Capitolo 1

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<<Will, sei pronta?>> Mi domanda Carter, il mio ragazzo.

Sto cercando di chiudere la zip di questo vestito, ma non ci riesco. Forse non dovevo mettere il reggiseno. Avendo una terza abbondante di seno, in questi casi non so cosa fare, a volte detesto avere il seno così grande.

Andare ad un matrimonio, per di più di persone che non conosco, senza reggiseno, non mi va affatto. Beh, io non conosco i festeggiati, ma Carter sì. Lo sposo è il suo migliore amico del college, ogni tanto si sentono al telefono, ma non l'ho mai incontrato di persona. Non sono mai stata curiosa di vedere foto di loro due insieme, anche perché non si sa Carter che fine gli abbia fatto fare. Esistono i social, vero, ma durante la giornata si è sempre impegnati e non ho mai il tempo di andare a curiosare.

<<Sono quasi pronta>> gli urlo, cercando di alzare la cerniera, ma invano. <<Vieni un attimo ad aiutarmi?>> Gli chiedo, quasi in preda al panico. Mancano quaranta minuti all'inizio del matrimonio e io sto cercando ancora d'infilarmi questo vestito; ai piedi indosso le infradito e sono truccata a metà.

Frustrata inizio a saltellare per la stanza, in un modo o nell'altro riuscirò ad alzare questa maledetta cerniera.

Sono sicura che questa giornata sarà infernale, scommetto tutto quello che ho che ogni due secondi dovrò sistemarmi l'abito. È un bellissimo vestito lungo, color turchese. Modello Greco e con le spalline sottili. Lo amo da impazzire, soprattutto perché si intona con i miei occhi verdi e li fa risaltare ancora di più. Ma a quanto pare ha un difetto: va indossato senza reggiseno. Il mio davanzale è d'intralcio, fa aprire il vestito nel mezzo del petto, così le ragazze sono ben in vista.

Sbuffando, abbasso le spalline e sgancio i gancetti del reggiseno, poi lo butto sul letto. Alzo nuovamente le spalline, afferro la cerniera che si trova sul lato e tiro su... con mia grande sorpresa la cerniera scivola facilmente e il seno non sbuca da nessuna parte. Sono salva.

<<Che succede?>> Domanda il mio fidanzato, entrando in camera.

<<Nulla, ho risolto.>> Gli sorrido e mentre lo guardo me lo mangio con gli occhi. Oggi per quest'occasione indossa un completo elegante, nero, cravatta dello stesso colore e camicia bianca. Un abbinamento semplice ed elegante al tempo stesso.

<<Allora aiutami ad aggiustare questa cravatta, ci sto litigando a morte,>> ogni volta che ne deve mettere una ci alterca sempre.

<<Vieni qui.>> Mi metto subito all'opera. Sono una maestra ad aggiustare cravatte. Da bambina mettevo sempre a posto quella di mio padre, quando mia madre non era in casa oppure era impegnata a fare altro.

Guardo Carter mentre si mette le scarpe, ovviamente nere e lucide. Lui è il fidanzato perfetto: dolce, premuroso, divertente ed affidabile. Nessuno è migliore di lui. Oltre ad avere queste qualità è davvero bellissimo, non lo dico perché sono la sua ragazza, ma perché è vero. Biondo, occhi verdi e sorriso che toglie il fiato.

Poi ci sono io, la ragazza che quando si ubriaca diventa la peggiore delle sgualdrine. Qualche settimana fa, al lavoro c'è stato un addio al celibato. Non so come, ma mi sono ritrovata ubriaca e a ballare con il futuro sposo. I miei datori di lavoro, che adoro alla follia, dicono sempre "se qualcuno ti offre da bere, tu accetta. In fondo ti farà guadagnare mance in più." In questo hanno ragione, quella sera ho guadagnato trecento dollari di mance. E anche una sbronza come si deve. Fortuna che ci sono anche i buttafuori, se notano qualche cliente che ci prova con noi cameriere, loro entrano subito in azione.

Ovviamente non abbiamo il permesso di ubriacarci al lavoro, ma io non so come ho fatto a sbronzarmi quella sera. E non so come Axel e Justin, i proprietari del Drink's, non si siano accorti di nulla. Si è trattato sicuramente di un miracolo, ne sono sicura.

È troppo tardi #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora