Capitolo 5

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Sono passate due settimane da quando ho parlato con Logan, dopo quello che ci siamo detti mi sento un po' meglio. In un certo senso mi fa sentire meglio il fatto che lui si sente come me, completamente nel pallone e con la coscienza sporca. Però questa cosa mi fa sentire anche male, se non ci fossimo ubriacati tutto questo non sarebbe successo, ma io cosa posso farci se non reggo l'alcol? Dovevo trattenermi dal bere, ma i suoi amici alla fine hanno insistito così tanto che ho ceduto. La colpa in fondo non è di nessuno, io non ho colpa per non reggere bene i drink, Logan non ha colpa per aver ceduto alle mie avance, i suoi amici non hanno colpa per aver insistito perché io bevessi. Quindi continuiamo la nostra vita come se nulla fosse, anche se dobbiamo fare i conti con la nostra coscienza.

<<Scusami,>> una ragazzina cerca di attirare la mia attenzione. Questa sera oltre a fare la cameriera mi tocca preparare anche i drink. Kara, la barista deve fare da babysitter a suo fratello, quindi si è presa la serata libera. <<Puoi darmi un mojito?>>

<<Puoi farmi vedere la tua carda d'identità?>> Le chiedo, con calma. Me ne accorgerò subito se mente sulla sua età, non sembra affatto maggiorenne. Come infatti inizia a spostare il peso da un piede all'altro e si guarda in giro. <<Ehm, l'ho dimenticata a casa. Ma giuro che sono maggiorenne.>> Cerca di convincermi. Questa è la solita scusa che usano tutti, ormai ci ho fatto l'abitudine e non ci casco più.

<<Mi dispiace, ma senza carta di identità non posso servirti nulla.>>

Lei in tutta risposta sbuffa e sembra che questa volta mi stia dicendo la verità: <<soltanto questo drink, per favore. Sto cercando di fare colpo su un ragazzo.>>

<<Guarda che puoi fare colpo su di lui anche senza bere o ubriacarti.>>

La ragazza alza gli occhi al cielo, <<okay, okay... ciao.>> Detto questo se ne va.

Mentre pulisco i bicchieri scuoto la testa, cerco che questi ragazzini di oggi non capiscono nulla, beh, almeno la maggior parte.

<<Lo sai che ora andranno in qualche altro locale?>>

Alzo lo sguardo e lo rivolgo verso quella voce, Grace mi sorride e si siede su uno sgabello.

<<Cosa ci fai qui?>> Le domando, sorridendo a mia volta.

<<Serata di riposo.>> Dice semplicemente.

<<Cosa ti servo?>>

<<Il solito, ovvio.>> Il suo solito sarebbe una Coca-cola e rum.

<<Arriva.>>

Sento una mano che si posa sulla mia spalla, <<come vanno le cose qui?>> Riconosco quella voce, è Justin, uno dei miei capi.

<<Alla grande.>> Gli dico, sorridendo. Pensavo che stare al piano bar sarebbe stata una cosa faticosa, invece mi sbagliavo. Il fatto che il locale sia quasi vuoto contribuisce, ovvio. Guardo le braccia di Justin, piene di tatuaggi, a quanto pare si è fatto fare un nuovo disegno. Ha i capelli rasati sui lati e li ha ricoperti di tatuaggi.

<<Sbaglio o la tua pelle diventa sempre più colorata?>> Gli dico, scherzando. Un giorno mi farò fare anche io un tatuaggio, ma ho troppa paura degli aghi.

<<Esatto, bimba. È il nome di Axel.>> Alza il braccio per farmi vedere meglio il tatuaggio. Vicino al gomito si vere un nome "AXEL" scritto in uno stile un po' gotico.

<<Che scelta coraggiosa,>> scherza Grace. Anche se lui è il mio capo si comporta come un amico, non è uno di quei capi burberi o bacchettoni, e questo lo adoro.

Justin guarda Cece e le fa la linguaccia, <<lui è quello giusto, questo tatuaggio è una specie di simbolo.>>

Mentre loro battibeccano, continuo a preparare la Coca e rum a Cece.

<<La tua amica anti amore mi sta facendo venire il mal di testa, io me ne vado in ufficio. Buon lavoro, dolcezza.>> Detto questo si incammina verso il suo ufficio, che condivide con Axel.

<<Non aizzarlo, lo sai che lui ama l'amore più dell'amore stesso.>> Le dico, mentre le porgo il drink. Lei lo afferra, beve un sorso e in fine risponde con un'alzata di spalle.

Infondo Justin ha ragione, Grace è l'anti amore fatta persona. Nei suoi ventitré anni di vita non l'ho mai vista stare con un ragazzo per più di sei mesi. Forse se Gideon non fosse morto la loro storia sarebbe durata più a lungo, chi lo sa.

<<Alla fine hai detto a Carter... quella cosa?>> Mi chiede, mentre beve l'ultimo sorso di coca e rum.

<<No... stavo per dirglielo ma alla fine ho tenuto la bocca chiusa.>> Dopo quello che mi ha raccontato non intendo farne parola con lui. So che è sbagliato nei suoi confronti, però non voglio farlo soffrire. So anche che se tengo la bocca chiusa per troppo tempo, sarà anche peggio.

Racconto a Cece quello che mi ha detto Carter quella sera, <<cavolo>> dice corrugando la fronte, <<sei nella merda, eh?>>

Alzo gli occhi al cielo, <<ma dai?>> Borbotto sarcasticamente.

<<Will, non puoi tenere questa cosa per te, prima o poi esploderai e sarà peggio.>>

Ecco, lei sa sempre cosa dirmi.

<<Ma hai ascoltato cosa ti ho detto poco fa? Come faccio.>> Sbuffo, in preda al panico. <<Come ho potuto dimenticare quello che ha fatto il padre a sua mamma? Sono come lui.>>

<<Allora tieniti tutto dentro, convivi con la coscienza sporca. E poi tu non sei come lui, tu non vai a letto con tutti i ragazzi che ti capitano a tiro.>>

Dio, ha ragione da vendere, se continuerò così esploderò e le cose andranno peggio.

<<L'altro giorno ho parlato un po' con Logan.>> Le rivelo, le ho spiegato chi è Logan.

<<Cosa vi siete detti?>>

<<Ci siamo messi d'accordo per parlare.>>

<<Questa sembra un'ottima idea...>> concorda, con un sorriso.

<<Spero che parlare con lui serva a qualcosa.>> Mormoro, preoccupata.

<<Sono sicura che una chiacchierata con lui ti farà bene.>>

<<Sì, lo penso anch'io. Okay,>> mi pulisco le mani su uno strofinaccio, <<mi darò massimo un mese di tempo, poi dirò tutto a Carter. E questa volta faccio sul serio.>>

<<Brava ragazza, ora dammi un'altra coca e rum.>>

È troppo tardi #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora