Capitolo 11

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Negli ultimi giorni nella nostra confortevole casa si respira un'aria strana, come se ci fosse qualcosa che ci impedisce di essere calmi e felici. Io e Carter non abbiamo parlato di quella sera, quando mi ha beccato mentre Logan mi stava appiccicato addosso. A dire il vero non abbiamo parlato affatto, le uniche parole che ci siamo rivolti sono state "buongiorno", "buona sera", "io vado al lavoro" e "buon appetito". Di certo non si può andare avanti in questo modo. Abbiamo un problema e credo che sia giunto il momento di risolverlo... ma non so come. Stiamo già soffrendo così, se ci mettiamo anche quello che devo dirgli, la catastrofe è assicurata. Però adesso mi sono stufata di tutta questa situazione. Con Logan non sono arrivata fino in fondo, e non intendo arrivarci.

Sono le sei e mezza del pomeriggio, Carter dovrebbe arrivare a casa da un momento all'altro. Io me ne sto in cucina a bere un succo alla pesca, quando sento il cellulare squillare, mi è appena arrivato un sms... da Logan. Con il cuore in gola guardo lo schermo luminoso. Non mi ha più mandato messaggi da quella volta che siamo andati a pranzo insieme. Deglutendo con fatica sblocco il cellulare e leggo il messaggio.

Logan: Ciao, non so se ho il permesso di mandarti messaggi e disturbarti, ma ho urgentemente bisogno di parlare con te. Posso chiamarti? Magari al più presto?

Rileggo questo messaggio più e più volte, non so cosa ci sia di così urgente da doverne parlare con me. Magari si tratta della veranda, i lavori sono quasi terminati, non so cosa rispondere. Poso il cellulare sul tavolo e riprendo a bere il mio succo, rifletto sul messaggio, poi vengo distratta da un rumore, la porta dell'ingresso che si apre.

Ecco, ci siamo.

Un Carter tutto elegante entra in casa, i capelli biondi scompigliati, come se ci avesse passato le mani più volte. Ha gli occhi verdi spenti, uno sguardo triste e stanco.

Lentamente mi avvicino a lui, <<ehi,>> lo saluto.

<<Ciao,>> mormora di rimando. Nemmeno mi guarda in faccia.

<<Possiamo parlare un attimo?>> Domando, un po' sulla difensiva, finalmente alza lo sguardo su di me.

<<Di cosa dovremmo parlare?>>

Me ne ritorno vicino al bancone della cucina, <<di quello che sta succedendo tra di noi.>>

Carter viene vicino a me, <<non sta succedendo nulla tra di noi.>> Esclama.

<<Evidentemente stai vivendo un'altra relazione... non vedi che a stento ci parliamo?>>

Fa un sospiro enorme e alla fine ammette: <<hai ragione, abbiamo un problema, credo...>> si interrompe a metà frase, il suo cellulare sta squillando, <<scusami, devo rispondere.>>

Questo mi fa ricordare del messaggio che mi aveva inviato Logan poco fa. Mentre Carter parla al cellulare io prendo il mio per vedere se mi ha inviato altri messaggi.

Come sospettavo, trovo un altro messaggio da parte sua, velocemente lo leggo, prima che Carter ritorni da me.

Logan: Ho bisogno di te. Non so perché, ma per favore richiamami, o almeno rispondi ai messaggi. Mia mamma sta peggiorando... l'unica cosa a cui riesco a pensare sei tu, voglio sentire la tua voce, voglio che mi rassicuri, voglio chi mi sussurri nell'orecchio che tutto andrà bene.

Il cellulare quasi mi cade dalle mani, non so se mi ha più sconvolto il fatto che sua madre stia male oppure quello che ha scritto su di me. Digito una risposta velocemente, ma Carter decide di entrare nella stanza mentre sto ancora scrivendo.

<<Scusa, era... un collega di lavoro. Allora, dove eravamo rimasti?>>

Mi sono completamente dimenticata di quello che volevo dirgli, ora l'unica cosa a cui penso è Logan. Sta soffrendo molto? Diana è con lui? Cosa posso fare per aiutarlo?

È troppo tardi #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora