Capitolo 26

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La mamma di Logan è ricoverata in ospedale da questa notte, ovviamente in condizioni critiche. Ho scoperto tutto questo durante il tragitto in ospedale. Durante tutta la malattia è sempre stata a casa, soltanto durante le visite la portavano in ospedale. Le cose si sono aggravate all'improvviso durante la notte, sembrava in buone condizioni – per quel che vale – ma a quanto pare la malattia ha deciso di scagliare il colpo finale e decisivo questa notte.

Ho chiesto a Logan se voleva la mia presenza in ospedale, senza esitazioni ha detto di sì. Così eccoci in ascensore mentre andiamo a trovare sua mamma in fin di vita.

I suoi genitori sanno che lui e Diana stanno passando un periodo brutto, ma non sanno il motivo. Perciò adotto l'idea che suo padre mi scambierà per la sua amante. Forse lo sono davvero, non ci sono carte di divorzio in vista, quindi posso considerarmi la sua amante a tutti gli effetti. Durante il viaggio in macchina ho pensato a quello che suo padre poteva pensare di me. Logan ha cercato di rassicurarmi in tutti i modi possibili, ma ovviamente non c'è stato verso.

Le porte dell'ascensore si aprono e la prima cosa che vedo sono le pareti bianche, le sedia altrettanto bianche e il pavimento ornato con della moquette grigia. L'odore di disinfettante aleggia nell'aria, mi dà quasi il voltastomaco. Anzi, ora che ci penso meglio mi fa venire la nausea. Mi fermo di colpo, prendo il braccio di Logan, e con l'altro mi tasto lo stomaco. Quasi quasi vomito davvero.

<<Will, che ti succede?>> Logan mi prende il viso tra le mani, <<Dio, sei pallidissima.>>

<<Sto bene, tranquillo. L'odore del disinfettante mi ha fatto venire la nausea. Ora andiamo da tua mamma, è più urgente.>>

Mi fissa per qualche secondo, mi accarezza una guancia e infine intreccia la mia mano con la sua. Riprendiamo a camminare finché non vediamo un uomo seduto su una sedia, ha la testa poggiata tra le mani. Trema, sembra che stia piangendo. Sembra anche che sia venuto qui vestendo i primi abiti che ha trovato nell'armadio. Indossa una tuta grigia, delle scarpe rosse di tennis, i calzini sono arancioni.

<<Papà.>> Sussurra. Il padre lo sente e si volta verso la nostra direzione. I capelli castani sono tutti scompigliati. La barba sembra sfatta e arruffata. Porta gli occhiali da vista, per questo riesco ad intravedere gli occhi color cioccolato pieni di lacrime e tristi.

Il signor Maxwell si precipita da Logan e lo abbraccia strettissimo. <<Logan, figlio mio.>>

<<Come sta, papà?>>

Il padre di Logan piange a dirotto ormai, si toglie gli occhiali da vista e si asciuga le lacrime che continuano a scorrere sulle guance. <<Non c'è nulla da fare, sta morendo.>>

<<Papà.>>

Ci giriamo tutti verso quella voce, Simon si precipita verso di noi e abbraccia il padre. Vedo delle lacrime che scorrono sulle guance di Simon. Guardo Logan, anche lui sta piangendo.

Mi sento quasi un'intrusa a guardare questa scena.

Mi guardo in giro, nella vaga speranza di vedere Grace, ma non la trovo da nessuna parte.

<<Willow,>> mi chiama Simon. Mi abbraccia per un attimo. <<Se stai cercando Grace posso dirti che non verrà.>>

Corrugo la fronte, <<perché? deve lavorare?>>

Lui scuote la testa, <<no... noi abbiamo rotto.>>

COSA?

Mi copro la bocca con una mano, <<oddio, non ne sapevo nulla.>>

È troppo tardi #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora