Capitolo 33 Andrea

7.7K 269 1
                                    

Ero sudato , affaticato ed estremamente confuso : uscii cosí dall'aula magna dove avevo appena terminato la mia interrogazione , l'ultima prima dell'università. Uscii libero , accompagnato dagli abbracci e dagli schiamazzi dei miei amici . Ero andato bene , domande sicure e niente infamate da parte dei professori. < cazzo siamo maturi!!!! Ce l'abbiamo fatta Andre!> mi saltò addosso Fede più allegro che mai. Ma la mia apparente felicità durò molto poco : dovevo dirle tutto , per filo e per segno . Avevo nascosto tutto troppo bene senza dare mai segni di cedimento ma ormai ero sul punto di esplodere . < Stasera stiamo da Metti , ci stai?> . Annuii ancora pensieroso , ma con la maschera della felicità salda sul volto. Era stato un mese difficile , studiammo tantissimo : le crisi di panico erano sempre frequenti , Nina che si chiudeva in casa per giorni e giorni spegnendo il cellulare. Era tutto finito, avevo una estate davanti e un'enorme segreto che avrei svelato ai miei amici quella sera. Tornai a casa e sul divano trovai mia madre:< Ciao Andrea> . Ero arrabbiato con lei per il fatto che non c'era mai stata in quel periodo , e perché mi stava imponendo un futuro che non volevo :< wow! Ti sei accorta di me finalmente!>. Si alzò e con lo sguardo triste disse :< capisco che tu sia arrabbiato con me, davvero ma ho lavorato tantissimo e purtroppo sono potuta rientrare in Italia solo ora>. Non le risposi , andai in camera e mi feci una lunga doccia fredda per schiarirmi le idee .
La casa di Metti era molto grande e accogliente , i genitori non c'erano e tutti i miei amici erano stravaccati sul divano già in disordine. < È pronto in tavola!> Metti entrò in salone posando la pentola fumante sul tavolo e tutti insieme ci mettemmo seduti. Fede tirò fuori una bottiglia di champagne e con allegria la alzò sopra la testa dicendo:< Alla nostra maturità, e ad altri mille giorni come i più felici> . Sollevammo tutti i bicchieri trionfanti , anche se la mia tristezza era papabile:< Andre che hai?> mi chiese Emiliano , ed io presi un gran respiro e vuotai il sacco :< ragazzi devo dirvi una cosa >. La mia espressione seria fece capire ai miei amici che ciò che avevo da dire era importante:< tra due settimane partirò per Boston e studierò lí per qualche anno >. Il silenzio era pesante , cosí aggiunsi :< ma ci vedremo, mi verrete a trovare e ci chiameremo ogni giorno >. Non li riuscii a convincere . Fede parlò:< beh , saremo amici per sempre quindi anche da Boston ti toccherà sopportarci ... ricordi?> . Ricordavo: avevamo fatto un patto quando eravamo piccoli secondo il quale ad ogni evenienza ci saremmo stati gli uni per gli altri . E cosí sarebbe stato . Emiliano parló:< il problema che ti preoccupa tanto non siamo noi , vero?>. Annuii a testa bassa e Metti disse:< come l'ha presa ?>. Capirono che parlavo di Nina , e così risposi:< Non sa ancora nulla , e non ho la minima idea di come dirglielo>. Fede :< vi lascerete?>. Questa era la domanda con cui il mio cervello tentò di tormentarmi in quei giorni di studio intenso. Dissi:< non so cosa succederà, ma io vi giuro che la amo da impazzire>. Annuirono tutti , e la cena continuò nel silenzio più assoluto.
< Io vado, ci vediamo domani da Moilleur vi va?>. Salutai tutti e me ne andai nel mio appartamento.
Mentre inserii le chiavi nella serratura mi girai a guardare la porta dell'appartamento di Nina, decisi di bussare ma solo dopo dieci minuti mi aprí :< Ei , sei tu entra> . Aveva un aspetto spaventoso: le occhiaie erano marcate sotto i suoi occhi iniettati di sangue , il pigiama era trasandato e i capelli biondi aggrovigliati in una crocchia disordinata. < ma che hai fatto?> . A giudicare dalle parole frenetiche che uscivano dalla sua bocca , quel giorno si era bevuta una quantità industriale di caffè:< domani ho l'esame, ho studiato dodici ore di fila , andrà bene o no?! Perchè quella faccia?! Oddio sembro impreparata ! E se poi prendo un brutto voto? No no non mi presento>. Era agitatissima e nervosa a tal punto che avevo paura a dirle qualcosa. Con voce incerta parlai:< ma dai Nina! Sei brava e hai studiato tanto... ora fatti una bella doccia e una dormita>. Le presi le mani e la misi a sedere sul divano:< ora rilassati , ti faccio un the>. Iniziai a farle una massaggio mentre le sussurravo parole di conforto . Quando le porsi il the , andai in bagno per prepararle un bagno caldo , e al mio ritorno lei era lí, con gli occhi sbarrati mentre sorseggiava il suo infuso. < Nina , ti ho preparato il bagno>. Lei distolse lo sguardo dal punto in cui si era fissata , si alzò e andò in bagno. Mentre il suo corpo galleggiava nascosto dalla schiuma in quella grande vasca , io ero seduto sul bordo intento a guardarla nella sua bellezza naturale:< mi metti a disagio se mi guardi cosí!>. Stranamente rise , ed io le risposi :< se sei bella mica è colpa mia>. Adolcí lo sguardo e con la voce quasi normale disse :< grazie Andre, ne avevo bisogno>. Mi avvicinai per baciarla , ma in quel momento mi arrivò un messaggio da Fede :" allora? Glielo hai detto?" .
Lo spensi senza rispondere: ci sarebbe stato un momento migliore.
Le asciugai i capelli , si mise il pigiama e andò a dormire dopo che le promisi di andarla a prendere e portarla a scuola il giorno dopo per l'esame.
Ero stato un vigliacco? Forse , ma perchè turbarla prima dell'esame di maturitá?

Io che odio solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora