse dalla breve durata dell'intervallo e decisi di chiedere spiegazioni a Rossella , la segretaria scolastica :<mi scusi , ma perché ci sono dei ragazzi nel nostro cortile?> . Lei sbuffò e rispose :< Ah , povera me! Dato che a quelli della Cramboth devono ricostruire il cortile , ci siamo offerte per la condivisione del nostro . > la ringraziai, e me ne andai trionfante , consapevole che sarebbero rimasti ancora per mesi nel nostro cortile.
La S Louis Cramboth era una scuola interamente maschile , dove al suo interno vi studiavano ragazzi incorreggibili spinti dai genitori esausti che pagavano i loro studi e facevano la bella vita alle loro spalle.
Questo grande edificio che si collegava al nostro tramite un portone blindato era sorvegliato da un custode , per il timore che i ragazzi sgattaiolassero nel nostro istituto.
La gonna che odiavo dal profondo del mio cuore, accarezzava le calze nere ogni giorno dell'anno. La camicia bianca e la cravatta nera mi davano quell'aria di maturità che a 18 anni non era di mia competenza.
Odiavo la divisa della scuola, e odiavo il  fatto di doverla mettere tutti i giorni.
Entrai nella mia classe consapevole di trovare seduta alla cattedra la solita vecchia megera pronta a strillare qualsiasi ragazza , poiché era invidiosa della sua giovinezza.
< Bianchini alla lavagna!> gridò la professoressa consapevole della mia preparazione. Mi alzai e andai verso di lei per ripetere la lezione del giorno a memoria . Presi un clamoroso 9 e tornai al posto facendo l'occhiolino alla mia compagna.
Dopo la mia interrogazione la professoressa chiamò alla cattedra un'altra ragazza che purtroppo andò male . La campanella suonò e la mia classe scese in cortile per l'ora di educazione fisica.
Scendemmo le scale e trovammo una classe di ragazzi intenti a giocare a pallone . La nostra presenza distrasse il portiere tanto che un suo compagno segnò un goal esultando e prendendolo in giro. < sei proprio un coglione!> urlò amichevolmente un ragazzo .
Andammo negli spogliatoi ed io altre cinque compagne indossammo la divisa della squadra di pallavolo. I pantaloncini erano all'altezza dell'inguine e sulla maglietta avevo stampato il numero 10 . Io e la mia squadra eravamo giocatrici professioniste di serie B e ci allenavamo 2 ore al giorno con il permesso esclusivo della preside. Mentre le altre facevano i soliti esercizi noiosi all'interno della palestra con la professoressa Alighieri , noi eravamo pronte per il solito allenamento con il Mister. In una metà del campo i ragazzi della Cramboth  giocavano a calcio nel loro sudore , mentre noi con la nostra divisa aderente ci disponemmo in campo per l'allenamento . In quel cortile troppo affollato arrivò Rossella per richiamare il Mister . <signor Fioretti, la preside attende lei nel suo ufficio.> e corse via . <Ragazze> disse guardandoci negli occhi.< iniziate da sole >. E si allontanò dal campo.
I ragazzi si fermarono a guardarci mentre uno esclamò :< e queste femminucce sarebbero le campionesse? > accompagnato da un coro di risate. Le altre mi guardarono . Il ragazzo continuò : < secondo me non sanno neanche che la palla ha una forma sferica. > risero ancora tutti. Le altre mi scambiarono sguardi arrabbiati . Dovevo fare qualcosa . Andai verso la loro metà campo :< avanti stronzetti, visto che siete tanto bravi con la pallavolo vediamo come ve la cavate no?!> smisero di ridere e si avvicinò un ragazzo moro con il ciuffo che ricadeva sulla fronte, alto e davvero molto carino . < dai ragazzina, se vinciamo noi mi dai il tuo numero , mentre se perdiamo usciamo assieme > feci un sorrisetto e risposi :< e chi ti ha detto che voglio uscire con te?> . Si alzarono risolini . Lui alzò l'angolo delle labbra formando un mezzo sorriso e rispose :< dite tutte così voi ragazze> . Inacidita da quella conversazione gli lanciai il pallone , dicendogli :< avanti "ragazzina">. Mi girai e mi misi in posizione di ricezione.
Iniziò una partita comica , caratterizzata da attacchi di ogni genere da parte nostra e i punti che volarono in fretta fino a segnare la nostra vittoria schiacciante. Nel bel mezzo della partita il ragazzo di cui ancora non sapevo il nome disse :
< tutta fortuna> allora, presi la rincorsa e con un assist di Lisa schiacciai la palla a mezz'aria facendolo rimanere a bocca aperta . Gli feci l'occhiolino dicendo :
< brucia la sconfitta eh?> . La partita finì 25-3 per noi. Mentre continuavamo l'allenamento in disparte , sentii la sua voce :< comunque piacere , Andrea> gli feci l'occhiolino dicendo :
< non ti ho chiesto il nome > . Mi girai e me ne andai . Rise dicendomi<quindi ora mi porti a prendere un caffè? Hai vinto > risi alla sua battuta sarcastica , e chiusi quella conversazione dicendo < ci vediamo in giro!> io e le ragazze salimmo tra le risate e i chiacchiericci . Raccontai della proposta di Andrea , e quando dissi che lo avevo rifiutato partirono insulti e critiche :< tu sei pazza! Un fregno come quello ti chiede di prendere un caffè, e tu che fai? Rifiuti? Hai dei problemi !> esclamò Lisa indignata . Risi anche io , ma poi ci pensai sù dicendomi che forse liquidarlo con quella frase non era un gesto cordiale.
Dissi: < vi prometto che se lo incontro prenderò in considerazione l'idea di salutarlo> risero e andammo tutte alle docce comuni riservate alla squadra . Ci lavammo tra una chiacchiera e l'altra e uscimmo allo scoccare della campanella pulite e profumate.
All'uscita i ragazzi attendono appoggiati ai loro motorini le loro fidanzate, magari con una rosa tra le mani e la voglia di vederla nel cuore. Lisa stampò un bacio sulle labbra del suo ragazzo Marco e mi salutò da lontano salendo sul suo cinquantino truccato. Sole mi salutò e andò al bar insieme alle altre , ed io rimasi lì a fissare il quadretto quasi amareggiata dalla mia inesistente vita sentimentale .

Io che odio solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora