Capitolo 12

5.5K 250 26
                                    

<<Buongiorno,>> dico a Carter, mentre sbadiglio. Sono appena entrata in cucina, lui sta preparando la colazione. Indossa ancora il pigiama, come me del resto. Guardo l'orologio che è appeso vicino l'arco della cucina, sono le dieci e venti del mattino, e ancora ho un sonno tremendo, nonostante ieri non sia andata al lavoro. Però so perché sono ancora così insonnolita, sono stata fino alle tre del mattino a consolare Logan.

Giuro, mi si è spezzato il cuore per lui.

<<'Giorno>> mormora mogio Carter. Mi avvicino a lui e gli bacio una guancia, anche se baciarlo mi sembra la cosa più strana del mondo. Non mi sono mai sentita a disagio con lui, nemmeno quando litigavamo. Adesso invece, non so proprio cosa mi stia succedendo.

Dopo aver baciato Carter sulla guancia mi siedo su una sedia, vicino al bancone. Carter spegne il fornello e posa sul bancone un piatto ripieno di pancake. Non mi guarda nemmeno in viso, ora che ci penso questa mattina è stato piuttosto freddino con me. Appena si è alzato dal letto non mi ha svegliato con un bacio, come fa di solito, quando non vado al lavoro.

Corrugo la fronte e lo guardo, <<che succede?>> Prendo una forchetta e infilzo un pezzetto di pancake.

<<Nulla,>> mormora, mentre si siede a sua volta su una sedia. Poso la forchetta sul marmo bianco del bancone.

<<Sì, hai qualcosa che non va. Sei arrabbiato con me?>> So che ha qualche problema, non so con chi di preciso... ma è sicuramente arrabbiato con qualcuno, cosa rara per lui. La cosa deve essere parecchio grave.

Continuiamo a mangiare la nostra colazione in silenzio, gli unici suoni che si sentono sono gli uccellini che cinguettano fuori, il vento e il nostro masticare. La tensione si può tagliare con un coltello.

E lui continua a non proferire parola.

<<Oggi non andiamo a pranzo da mia madre,>> dice dopo parecchi minuti. Mi acciglio, la domenica andiamo sempre a pranzo da sua mamma.

<<Perché?>> Domando, mentre mi alzo per andare verso il frigorifero e prendere del succo d'arancia.

<<Non ne ho voglia.>> Dice semplicemente.

Ah, ottima risposta. <<Okay, qui c'è qualcosa che non va. Sei arrabbiato con me? Cosa ti ho fatto?>> Per la frustrazione sbatto la bottiglia del succo d'arancia sul bancone e posiziono le mani sui fianchi, questa è la mia posa da battaglia.

Carter sospira e si passa una mano tra i capelli biondi, i suoi occhi sono di un verde scuro, quasi minacciosi, non l'ho mai visto così... infuriato. Posa con calma la sua forchetta sul bancone, macchiando di sciroppo d'acero il marmo. Si pulisce le labbra con un tovagliolo e mi fissa. <<So che sta succedendo qualcosa tra te e Logan.>> Esclama con calma.

Resto pietrificata, non mi aspettavo una cosa del genere.

<<Non capisco... cosa stai cercando di dire?>> Mormoro, adesso sono sulla difensiva. La testa inizia a girarmi, le gambe le sento molli, infatti mi muovo leggermente e poso le mani sul bancone.

Sbuffando, Carter si alza, prende il suo piatto e butta gli avanzi nella pattumiera, << quella sera al Drink's l'ho visto che tra voi c'era qualcosa di strano.>>

Mi acciglio, sono passati giorni e giorni da quell'accaduto, non può tirarlo fuori così, all'improvviso. <<Carter, devi stare tranquillo, tra me e lui non c'è nulla.>> Ecco che mento ancora una volta. E la situazione si complica sempre di più.

Sento la colazione risalirmi in gola, non è un buon segno.

<<Davvero?>> Ruggisce con voce roca e... minacciosa. Questa cosa non mi piace per niente.

Magari devo dire la verità, rivelargli cos'è successo qualche mese fa... dei baci che ci siamo scambiati durante queste settimane. Adesso che abbiamo aperto l'argomento sarebbe opportuno rivelare tutta la verità.

Mi avvicino a lui e faccio scorrere i miei palmi sulla sua schiena contratta e rigida. Su e giù, su e giù. <<Carter...>> devo rivelargli la verità, adesso. Non ha senso mentire ancora.

<<Dobbiamo parlare.>> Mormoro. La gola inizia seccarsi, il battito del cuore aumenta.

Lui si scrolla le mani di dosso e si volta verso di me, <<sì, hai ragione.>> Sussurra. Giuro di averlo sentito quasi ringhiare.

Faccio cadere le mani tra di noi, il suo comportamento non mi piace per niente. Con me si è sempre comportato in modo tenero e dolce, anche quando litigavamo non alzava la voce, e nemmeno ha osato picchiarmi o altro. E adesso ho paura che possa fare una cosa del genere, il suo sguardo è così minaccioso... e per la prima volta ho paura di lui. Ho paura che possa alzare le mani su di me.

<<Carter...>> sussurro. <<Mi... mi stai facendo paura.>>

Lui corruga la fronte e scuote la testa, <<no, sai che non alzerei mai le mani su di te e su nessun altro.>> Mi si avvicina e mi guarda negli occhi, <<io voglio sapere soltanto una cosa, e devi dirmi la verità, perché sai quanto odio le bugie.>> Il suo sguardo determinato mi mette in agitazione.

<<Okay, cosa vuoi sapere?>>

<<Se davvero non c'è nulla tra te e il mio migliore amico... allora dimmi perché questa notte sei andata nel bosco con lui!>> Sussurra minacciosamente, mani che penzolano ai lati dei fianchi, chiuse in un pugno ferreo. Viso rabbioso e con sguardo rabbioso mi fissa.

Sono nella merda più totale, adesso non posso più tirarmi indietro.  

È troppo tardi #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora