Capitolo 26 Andrea

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Era su di un lettino triste e smorto , bianca come il latte mentre dormiva stanca. Mentre la pattuglia del 911 che avevo chiamato se ne andava stringendomi la mano , dopo aver finito le pratiche di arresto e rimpatrio di  Samuele entrò il preside Bassetti :< come sta la ragazza?> . La prima infermiera le disse :< bene , è solo un po' scioccata >. Ero appena tornato dalla questura, avevo appena finito di dare la mia testimonianza quando mi squillò il cellulare:< pronto? Con chi parlo?>. Una voce femminile e quasi in lacrime mi rispose :< Buona sera , tu devi essere Andrea>. Non servirono presentazioni , avevo capito chi fosse quella donna . < sono la mamma di Nina, e ti chiamo per ringraziarti davvero>. Ero a disagio , ma risposi tranquillo:< lo avrebbe fatto chiunque signora, non si preoccupi>. Mi parve di sentire il suo sorriso dolce allargarsi piano piano , mentre due o tre lacrime scendevano calde sulle sue guance cadenti . Poi riprese a parlare:< purtroppo non possiamo venire a Orlando al momento , ma appena possiamo vi raggiungiamo cosí avrò modo di vedervi e magari ringraziarti di persona>. Una pausa , e ancora lei:< mi ... diresti come è successo?>. E cosí le raccontai della scommessa finita male che Samuele fece con i suoi amici , del bosco e di come il 911 sia arrivato prima che accadesse il peggio. Piangeva :< grazie>. La telefonata terminò cosí, mentre Nina si svegliava disorientata e in cerca di qualcuno. Le sorrisi, lei non ricambiò ma chiese all'infermiera di cacciarmi. Non capii , ma me ne andai nella sala d'attesa insieme agli altri. < Si è svegliata, non vuole nessuno> dissi sedendomi su un divanetto accanto a Fede. Erano le 23:00 , Sole e Lisa facevano avanti e indietro nella sala mangiandosi le unghie, Matteo ed Emiliano entrarono per portare la cena mentre Cate e Asia guardavano un punto fisso sulla finestra. Abbey arrivò con il fiatone e i capelli scompigliati:< ho fatto il più presto possibile, scusatemi>. Fede le fece posto ma nessuno parlò.
Un'infermiera parlò con il preside Bassetti , e il preside rivolto a noi disse:< la signorina Bianchini non ha intenzione di abbandonare il progetto , pertanto vi esorto a starle accanto in un momento cosí difficile per lei. Vi chiamerò ogni giorno , e il signor Luca Bloom mi terrà informato di ogni vostro movimento. Quello che è accaduto è la prova che non dovete fidarvi troppo delle persone accanto a voi , e guardarvi sempre le spalle: se il signor Bolognesi non fosse passato di lí per caso , ora la ragazza sarebbe in una situazione psico-fisica precaria. Mi raccomando , mi fido>. Annuimmo in silenzio , mentre Nina usciva dalla porta con una faccia smorta, triste e incolore. Nessuno osò parlare , ma lei lo fece:< sto bene , grazie ... che cosa mangiamo per cena?> abbozzammo tutti un sorriso a quella domanda , che più che una semplice domanda era una richiesta di trattarla come se nulla fosse successo.
Tolsi gli ultimi piatti dalla tavola , erano le 2:00 e tutti si erano coricati . <Perchè eri lí?> Nina sbucò dalla porta facendomi spaventare. < Puro caso>.
Fece una risatina triste e quasi arrabbiata :< Non ho chiesto il tuo aiuto >. Silenzio. Imbarazzo. E lei:< potevo farcela benissimo da sola, ma come al solito arrivi tu e tutto il resto e..> . Pianse , pianse cosí forte che temetti di non aver mai visto il dolore in vita mia e di non aver mai provato quella sensazione. Non sapevo se avvicinarmi , rimanere lí oppure andarmene, cosí optai per la prima opzione . Nina: < no, lasciami > tremava e piangeva con gli occhi più spalancati e impauriti che io avessi mai visto. Mi alzai da dove mi ero messo , accanto a lei per abbracciarla e me ne andai . La sentivo piangere ancora nel cuore della notte , in preda ai tremolii . Nessuno si alzò, ma tutti eravamo consapevoli di non dover fare niente se non rispettare il suo pianto.

Era una mattinata buia , una di quelle in cui non ti alzeresti mai dal letto. Nessuno parlò ma il desiderio di farlo aleggiò tra noi durante la colazione fino a quando sbucò Nina :< beh?! Che sono queste facce da funerale? Mica sono morta!>. Mi venne da ridere ma non lo feci: un giorno prima era stata stuprata da un ragazzo che credeva fosse un'altra persona , aveva pianto fino allo sfinimento per poi sminuire la nostra reazione? < tieni Nina, ho fatto il pranzo per tutti > disse Fede allungandogli un sacchetto . I suoi capelli biondi si drizzarono e la sua pelle diventò più bianca di prima :< Non penso di voler andare a scuola ... per qualche giorno> . Lisa che fino a quel momento tacque , parló:< te ne starai rintanata qui per quanto? Una o due settimane? Samuele se ne è andato , non c'è nulla di cui aver paura>.  Sole diede un calcetto all'amica , ma Nina fu più rapida : <non c'è più nulla di cui aver paura? Tu non capisci , quindi non parlare se non ti è difficile  grazie>. Lisa divenne paonazza , ma chiuse la questione per non approfittarsi della debolezza dell'amica. Matteo aggiunse solo:< chiamaci quando ti senti sola , noi risponderemo>. Annuí e si buttò sul divano in quel suo pigiama sgualcito e l'aria stravolta e stanca.

Io che odio solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora