capitolo 6 Andrea

14.7K 486 27
                                    

Io e Federico stavamo ancora ridendo per aver lanciato le uova alla vicina, quando arrivò una telefonata . Ancora in preda alle convulsioni per le risate, risposi :< pronto, con chi parlo?>

Una voce profonda rispose:< salve, sono il signor Rossi, l'amministratore del condominio, mi sono appena arrivate delle lamentele dalla sua vicina.> . Non potei credere che quella stronza avesse avuto il coraggio di chiamare il signor Rossi. Decisi di smentire tutto e di scusarmi per il "malinteso". Risposi al signor Rossi:< Mi scusi , ma ho come ospite per il weekend il mio nipotino Michele, che evidentemente ha qualche problema di disciplina.> Sentii la risata di Federico soffocare, ed io che a stento riuscii a trattenermi. Aggiunsi : < Non si preoccupi, pulirò tutto e mi scuserò personalmente>. Salutai cordialmente l'amministratore, e attaccai la chiamata. Federico disse ridendo:
< questa stronza pensava di incastrarci>risi e dissi :                   
  < Secondo me è una di quelle trentenni insoddisfatte della vita , oppure una gattara lasciata dal marito>.

Ridemmo tra un paio di birre, e lasciai che Fede se ne andasse intorno a mezzanotte .

Rimasi solo nel mio appartamento , consapevole che forse mia madre mi mancava un pochino. La chiamai ma non mi rispose.
Mi misi la tuta per dormire , e sognai tutta la notte la ragazza della S. Matilde.

La mia vicina sbattè la porta così selvaggiamente , che mi svegliai di soprassalto. Erano le 7:50 , la campanella sarebbe suonata tra meno di dieci minuti ed io ero ancora avvolto nel mio caldo piumone , respirando l'aria di chiuso. Il sole che filtrava dalla finestra mi fece ricordare che quello sarebbe stato un nuovo giorno , e si aprì dentro di me la speranza che forse avrei incontrato la ragazza che in quel fine settimana si era impossessata dei miei pensieri. Avevo un piccolissimo problema : Asia. Cosa le avrei detto se ci fossimo incontrati? Decisi di non pensarci , e dopo la doccia salii in sella al mio motorino e mi diressi verso la scuola. Fuori dalla palazzina, trovai i miei compagni che confabulavano su un'assemblea speciale che si sarebbe tenuta l'indomani.

Decisi di non pensarci e feci le scale in silenzio. Mi sedetti all'ultimo banco vicino ad Emiliano e iniziammo a parlare:< Gira voce che ti sei scopato Asia, è vero?> . gli altri si erano avvicinati per ascoltare quella conversazione. La cosa che più mi piaceva della mia scuola, era il fatto di avere più confidenza con i miei compagni maschi, poiché stando a contatto con loro tutti i giorni , erano per me come dei fratelli. Risposi con un mezzo sorrisetto :< Può essere> . gli altri ridendo mi strinsero la mano, e quando il professore arrivò ci mettemmo tutti fra i banchi.

Le prime tre ore sembrarono infinite, ma quando suonò la campanella per la ricreazione , tutti noi della Cramboth ci catapultammo nel cortile dell' istituto femminile. Ammisi che quel periodo in cui ci era permesso di andare nel loro cortile per trascorrere la ricreazione , andare a scuola diventò più piacevole. Cercai tra le ragazze , la misteriosa biondina che mi aveva rubato il cuore , ma davanti mi si parò Asia. < Non riuscivi a non vedermi eh?> disse con voce provocante la ragazza. I miei amici mi guardarono beffandomi,ed io mentii:< esatto>. Strizzò i suoi occhioni da cerbiatta e mi sussurrò qualcosa all'orecchio :

< dopo la scuola , fai un salto da me?>  . Non mi diede neanche il tempo di rispondere che mi prese per la cravatta e mi lasciò uno stampo di rossetto rosso sulla guancia. Mi fece l'occhiolino e andò dalle sue amiche. Mi girai e tutti i miei amici mi spinsero amichevolmente.

In quel trambusto la vidi : era alta e bionda, ma non di quel biondo scontato, era speciale. Rideva accompagnata dalle sue amiche , e non appena mi vide diede un colpetto alla compagna. Scansai tutti , e mi diressi su di lei. < Ei, come stai?> Dissi quasi timido. Rispose sorridendo : < Bene tu?> . dissi : < starei meglio, se mi dicessi il tuo nome> . mi strinse la mano dicendo : < Piacere Nina > . Ci guardammo negli occhi per qualche secondo , poi decisi di parlare :< Sbaglio, o abbiamo una scommessa in sospeso io e te?> . Rise. La sua risata era contagiosa. Rispose : < Se pensi che io ti chiederò di uscire , ti sbagli. > Domandai ;
< perché? > . Lei rise e disse  :< non si è mai vista una ragazza , che lo chiede ad un ragazzo... aspetto che lo faccia tu > . deciso , colsi la palla al balzo :

< Piazza Strozzi alle 17.00 di oggi , ti va un caffè?> annuì e si allontanò.

Avevo raggiunto lo scopo della mia giornata , e decisi che niente e nessun me la avrebbe rovinata.

Le altre ore di lezione mi scivolarono addosso, e finalmente uscimmo da quella prigione.

Io che odio solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora