Capitolo 4 Andrea

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Mi svegliai quel Sabato mattina , consapevole che quel giorno sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto mia madre prima che partisse per Berlino. Mi chiamò e andai da lei . <Buon giorno >

Disse mia madre nel suo completo elegante. Le valigie accatastate alla porta furono il chiaro segno della sua imminente partenza: qualche minuto più tardi  avrei avuto casa libera per due fottutissimi mesi. Mi diede un bacio sulla fronte e disse : < abbi cura di te stesso, ti chiamerò ogni sera , okay? Appena posso torno a casa .> . Le diedi un bacio e la lasciai uscire dalla porta.

Nessun movimento, nessun rumore, niente di niente : finalmente ebbi la mia autonomia.

Uscii dal mio appartamento qualche ora più tardi , e trovai il mio pianerottolo invaso da scatoloni di ogni forma e genere. l' ascensore era bloccato , quindi dovetti scendere le scale a piedi.

Fui sorpreso dal sole limpido che mi si parò davanti quella mattina, e fui altrettanto sorpreso nel vedere un gigantesco camion dei traslochi parcheggiato davanti al mio motorino .

La presenza di quel camion, e quella degli scatoloni sul mio pianerottolo furono l'indizio lampante dell'arrivo di un nuovo vicino. 

Salii in sella al mio cinquantino e suonai il clacson per passare, ma quel camion fu un muro invalicabile. Iniziai a lamentarmi urlando, ma niente.

Andai da Federico , con la fantastica idea di organizzare una festa nella mia nuova casa .

<Si, invitiamo tutta la Cramboth e le ragazze della s. Matilde , che ne dici?> Iniziammo a creare una lunga lista di nomi , andammo a fare la spesa per comprare ogni genere di alcolici .

Sulla lista vi erano scritti almeno duecento nomi, quindi decidemmo di restringere il campo a sole 50 persone. Allestimmo la casa per la festa , ci cambiammo e arrivarono le prime persone . Entrò una ragazza alta e bionda , che per un attimo mi ricordò la ragazza del cortile, ma che invece si rivelò una delle tante ragazze della S. Matilde , e a seguire entrò Asia. La sua entrata scaturì l'attenzione di tutti , poiché indossava una gonna facilmente confondibile con un paio di mutande, e una magliettina che lasciava intravedere molto e che stuzzicava la fantasia di tutti. <Ciao Andrea!> esclamò la ragazza . La salutai e me ne andai prima che si potesse avvinghiare alle mie calcagna.

Non ricordo bene che ore fossero, ma la musica era alta, le voci si mischiarono nella stanza e l'alcool iniziò a dare i suoi effetti. Barcollavo all'interno di ogni stanza del mio appartamento , sentii Federico dire : < quello stronzo del tuo nuovo vicino ha chiamato le guardie>. Ricordai di aver sentito il suono  delle sirene e i passi di un carabiniere nel salotto.

<Buona sera> Esclamò divertito l'uomo davanti a me. Ci mettemmo tutti seduti, spensi la musica e accesi le luci. L'uomo iniziò il suo discorso dicendo cose senza senso, anzi, cose che in quel momento il mio cervello non percepì. Udii solamente :< per questa volta chiuderò un occhio, ma sappiate che la festa finisce qui. > . la gente uscì dal mio appartamento divertita e rimasi solo io a fare i conti con gli effetti dell'alcool.

Andai nella mia camera da letto e trovai Asia. Ricordai solo la sua mano che mi scivolava addosso , ed io che cedetti a quella tentazione.

Al mio risveglio trovai lei , seminuda nel mio letto, e i postumi di una sbronza colossale. Si alzò e disse :
< buongiorno> . Non dissi niente, e lei non capì che doveva andarsene. Disse:< facciamo colazione assieme?> Risposi: < Non penso sia il caso>. si alzò mostrando la sua nudità e sbiascicando parole incomprensibili se ne andò sbattendo la porta di casa.

Quello che da neanche un giorno fu il mio appartamento , era ridotto in condizioni pessime : bottiglie di ogni genere per terra, snack vari dappertutto ed una puzza di erba e fumo mischiate nell'aria.

Misi in ordine tutto , consapevole che sarebbe arrivata zia Betta da un minuto all'altro.

Mia zia era una tipa apposto, non indossava mai capi costosi o eleganti, ma sapeva essere di buon gusto lo stesso. Non aveva né marito ,né figli, ma lavorava onestamente come direttrice di una azienda importante.
Chiamai Federico per invitarlo a cena la sera successiva , poiché sentivo la mia casa più vuota che mai. < Fede, domani vieni a cena da me?> . Dissi dalla cornetta. Rispose : < si , così ripassiamo filosofia > . Attaccai il telefono e rimasi lì su una poltrona .

Mi feci una doccia fredda e mi cambiai per andare a ritirare la posta al piano terra. Quando risalii le scale , notai un dettaglio a cui prima non feci caso: un post-it giallo era attaccato alla mia porta . C'era scritto:

"Divertito con le guardie? Non ho dormito per tutta la notte per colpa del suo casino. Con affetto , int.4"

Quello stronzo del nuovo  vicino non solo chiamava i carabinieri, ma osava anche prendermi in giro . Questa era guerra.

Io che odio solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora